martedì 22 settembre 2015

22 settembre - La Contro/Informazione su salute e sicurezza di M. Spezia



SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS! “LETTERE DAL FRONTE” DEL 21/09/15

Invio a seguire e/o in allegato le “Lettere dal fronte”, cioè una raccolta di mail o messaggi in rete che, tra i tanti che ricevo, hanno come tema comune la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e dei cittadini e la tutela del diritto e della dignità del lavoro.
Il mio vuole essere un contributo a diffondere commenti, iniziative, appelli relativamente ai temi del diritto a un lavoro dignitoso, sicuro e salubre.
Invito tutti i compagni e gli amici della mia mailing list che riceveranno queste notizie a diffonderle in tutti i modi.

Marco Spezia
ingegnere e tecnico della salute e della sicurezza sul lavoro
Medicina Democratica
Progetto “Sicurezza sul lavoro: Know Your Rights!”

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INDICE

Franco Mugliari fmuglia@tin.it
PIERRE LORENT: PERCHE’ NULLA NASCE PER CASO

Rete Nazionale Sicurezza bastamortesullavoro@gmail.com
A TARANTO IL 20 OTTOBRE!

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario Nazionale mfpr.naz@gmail.com
LA LETTERA NASCOSTA DELLE BRACCIANTI PUGLIESI

Pubblicazioni Istituto Superiore Sanità pubblicazioni@iss.it
NUOVE PUBBLICAZIONI DELL'ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’

24 SETTEMBRE ROMA: INQUINAMENTO AMBIENTALE E SALUTE: QUALE FUTURO PER L’INFANZIA?

Gino Carpentiero ginocarpentiero@teletu.it
26 SETTEMBRE FIRENZE: RIUNIONE PREPARATORIA AL CONGRESSO DI MEDICINA DEMOCRATICA DI NOVEMBRE

Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
VOGLIAMO FARE FINALMENTE CHIAREZZA SUL REALE NUMERO DI MORTI SUL LAVORO IN ITALIA?

IL CONTRIBUTO DI ALESSANDRIA AL CONGRESSO DI MEDICINA DEMOCRATICA: IL LIBRO “AMBIENTE DELITTO PERFETTO”

Posta Resistenza posta@resistenze.org
SANITA’: SI GRATTA ANCORA DAL FONDO DEL BARILE

Teoria & Prassi teoriaeprassi@yahoo.it
IL DIRITTO DI SCIOPERO SI DIFENDE SCIOPERANDO!

Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
SUPERATI I 100 MORTI SCHIACCIATI DAL TRATTORE DALL'INIZIO DELL'ANNO

PROCESSO SOLVAY: LE NOVITA’ DELLE ULTIME UDIENZE

Voci della Memoria info@vocidellamemoria.org
LA SALUTE NON SI TAGLIA: MARTEDI’ 22 SETTEMBRE TUTTI AL TARTARA ALLE 21


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From: Franco Mugliari fmuglia@tin.it
To:
Sent: Friday, September 11, 2015 4:22 PM
Subject: PIERRE LORENT: PERCHE’ NULLA NASCE PER CASO

Ho conosciuto Pierre Lorent a Bolzano alla fine del 1992.
Dire che è stato un incontro che ha cambiato la mia vita professionale  non è eccessivo. Da quell’incontro, infatti, sono nate, e si sono sviluppate iniziative che hanno segnato la storia della sicurezza sul lavoro in Alto Adige, in particolare per quanto riguarda la formazione.
L’occasione del primo incontro con Pierre mi è stata offerta dalla Fiera di Bolzano  che allora occupava i padiglioni della sede storica di via Roma e che  stava organizzando la tradizionale esposizione specializzata biennale per l’edilizia (Bauschau) . 
Allora io coordinavo un’associazione che si chiamava Risiko Null (traduzione: rischio zero) e collaboravo con il Comitato paritetico per la sicurezza in edilizia di Bolzano. La Fiera di Bolzano mi chiese di organizzare un seminario/convegno sul tema della sicurezza sul lavoro. Da pochi mesi era stata emanata la Direttiva 92/57/CE, la cosiddetta “Direttiva Cantieri”, e quello fu il tema che decidemmo di affrontare.
A Pierre Lorent, cui la Direzione Generale 5 della Commissione Europea aveva affidato l’incarico di favorire l’analisi e il recepimento della Direttiva nei diversi Paesi europei in particolare attraverso la partecipazione delle parti sociali, fu il principale relatore del  Convegno che si tenne nei primi mesi del 1993, "Anno europeo della sicurezza, dell'igiene e della salute sul luogo di lavoro". 
Il convegno che rappresentò una delle prime occasioni, se non la prima in assoluto nel nostro Paese ad affrontare le problematiche poste dalla Direttiva, (ruolo del committente,  coordinatore della sicurezza, documenti per la pianificazione della sicurezza), ebbe un successo di partecipazione inaspettato.
Ma le cose, come invece di solito accade al termine di convegni e seminari, non finirono lì.
Pierre Lorent cercava un’occasione e una sede favorevoli per  “sperimentare” l’applicazione della Direttiva 92/57/CE e Bolzano rappresentava una occasione irripetibile.
Infatti Bolzano:
-         era già sotto la lente di ingrandimento della Commissione Europea per il progetto di costruzione del tunnel ferroviario del Brennero, una delle grandi opere inserite nel Libro bianco di Jaques Delors;
-         la Fiera di Bolzano, che aveva commissionato il progetto per la realizzazione della nuova sede, si dichiarò disponibile a testare la Direttiva, attraverso il coinvolgimento dello staff dei progettisti;
-         la Provincia autonoma di Bolzano, che fin dal 1988  aveva legiferato in merito all’istituzione di un elenco di esperti della sicurezza per la cui iscrizione era necessaria la frequenza di un corso di almeno 120 ore, si dichiarò disponibile, per il tramite della  Formazione professionale in lingua italiana, a progettare ed organizzare un corso per “Esperti della sicurezza in edilizia” (leggi Coordinatori della sicurezza)  sulla  base delle Linee guida per la formazione  dei coordinatori, elaborate nell’autunno di quello stesso anno a Pont Royal in Francia;
-         l’associazione Risiko Null e il Comitato Paritetico Edile di Bolzano garantirono la partecipazione delle parti sociali all’organizzazione di un seminario europeo tenutosi nel novembre del 1994, al termine del quale vennero elaborate linee guida per l’elaborazione dei piani di sicurezza e del fascicolo tecnico dal titolo “Le priorità di Bolzano”.
Al Seminario europeo del 1994 di Bolzano ne seguì un terzo, tenutosi a Lisbona nell’ambito della costruenda “EXPO” internazionale. Dopo di allora fu tutto un susseguirsi di esperienze formative nell’ambito di prestigiose sedi universitari: dal Politecnico di Milano, a Liegi, a Barcellona.
A Bolzano, il primo corso per “Esperti della sicurezza in edilizia” (coordinatori) venne inaugurato dallo stesso Pierre Lorent, il 19 settembre 1994 (data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del D.Lgs. 626/94).
Poi tutto andò a regime e per qualche anno la collaborazione con Pierre Lorent, che nel frattempo aveva concluso il suo incarico per conto della Commissione Europea, si limitò alla predisposizione di materiali informativi (soprattutto informatici) tesi a favorire modelli e buone pratiche per l’elaborazione dei piani di sicurezza e per la formazione dei coordinatori.
Fu solo dopo qualche anno che si manifestò la necessità di riflettere sui risultati raggiunti nell’applicazione della direttiva cantieri nei diversi Paesi e fu la rete europea “Focus”, diretta da Ramon Puig, a promuovere iniziative nell’ambito delle quali effettuare tale confronto. Le sedi di tali confronti furono Barcellona nel 2008 e Madrid nel mese di maggio del 2011.  Fu l’ultima volta che ho avuto occasione di incontrare Pierre Lorent. L’appuntamento per un incontro successivo era già stato fissato, a Bolzano nel 2013 a 20 anni dall’esperienza sopra descritta sempre per l’organizzazione della Fiera di Bolzano. 
Ma Pierre non avrebbe potuto esserci. Resteranno le sue iniziative, i suoi documenti, il ricordo della sua passione e dell’entusiasmo che riusciva a trasmettere agli altri. Sempre un po’ più avanti di chiunque altro nell’individuare problemi e nell’indicare soluzioni “condivise”. 
Questa fu la sua caratteristica che io ritengo fondamentale. Da battitore libero egli seppe coinvolgere, convincere, far partecipare e far condividere le sue proposte anche ai soggetti portatori di interessi apparentemente contrapposti. Un grande mediatore, un innovatore, ma non un sognatore.
Al contrario egli ha saputo pazientemente tessere una  tela dentro la quale sono rimasti “impigliati” tutti coloro i quali, ed io sono fra quelli, che si mostrarono  aperti e di animo libero nell’accogliere le sue proposte e nel cercare di realizzarle.
Grazie Pierre di tutto questo. Per questo non ti dimenticheremo facilmente.
Franco Mugliari

Per un profilo più completo di Pierre Lorent vai al link:

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From: Rete Nazionale Sicurezza bastamortesullavoro@gmail.com
To:
Sent: Sunday, September 13, 2015 11:38 AM
Subject: A TARANTO IL 20 OTTOBRE!

APPELLO PER UN PRESIDIO/MANIFESTAZIONE ALL'AVVIO DEL PROCESSO ILVA DI TARANTO, IL 20 OTTOBRE.
Il 20 ottobre comincia dopo una lunghissima e combattuta udienza preliminare il vero e proprio processo alla famiglia di padron Riva e a tutti i suoi complici che hanno reso tristemente famosa l'ILVA come “fabbrica della morte” e Taranto come “capitale del popolo inquinato”.
Il processo ILVA mostra esemplarmente il sistema del capitale ed è la “madre” di tutti i processi di questo tipo. Gli imputati sono tutte le espressioni del sistema economico, politico, istituzionale, dai grandi capitalisti ai loro agenti, dai rappresentanti delle Istituzioni, parlamentari, regionali e locali, a esponenti della Digos e delle Forze dell'Ordine, dai dirigenti degli Enti che dovevano controllare, fino a preti vicino ai vertici della chiesa.
Mancano, ed è una grave lacuna del processo, i vertici e i rappresentanti in fabbrica dei sindacati confederali. E il quadro del sistema borghese sarebbe completo.
L'ILVA è al centro oggi della contraddizione epocale tra gli interessi del capitale e gli interessi degli operai e delle masse popolari, tra la logica del profitto e la salute, la vita degli operai e delle masse popolari.
Ma il processo ILVA è oggi soprattutto espressione dell'azione dei governi, e oggi in particolare del governo Renzi, che in nome di salvare gli interessi dei padroni e gli interessi dell'economia nazionale dei padroni legati alla produzione dell'ILVA, non hanno esitato e non esitano ad agire contro il processo con Decreti e azioni ad hoc che ne vogliono impedire lo svolgimento, mettere al riparo gli imputati e negare giustizia e risarcimento a operai e masse popolari.
L'ILVA mostra in maniera esemplare come lo Stato sia sempre e solo al servizio del capitale. La gestione attuale di Stato e di governo dell'ILVA mostra che l'intervento dello Stato borghese serve solo per socializzare le perdite e in futuro, nuovamente, privatizzare i profitti.
Per questo il processo ILVA è una grande scadenza nazionale.
E' a questa scadenza nazionale che chiamiamo come operai dell'ILVA, lavoratori del cimitero luogo di massima concentrazione di inquinamento ai Tamburi, proletari e famiglie dei quartieri Tamburi e Paolo VI, costituitisi parte civile autorganizzati al processo con l'appoggio dello Slai Cobas per il Sindacato di Classe e la Rete nazionale per la sicurezza e la salute sui posti di lavoro e territori, a un presidio/manifestazione nazionale al Tribunale, alla fabbrica e al quartiere Tamburi per il 20 ottobre.
Chiamiamo tutte le realtà collettive e individuali, impegnate nella lotta anticapitalista e contro le devastazioni ambientali e territoriali, a mandare l'adesione, a propagandare la scadenza in tutte le forme e in tutti i luoghi di lavoro, territori, scuole, università, ecc. e a partecipare con delegazione all'iniziativa.

Per informazioni
cellulare: 347 11 02 638

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From: Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario Nazionale mfpr.naz@gmail.com
To:
Sent: Sunday, September 13, 2015 04:55 PM
Subject: LA LETTERA NASCOSTA DELLE BRACCIANTI PUGLIESI

LA LETTERA NASCOSTA DELLE BRACCIANTI PUGLIESI
ORGANIZZIAMOCI: PREPARIAMO UN NUOVO SCIOPERO DELLE DONNE, OPERAIE E LAVORATRICI PIÙ SFRUTTATE E OPPRESSE

“Ciò che rende insopportabile il lavoro nei campi non è solo il caldo” - così scrivono le braccianti - “ma i vapori degli antiparassitari che siamo costretti a respirare per intere giornate. Spesso fanno i trattamenti la sera prima, il giorno dopo, quando lavoriamo l’aria è irrespirabile, l’odore acre dei veleni ci entra nelle narici e nella gola, impregna i vestiti e non se va neanche dopo una doccia. Non c’è, però, solo uva da tavola, ogni coltura ha i suoi veleni, per buona parte dell’anno siamo costrette a respirare e assumere questi odori, con quali conseguenze sulla nostra salute non lo sappiamo. La cosa peggiore è quando i trattamenti sulle colture sono eseguiti subito prima della raccolta, senza alcun rispetto dei tempi di carenza, e finiscono, così sulle tavole di tutti, perché ciò che raccogliamo va anche alla grande distribuzione. La gente non ha idea di ciò che mangia”.
Quest'estate in Puglia ci sono stati 5 braccianti morti (italiani e immigrati), tra cui una donna, Paola Clemente.
Noi compagne del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario (MFPR) di Taranto ci stiamo occupando del lavoro delle braccianti nella nostra zona, abbiamo cominciato ad avviare un'inchiesta diretta per poi fare anche delle iniziative con loro.
Questa attività è interna anche al lavoro per un secondo sciopero delle donne a livello nazionale, che unisca la lotta contro lo sfruttamento e l'oppressione nei suoi vari aspetti, compreso chiaramente quello sessuale, che tra le braccianti è spesso connesso alle condizioni schiavistiche di lavoro.
Dello sciopero delle donne vogliamo che siano principali protagoniste le operaie e le lavoratrici più sfruttate: appunto le braccianti, le immigrate, ecc.
L'indizione di questo sciopero pensiamo debba essere frutto della combinazione della condizione sempre peggiore delle donne lavoratrici, che rende necessario un grido di ribellione, di lotta unitaria, dal basso e autorganizzata che dia coraggio, forza a una battaglia chiaramente difficile, per le varie forme di oppressione/ricatto/paure/ineluttabilità del sacrificio per la famiglia, ecc., che accompagnano la condizione delle donne e di un lavoro/legame con le realtà lavorative concrete delle lavoratrici.
In questo senso preferiamo la "strada" ad internet e nelle nostre realtà cerchiamo di farlo. E sicuramente non pensiamo che lo sciopero delle donne si costruisce solo in internet.
Facciamo appello alle lavoratrici, alle compagne, alle delegate sindacali a lavorare insieme per un questo nuovo sciopero delle donne, da realizzarsi possibilmente entro l'anno.
Scambiamoci notizie sulle realtà di lavoratrici, soprattutto operaie di fabbrica, lavoratrici precarie, braccianti, immigrate, e, lì dove c'è, sul lavoro diretto, come per esempio è stato fatto a Foggia quest'estate dalle compagne della Rete Campagne in Lotta.
Vogliamo riallacciare i contatti con le fabbriche delle operaie di Bergamo, Bologna, con le delegate della Rete 28 aprile, oggi "Il sindacato è un'altra cosa", che nel 2013 fecero lo sciopero delle donne. Noi da parte nostra in autunno riprenderemo l'intervento tra le operaie della Fca Sata di Melfi.
Un forte saluto a tutte

Le lavoratrici disoccupate del MFPR di Taranto

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From:  Pubblicazioni Istituto Superiore Sanità pubblicazioni@iss.it
To:
Sent: Monday, September 14, 2015 05:23 PM
Subject: NUOVE PUBBLICAZIONI DELL'ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’

Il Settore Attività Editoriali dell'Istituto Superiore di Sanità segnala che è disponibile online il documento “Rapporto ISTISAN 15/26. Profilo di salute in Campania in relazione alla problematica dei rifiuti e situazione ambientale (2011)” a cura di Stefania Salmaso, Loredana Musmeci, Paola Luzi, Giada Minelli, Lucia Fazzo, Maria Masocco e Silvia Rossi.
I riassunti e il testo completo sono accessibili da:
E’ inoltre disponibile online il documento “Rapporto ISTISAN 15/27. Mortalità, ospedalizzazione e incidenza tumorale nei Comuni della Terra dei Fuochi in Campania (relazione ai sensi della Legge 6/2014)” a cura di Loredana Musmeci, Pietro Comba, Lucia Fazzo, Ivano Iavarone, Stefania Salmaso, Susanna Conti, Valerio Manno, Giada Minelli
I riassunti e il testo completo sono accessibili da:

Pubblicazioni Istituto Superiore di Sanità Settore Attività Editoriali
viale Regina Elena, 299
00161 Roma
telefono  06 49 90 22 60

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From: Patrizia Gentilini patrizia.gentilini@villapacinotti.it
To:
Sent: Tuesday, September 15, 2015 12:35 AM
Subject: 24 SETTEMBRE ROMA: INQUINAMENTO AMBIENTALE E SALUTE: QUALE FUTURO PER L’INFANZIA?

Segnalo che il 24 settembre ci sarà presso l’Istituto Superiore di Sanità (ISS)  la 6° giornata in memoria di Lorenzo Tomatis promossa in collaborazione con ISDE Italia (Medici per l’ambiente) dal titolo: “Inquinamento ambientale e salute: quale futuro per l’infanzia?”
Si ricorda che i posti sono limitati e verranno accettate le prime 120 iscrizioni che perverranno entro il 22 Settembre 2015.
La scheda di iscrizione, descrizione e programma del convegno sono on line sia sul sito dell’ISS http://www.iss.it/form/?lang=1
che  sul sito dell'ISDE Italia

Saluti
Patrizia Gentilini

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From: Gino Carpentiero ginocarpentiero@teletu.it
To:
Sent: Tuesday, September 15, 2015 4:14 PM
Subject: 26 SETTEMBRE FIRENZE: RIUNIONE PREPARATORIA AL CONGRESSO DI MEDICINA DEMOCRATICA DI NOVEMBRE

Cari amici di associazioni, comitati, gruppi,singoli ecc.,
come alcuni di voi già sanno in via ufficiosa quest'anno si terrà a Firenze dal 19 al 21 novembre l' VIII Congresso Nazionale di Medicina Democratica.
Verrà organizzato con il Dipartimento di Statistica dell'Università di Firenze (professor Annibale Biggeri)e avrà titolo “Il rischio per la Salute: rischio statistico e rischio zero”.
Si spazierà a 360 gradi sulle problematiche del Lavoro, dell'Ambiente, dell'Agricoltura e Alimentazione senza pesticidi, su Donna e Salute e sulla Difesa e riqualificazione della Sanità Pubblica e Diritto alla Salute.
Vogliamo fare un Congresso Aperto a Movimenti, Associazioni, Esperti ecc. e arrivare a proposte concrete da portare avanti nel tempo, anche con il confronto con forze politiche.
A tale proposito, vi informiamo che sabato 26 settembre, dalle 10 alle 17, a Firenze si terrà una una prima riunione interregionale (Italia Centrale) presso il Dopolavoro Ferroviario di via Alamanni 31, preparatoria al congresso di novembre.
In tale occasione si formeranno gruppi di lavoro che lavoreranno in vista del Congresso di novembre a preparare una proposta unitaria.
E' necessario unire le forze creando una rete unitaria capace di battersi per il DIRITTO ALLA SALUTE sempre più messo in discussione dai detentori del potere.
La lettera del Direttivo Nazionale di Medicina Democratica che riportiamo a seguire contiene una prima bozza del programma de Congresso di novembre, suscettibile di ulteriori modifiche.
Chiediamo a tutti coloro che pensano di poter partecipare anche solo a una parte dei Lavori (mattina o pomeriggio) di dare conferma.
Ognuno di voi può girare tale invito ad altri comitati, gruppi, consiglieri regionali, ecc.
Saluti e a presto
Gino Carpentiero e Gianluca Garetti

* * * * *

Medicina Democratica terrà il suo congresso nazionale, l’ottavo dalla sua costituzione nel 1976 (Bologna: 15-16 maggio), dal 21 al 23 di novembre di quest’anno all’Università di Firenze.
ll Congresso è sempre stato per Medicina Democratica un’occasione di riflessione e di dibattito sui temi della difesa e promozione della salute, a partire dalla storia e dagli obiettivi del movimento di lotta contro la nocività del lavoro e dell’ambiente di vita nato negli anni ’60 del secolo scorso, per arrivare alla difesa del sistema di Welfare e di Sanità Pubblica oggi sottoposto all’attacco del fronte che si riconosce nel pensiero unico ultraliberista affermatosi negli anni ’80 del secolo scorso con la svolta reazionaria di Reagan e Teatcher, senza dimenticare. Pinochet; un attacco oggi tanto più virulento in quanto non contrastato da una adeguata risposta politica di Classe.
Il Congresso di Medicina Democratica non è mai stato il mero adempimento burocratico di ciò che pure il nostro Statuto prevede (rinnovo del Direttivo e delle cariche sociali), ma sempre occasione di dibattito su contenuti di lotta.
Come già nelle passate edizioni oggi in particolar modo, in considerazione dell’offensiva in atto contro le conquiste del Movimento Operaio in tema di promozione della Salute e Prevenzione della malattia, Medicina Democratica, “Movimento di Lotta per la Salute”, propone la partecipazione qualificata al proprio Congresso a tutte le Associazioni che condividano con noi valori, obiettivi e metodi di lotta. Lo scopo, attraverso il confronto, è quello di contribuire a promuovere un processo di coordinamento in rete che risulti efficace per favorire a livello nazionale ed europeo la difesa attiva del diritto a una sanità pubblica universale, solidale, partecipata e finanziata dalla fiscalità progressiva.
Affinché anche la Sanità, privatizzata, non diventi la prossima bolla finanziaria di cui un Capitalismo Finanziario socialmente irresponsabile e insaziabile sembra volersi alimentare, arrivando a minare dalle fondamenta con l’attacco ai principi Costituzionali la nostra convivenza civile e la democrazia stessa sacrificata all’efficienza finanziaria, abbiamo stilato un programma che prevede varie occasioni di dibattito plenario su povertà, lavoro, gestione dei rifiuti, energia, agricoltura e alimentazione, e una serie di lavori di gruppo sugli stessi temi, per favorire gli scambi di esperienze.
Il luogo, l’Università, indica una costante di Medicina Democratica: la volontà di collaborare senza deleghe, ma rivendicando il principio di Partecipazione, alla costruzione di una nuova Cultura e di una nuova Scienza con al centro l’Uomo non il Consumatore, la Persona come Soggetto e non Oggetto di ricerca, gli Ultimi e Deboli come coloro con i cui bisogni Medicina, Epidemiologia, Ricerca, Servizi e Stato si devono misurare.
Per chi volesse documentarsi sulle posizioni di Medicina Democratica in merito ai temi proposti, esiste un nutrito archivio delle pubblicazioni che Medicina Democratica ha prodotto, soprattutto attraverso Convegni, Corsi di formazione e la Rivista che esce periodicamente anche con dossier dedicati a temi specifici, particolarmente approfonditi con il contributo di Tecnici, Ricercatori e di Movimenti di Lotta impegnati sul Territorio e nei Luoghi di Lavoro.
Constatando che l’iniziativa per la difesa del sistema sanitario, centrale per la difesa di tutto il sistema di Welfare, creato con lotte, sacrifici e conquiste che risalgono alla Rivoluzione Francese e alla nascita del Socialismo stesso, che coinvolge Movimenti di Lotta, Associazioni Scientifiche, Culturali e professionali, Organismi di rappresentanza sindacale e politica, Gruppi organizzati di Cittadini, Medici, Studenti, Operatori Sanitari, Lavoratori è oggi particolarmente frazionata e dispersa, offriamo il Congresso di Medicina Democratica come momento di aggregazione e di organizzazione, di scambio di riflessioni e di analisi, per giungere a una elaborazione comune (piattaforma) che formi il tessuto di connessione della rete permanente che intendiamo collaborare a costruire, nel rispetto delle specificità di ciascuno, con l’intento di potenziare l’efficacia di intervento di tutti.
Chiediamo pertanto alle associazioni di contribuire ai lavori con specifici contributi.
Gli argomenti individuati, da discutere anche con i rappresentanti delle Associazioni che vorranno partecipare, sono quelli dell’Ambiente (Inquinamento, Alimentazione, Agricoltura) Lavoro (le diverse forme di nocività e le lotte per la promozione della salute) Sistema Sanitario (difesa dei diritti con particolare attenzione alla salute della donna, sostenibilità e lotte contro i tentativi di privatizzazione), Emarginazione.
La proposta di Medicina Democratica ai Gruppi, alle Associazioni o ai Movimenti che vorranno partecipare e contribuire è quella di mettere a disposizione una specifica competenza di conoscenza, di lotta e di presenza storica sui temi critici della partecipazione e della prevenzione, impegnandosi a potenziare:
-         come strumento di dibattito, divulgazione, proposta e organizzazione la Rivista anche in sinergia ove e come possibile con “Epidemiologia & Prevenzione”;
-         come presenza nel movimento di lotta il numero e le attività delle sezioni territoriali, da meglio coordinare in modo permanente pur nella varietà dei temi e dei modi organizzativi (Sportelli Salute e disagio lavorativo, Supporto all’azione legale locale, Iniziative giudiziarie o legislative a livello nazionale);
-         l’attività di formazione e sensibilizzazione sul territorio attraverso Corsi organizzati in tema di nocività del lavoro, identificazione e documentazione dei fattori di rischio sul territorio anche con la promozione di ricerca epidemiologica di base e la promozione di iniziative locali di lotta o di contrasto su specifici temi;
-         l’iniziativa di coordinamento nel sociale attraverso la costituzione di reti di relazioni stabili con associazioni, gruppi e movimenti presenti sul territorio e attivi in ambito socio-sanitario e politico;
-         l’iniziativa di promozione di convegni su emarginazione, salute della donna, difesa dei diritti, difesa dei beni comuni, per il lancio di iniziative anche legislative per contrastare fonti di inquinamento fisico, chimico, ma anche culturale (pensiero unico);
-         l’istituzione di un Comitato Scientifico permanente di Consulenti – Garanti a cui chiedere un impegno non continuativo di partecipazione, ma contributi mirati ad iniziative di ampia risonanza nazionale e internazionale (Rodotà, Maciocco, Mattei, Gallino, Casson, Tognoni, Ercolini,  Marescotti, Burgio).

Il Direttivo Nazionale di Medicina Democratica

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From: Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
To:
Sent: Tuesday, September 15, 2015 9:30 PM
Subject: VOGLIAMO FARE FINALMENTE CHIAREZZA SUL REALE NUMERO DI MORTI SUL LAVORO IN ITALIA?

L’Osservatorio Indipendente di Bologna è l’unico in Italia a monitorare TUTTI i morti per infortuni sul lavoro, nessuno escluso e indipendentemente dal lavoro che svolge la vittima, o che disponga o meno di un’assicurazione.
I morti per infortuni  sui luoghi di lavoro non sono mai stati così tanti da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro.
Sono, dall’inizio dell’anno a oggi 15 settembre, 478 sui luoghi di lavoro (oltre 1.000 se si aggiungono tutti quelli che muoiono in altri contesti). Erano 457 il 15 settembre del 2014 (+4,6%), erano 437 lo stesso giorno del 2008 (+8,6%).
In questi anni nessun calo favoloso, ma aumenti, nonostante che un numero enorme lavoratori abbia perso il lavoro da quell’anno. I morti si sono solo trasferiti da categorie protette ad altre che non lo sono o che hanno un’assicurazione diversa dall’INAIL.
Occorre sempre ricordare che, se si aggiungono i lavoratori morti sulle strade e in itinere, i morti per lo meno  raddoppiano. 
Ma queste vittime, se in regola sono riconosciute dallo Stato come morti sul lavoro (e tante non lo sono) e richiedono interventi diversi. Se si vuole fare prevenzione occorre tenere nettamente separate queste morti  da quelli che muoiono sui luoghi di lavoro.
La Lombardia ha già 62 morti sui luoghi di lavoro, ma se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere si superano i 120 morti, ma occorre ricordare che la Lombardia ha più del doppio degli  abitanti di qualsiasi regione italiana, e se si guarda il numero di abitanti è la Toscana che quest’anno, con 49 morti sui luoghi di lavoro, detiene questo triste primato. L’indice occupazionale non ha nessun valore statistico, a morire sono soprattutto lavoratori atipici, in nero, Partite IVA e agricoltori.
E’ l’agricoltura con il 32% di tutte le morti sul lavoro che rappresenta la vera emergenza del Paese. Seguono l’edilizia col 21,2%, l’industria con il 10,04%,  l’autotrasporto di tutte le categorie con il 7,3%. Gli altri morti sono nei servizi e in altre categorie che non stiamo a elencare.
Sono già 67, giorno dell’inaugurazione dell’EXPO i morti schiacciati dal trattore e 97 dall’inizio dell’anno, nel 2014 sono stati 152 e questo pur avvertendo nel febbraio 2014 e 2015 il Ministro Martina, il Ministro Poletti e il Primo Ministro Renzi delle imminenti stragi di agricoltori schiacciati dal trattore. Si chiedeva loro di fare almeno una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo.
Il 22% di tutte le morti per infortuni sul lavoro ha più di 60 anni (quanto incide la legge Fornero?), il 28% ha dai 50 ai 59, il 24% ha dai 40 ai 49 anni.
Gli stranieri morti sui luoghi di lavoro sono il 14,4% sul totale di tutte le morti per infortuni.
Occorre ricordare che l’INAIL monitora solo i propri assicurati e che secondo tale ente l’anno scorso ci sono stati, compreso gli infortuni in itinere, 662 morti.
Un osservatorio che elabora gli infortuni mortali sul lavoro dell’INAIL scrive che le morti per infortuni sul lavoro sono stati nei primi sette mesi del 2015 ben 643, compreso l’itinere, questo vuol dire che se l’INAIL ha avuto “solo” 662 morti nell’intero 2014, assistiamo a un aumento spaventoso.
Sarebbe ora di fare finalmente chiarezza su queste tragedie e non giocare sui numeri e tirarli dalla parte che fa più comodo.
Il Jobs Act non protegge dal licenziamento neppure i lavoratori che si rifiutano di svolgere lavori pericolosi, che con una scusa possono essere licenziati e questo farà aumentare ancora di più le morti sul lavoro.

Carlo Soricelli
Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

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To:
Sent: Wednesday, September 16, 2015 6:41 PM
Subject: IL CONTRIBUTO DI ALESSANDRIA AL CONGRESSO DI MEDICINA DEMOCRATICA: IL LIBRO “AMBIENTE DELITTO PERFETTO”
             
Medicina Democratica di Alessandria parteciperà al Congresso Nazionale di Firenze con un libro: “Ambiente Delitto perfetto” Ambiente e salute nella morsa tra Giustizia e Movimenti. La giustizia in campo ambientale è impossibile? La sconfitta epocale dei movimenti è irreversibile?
Vi anticipiamo l’indice e l’introduzione.

INDICE
Personaggi e interpreti.
Introduzione.
La sconfitta del movimento operaio.
Ascesa e caduta dei movimenti ecopacifisti.
Nucleare Bosco Marengo. Uso politico della giustizia.
No TAV. Resistere, resistere, resistere.
J’accuse. 40 anni di responsabilità industriali, sindacali, politiche, giudiziarie, giornalistiche.
Processo Solvay. Scandalo industriale e politico.
Processi amianto. Eternit, la vergogna.
Processo ThyssenKrupp. Giustizia di classe.
Processo smog Alessandria. Uso pilatesco della giustizia.
Processo Michelin. Malagiustizia.
Finalmente… Legge Ecoreati.
Siparietti: Pollo alla Marengo.
Il mistero dei bidoni. Dramma in due atti.
Metti una sera a cena con Romano (e Marcellino, Fabrizio, Bruno, senza Carlo)
Premi Attila. Ad imperitura memoria dei nostri figli peggiori.
Marcellino Gavio
Fabrizio Palenzona
Bruno Binasco
Carlo Cogliati
                       
INTRODUZIONE
Essendo uno dei pochi in Italia imperniato sul reato di dolo ambientale, potrebbe aver fatto scuola proprio per i processi dolenti Eternit e ILVA, eppure noi non riveliamo la sentenza del processo Solvay-Montedison in Corte di Assise di Alessandria per non anticipare il finale a chi vorrà leggere come fossero un romanzo le cronache delle udienze: abbiamo mantenuto integra, a costo di incongruenze, la freschezza tipica di un diario, speriamo coinvolgente.
A tratti farsa, a tratti dramma, centinaia di personaggi, in carne e ossa o evocati, infatti affollano l’aula giudiziaria per anni.
La prima ragione della scelta editoriale, invece, è che questo processo si colloca in una fase storica caratterizzata dalla crisi dei Movimenti ecopacifisti in parallelo a sentenze che hanno scandalizzato il mondo ecologista e aperto in Italia un vasto dibattito sulla Giustizia in materia ambientale culminato con la Legge sui delitti contro l’ambiente, peraltro a sua volta criticata.
In questo inquietante contesto ha assunto perciò importanza storica e giuridica la sentenza di Alessandria quale possibile affermazione di una inversione di tendenza ai verdetti sui disastri ambientali, assolutori per effetto della derubricazione del pesante reato di dolo al lieve reato di colpa, ovvero delle prescrizioni: dal 2004 al 2013 sono stati prescritti 80 mila reati ambientali, per 220 miliardi di danni che nessuno pagherà. 
Se del libro il processo Solvay è il nucleo centrale, la sezione che necessariamente lo precede riguarda i Movimenti popolari.
Il cenno obbligato al precursore di tutti i fallimenti: quello del Movimento operaio negli anni ’80.   L’analisi dello stato di salute dei Movimenti ecopacifisti prima e dopo i referendum 2011. La tesi della loro sconfitta epocale per responsabilità soprattutto del Forum per l’acqua pubblica che, all’indomani della straordinaria vittoria referendaria, aveva tutte le carte in mano (dimensione, autorevolezza e soldi dei rimborsi elettorali) per attivare finalmente il processo di unificazione dei Movimenti. Rifiutando di sciogliersi nei Movimenti, soprattutto con No TAV Valsusa, ha dissolto un immenso, ma disperso patrimonio civile composto da mille vertenze sul territorio, una forza politica straordinaria potenzialmente in grado di farsi Soggetto politico di governo nazionale dei Beni Comuni. Una occasione storica irripetibile: la vittoria clamorosa è stata irrimediabilmente buttata nel cesso per egoismi e incapacità di analisi strategica di alcuni burocrati. Tesi dagli stessi assai contestata.

Messaggio di pace e salute inviato a destinatari da Lino Balza
Medicina Democratica Alessandria
via Dante, 86
15121 Alessandria
cellulare: 347 01 82 679

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From: Posta Resistenza posta@resistenze.org
To:
Sent: Thursday, September 17, 2015 3:09 AM
Subject: SANITA’: SI GRATTA ANCORA DAL FONDO DEL BARILE

Diritto alla salute addio!
Come dire: morite prima così risparmiamo anche sulle pensioni, e possiamo potenziare le spese militari per la guerra. Nella calura estiva una vera e propria mazzata si è abbattuta sulla sanità pubblica. Il Governo deve far quadrare i conti come richiede l'UE e le spese sanitarie sono tra i primi tagli della spending review.
Non tagli agli sprechi o razionalizzazione delle risorse, ma tagli lineari che colpiscono la salute. Il capolavoro del deputato PD Gutgeld, fedele renziano, è una voragine di 10 miliardi che si aggiunge a quella degli ultimi anni e che attacca la prescrizione degli esami. Basta con analisi, TAC e risonanze magnetiche, visite specialistiche, stop a quasi 200 prestazioni specialistiche e a oltre cento tipologie di ricoveri ritenuti uno spreco miliardario.
Strutture sanitarie e medici avranno un limite di prescrizione oltre al quale non potranno andare, vale a dire che i pazienti saranno privati di diagnosi accurate se non a proprie spese, come se già non bastasse il pagamento dei ticket. Introdotti con la giustificazione del ripiano del deficit della spesa sanitaria accumulato in seguito a gestioni clientelari, di corruzione, di tangenti, ruberie varie ecc. Un balzello per la spesa sanitaria che si paga già attraverso il prelievo fiscale generale, l'IRPEF e le assicurazioni auto.
Il Sistema sanitario nazionale, nato nel 1978 forte di una mobilitazione che si richiamava all'articolo 31 della Costituzione, è un vago ricordo. Dal 1992 con De Lorenzo, allora Ministro della sanità, a oggi una serie di controriforme, la riforma del titolo V, le politiche della Commissione Europea, hanno cambiato completamente i principi ispiratori e la sanità è diventata un'azienda che deve produrre profitto.
Anche con il governo Prodi e Rosi Bindi Ministro, nel 1999, si è confermata l'aziendalizzazione e la regionalizzazione, inoltre sono stati introdotti i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza).
L'attuale attacco durissimo alla sanità, con differenze tra Regione e Regione per via del Patto Stato-Regioni, mette a serio rischio il diritto alla salute. La riduzione di personale (sottoposto a turni e orari massacranti per contratti firmati da quei sindacati che dovrebbero difendere i lavoratori) mette in pericolo la salute stessa dei dipendenti e abbassa il livello di qualità del servizio. E a sopperire vuoti e posti vacanti sono chiamati a lavorare, gratis, i volontari (speranzosi in una futura assunzione), perché l'Italia per numero di infermieri è sotto la media OCSE: 6,4 per mille abitanti contro la media OCSE di 8,8: mancano quindi 60 mila infermieri.
Cosa sta accadendo nella sanità pubblica? Depotenziamento, ridimensionamento e declassamento di interi ospedali obbligano pazienti e parenti a scomodi e costosi spostamenti. Per evitare lunghe liste d'attesa si dirigono i pazienti verso il cosiddetto volontariato, cioè verso il terzo settore che alle Regioni costa più del servizio interno, si riducono i posti letto (la media OCSE è 4,8 per mille abitanti mentre in Italia è a 3,4 e 12 anni fa era a 4,7), si limitano i giorni di degenza, si è introdotta l'intramoenia (il sistema che permette agli specialisti l'uso privato della struttura pubblica a pagamento). Si chiudono i reparti maternità là dove si registrano meno di 1.000 parti all'anno costringendo le donne, stressate dal travaglio, a lunghi percorsi su strade spesso dissestate, impervie, piene di curve e l'uso dell'elicottero dalle isole, tempo permettendo.
Con l'imposizione del DRG (Diagnostic Related Group), una sorta di prezzario delle prestazioni in uso negli Stati Uniti ai pazienti non è garantita la necessaria assistenza e vengono dimessi non completamente guariti. E mentre si eliminano i presidi di quartiere e gli ospedali, se ne costruiscono altri con il sistema economico del “project financing” per assicurare ulteriori profitti e speculazioni finanziarie ai privati e per loro la sanità diventa un vero e proprio affare.
Lo scopo del Governo nazionale e regionale tra chiacchiere e slogan smentite dalla realtà è chiaro: smantellare il servizio pubblico sanitario, che è un diritto costituzionale, per orientarlo verso la totale liberalizzazione e privatizzazione, con grande vantaggio dei pazienti ricchi, delle cliniche private, delle compagnie assicurative (Unipol sta spopolando), del terzo settore cosiddetto volontariato.
In piena sintonia con quanto richiesto dall'imperialismo Usa attraverso il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), il trattato che l'UE sta firmando, e con il TISA (Trade In Services Agreement), altro accordo che l'Italia sta negoziando su pressione di grandi lobby e multinazionali attraverso la Commissione europea e che riguarda la privatizzazione di tutti i servizi fondamentali ancora oggi pubblici (istruzione, trasporti) compresa la sanità.
Sebbene in Italia ci siano 10 milioni di cittadini che rinunciano alle cure mediche per le loro cattive condizioni economiche e altri milioni si sacrificano per pagare i ticket, si ha la percezione che l'antipopolare attacco al diritto alla salute e il futuro "americanizzato" che ci aspetta, non sia recepito dai cittadini.
Forse la comunicazione del Governo, seppure parziale e non veritiera è così convincente? La salute non è un tema che interessa parlamentari e politicanti che sanno bene come stanno le cose, ma hanno l'interesse di procedere verso una società sempre più elitaria eliminando il welfare. Liberalizzazione e privatizzazione sono termini cari anche alle forze di destra che difendono i servizi pubblici, ma solo a parole e strumentalmente.
Tutti sanno che la spesa militare continua ad aumentare, sanno che l'Italia spende 70 milioni al giorno per la "difesa", che il governo Renzi (scavalcando il Parlamento) si è impegnato a mantenere forze militari in Afghanistan e fornire a Kabul un aiuto economico di 4 miliardi di dollari annui. Si è impegnato a sostenere lo speciale fondo al governo di Kiev, candidato a entrare nella NATO e allargare ulteriormente l'Alleanza atlantica ad est. Sanno quanto costa mantenere lo staff dei quartieri generali attraverso i Ministeri degli esteri per coprire i costi operativi e di mantenimento della struttura militare internazionale (circa il 9% per "operazioni e missioni a guida NATO"). E quanto si spende per le Basi USA e NATO sul nostro territorio? E per le esercitazioni militari? E’ di questi mesi una delle più grandi esercitazioni NATO la TJ15 che vede impegnate soprattutto in Italia, Spagna e Portogallo oltre 230 unità terrestri, aeree e navali e forze per le operazioni speciali di oltre 30 paesi alleati (36 mila uomini, oltre 60 navi e 140 aerei da guerra).
Tutti impegni che non solo inquinano, non solo trascinano l'Italia in nuove guerre, ma sottraggono enormi risorse alla spesa sanitaria, alle pensioni, all'occupazione e alla solidarietà verso gli immigrati. Tutti tacciono sullo spreco di denaro e sulle grandi spese (comprese quelle per governo e parlamentari) e accettano i tagli della sanità.
Quindi per tornare all'argomento iniziale non ci sono scorciatoie. La lotta e l'organizzazione, anche su argomenti parziali come il rifiuto della speculazione sulla salute, su quel diritto che è la condizione di benessere psico fisico come il diritto a rimanere sani con la garanzia della prevenzione, oltre che dal non essere avvelenati dall'inquinamento generale, compreso quello delle manovre militari e della guerra, sono fondamentali.
Senza dimenticare che il problema di tutti i nostri mali si chiama capitalismo, il sistema basato sulla ricerca del massimo profitto, che calpesta pure la salute. Ed è questo sistema che va abbattuto per costruirne uno che abbia al centro i lavoratori, le masse popolari e le loro esigenze.

09/09/015
Nuova Unità

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From: Teoria & Prassi teoriaeprassi@yahoo.it
To:
Sent: Friday, September 18, 2015 9:01 PM
Subject: IL DIRITTO DI SCIOPERO SI DIFENDE SCIOPERANDO!

Il governo reazionario e antioperaio di Renzi ha varato oggi un Decreto Legge che restringe ulteriormente il diritto di sciopero.
Con l’aiuto dei principali media e avvalendosi dell’atteggiamento complice dei vertici sindacali collaborazionista, il governo ha preparato da mesi questo provvedimento che colpisce l’intero movimento operaio e sindacale.
Lo ha fatto dopo aver cancellato l’articolo 18 e introdotto misure di controllo a distanza dei lavoratori, dopo aver tagliato ulteriormente i fondi dei servizi sociali, sanitari e culturali che dice di voler “difendere” dagli scioperi.
Tutti i partiti di destra e di “sinistra” della borghesia, in testa il PD neoliberista, partecipano alla carica contro i lavoratori e le loro organizzazioni di massa.
Non passa giorno che i lavoratori si vedono privati del diritto di assemblea, di sciopero, di espressione delle proprie opinioni. I contratti collettivi nazionali di lavoro vengono negati. Gli operai più combattivi vengono multati, sospesi e licenziati dai padroni. E in fabbrica, nei cantieri, nei campi, i proletari vengono sacrificati sull’altare del profitto come e più di prima.
Autoritarismo nei posti di lavoro e autoritarismo politico, liquidazione delle libertà conquistate a caro prezzo dalla classe operaia e controriforma della Costituzione democratico-borghese fanno parte di un solo progetto reazionario ispirato dal grande capitale.
C’è un solo modo per far saltare questo attacco reazionario che procede in varie forme in tutta l’UE imperialista: sviluppare e organizzare la lotta di classe degli sfruttati!
Chiamiamo gli operai e gli altri lavoratori sfruttati a riprendere la lotta più combattiva e compatta contro l'offensiva del capitale e del suo governo.
Il fronte unico di lotta del proletariato, e ancor più l’esistenza di un forte Partito comunista rivoluzionario, sono le armi decisive che abbiamo per impedire alle forze reazionarie di portare a termine il loro piano e per aprire la via a un Governo degli operai e degli altri lavoratori sfruttati, che sorga dal movimento rivoluzionario delle masse sfruttate e oppresse e si appoggi sui loro organismi.
Contro l’attacco ai diritti di assemblea e di sciopero, assemblee e scioperi ovunque!
Rafforziamo e uniamo l’opposizione di classe nei sindacati di massa!
Diamo vita a Comitati operai e popolari nei posti di lavoro e sul territorio!
Organizziamo lo sciopero generale per cacciare il governo Renzi!
Uniamoci, organizziamoci, lottiamo per farla finita con un sistema moribondo, per l’alternativa di potere del proletariato!

18 settembre 2015
Piattaforma Comunista per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

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From: Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
To:
Sent: Saturday, September 19, 2015 7:20 AM
Subject: SUPERATI I 100 MORTI SCHIACCIATI DAL TRATTORE DALL'INIZIO DELL'ANNO

Con la morte di Tiziano Zanardelli della provincia di Brescia e Sergio Dragon di Cuneo siamo arrivati all'incredibile numero di 102 morti schiacciati dal trattore dall'inizio dell'anno.
Se pur avvertiti per tempo nel febbraio 2014 e 2015, di fare una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo non siamo riusciti neppure a far fare un twitter a Martina, Renzi, Poletti.

Carlo Soricelli
Osservatorio Indipendete di Bologna morti sul lavoro

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To:
Sent: Saturday, September 19, 2015 7:04 PM
Subject: PROCESSO SOLVAY: LE NOVITA’ DELLE ULTIME UDIENZE

Riprende il 21 settembre 2015 il processo.
Nell’ultima udienza Solvay ha agito come un killer in aula giudiziaria.
Denuncia il Pubblico Ministero al Consiglio superiore della Magistratura. Si inventa un complotto ai propri danni: un intrigo internazionale “dei poteri forti” ordito dai congiurati Ausimont, ARPA, carabinieri NOE, Comune, Provincia, Regione, giunte di sinistra e di destra, amministratori e funzionari, Montedison, Edison, Eridania, Coopsette, Esselunga, associazioni ambientaliste. Tutti dediti a tangenti e mazzette. Il Pubblico Ministero diventa il deus ex macchina dei congiurati. Una “denuncia” che è una cazzata di fatto e in diritto ma che ha l’ambizione di inceppare i meccanismi giudiziari.
In questi processi industriali sono in gioco interessi enormi, basti pensare alle centinaia di milioni dei costi di bonifica del disastro ambientale di Spinetta Marengo in caso di sentenza di colpevolezza, dunque tutti i mezzi sono ammessi per la difesa, senza scrupoli.
Tra questi ci sta, a opera della Solvay, la denuncia del Pubblico Ministero al Consiglio superiore della Magistratura.
Obbiettivo immediato dell’annuncio in aula della Corte di Assise di Alessandria è aggredire i giudici popolari con una cannonata: Solvay denuncia che il Pubblico Ministero Riccardo Ghio ha concorso a un complotto contro la multinazionale belga, ha falsificato gli atti del processo, ha commesso un serie gravissima di reati al fine della “concussione ambientale”, cioè estorsione di soldi.
Più la spari grossa e più fai impressione, se poi aspetti a sparare all’ultima udienza il botto che ti proponi è il massimo. Il teorema dell’avvocato “best” Luca Santamaria è fantasioso, ma è talmente pesante da diventare subdolo, teso a indurre il dubbio fra i giurati, e il dubbio serve quando il confine è “al di là di ogni ragionevole dubbio”. Non dovrebbero però avere dubbi i giudici dopo aver seguito decine di udienze per anni, non dovrebbero lasciarsi abbacinare dal pirotecnico teorema.
L’annuncio è probabilmente un bluff, petardo più che una bomba, non è così scontato che partirà la denuncia, soprattutto in caso di condanna in Assise. Però una cosa è assolutamente certa: se la Corte assolverà dal dolo gli otto imputati, Solvay procederà senza esitazioni contro il Pubblico Ministero usando la carta assoluzione come grimaldello nella denuncia.
Gli obbiettivi di prospettiva diventerebbero allora più ambiziosi e concreti. Il polverone sollevato al Consiglio Superiore della Magistratura servirebbe per altri due scopi. Uno, nel ricorso in Appello: il boato della denuncia, proprio perché al limite del ridicolo, sarebbe talmente clamoroso da fuorviare tutto il dibattimento e trascinarlo per il largo e il lungo (prescrizione).
L’altro obbiettivo guarda al filone processuale che si sta per aprire per le morti e le malattie provocate dall’inquinamento soprattutto atmosferico. Questo secondo processo per Solvay è ancora più pericoloso dell’attuale perché essa non può neppure attuare lo scaricabarile su Ausimont.
Dunque le diventerebbe essenziale, tramite la denuncia, fare della Procura di Alessandria “l’anatra zoppa” (l’Accusa sotto accusa!!), sostituire il Pubblico Ministero, o chiedere addirittura lo spostamento del processo in altra sede (tentativo fallito in precedenza).
Questa manovra contro il Pubblico Ministero Riccardo Ghio (ignobile sul piano personale, tipica di chi passerebbe sul cadavere della madre) è stata scelta per regia di Giorgio Carimati nell’impossibilità di agire direttamente sulla Corte di Assise. Noi abbiamo spesso criticato la Presidente Sandra Casacci perché agli avvocati difensori è stato concesso di fare e dire qualunque cosa. Alla luce degli avvenimenti, ora dobbiamo ammettere che la pazienza è così riuscita a non offrire il benché minimo pretesto di killeraggio processuale.
A Chieti il presidente della Corte d’assise Geremia Spiniello è stato ricusato da Montedison semplicemente per aver dichiarato in una intervista l’ovvio impegno di rendere giustizia al territorio e sostituito da Camillo Romandini. Le accuse di alcuni giurati per pressioni indebite da parte del subentrato presidente sono al vaglio del Consiglio superiore della Magistratura.
Ad Alessandria, nel 2008, all’impostazione del processo (differente da Chieti), termini e capi di imputazione compresi, Riccardo Ghio aveva lavorato sotto la guida del Procuratore Generale Michele Di Lecce trasferitosi a Genova nel 2012 e sostituito da Mario D’Onofrio. A quel tempo Solvay non se l’era sentita di attaccare Di Lecce, mentre ora evidentemente reputa che Ghio sia isolato.
In conclusione, la denuncia della Solvay di Spinetta al Consiglio superiore della Magistratura è una bolla, anzi una balla. Si reggerebbe solo se riuscisse a dimostrare l’esistenza delle tangenti che, afferma Solvay, sarebbero state pagate (collusione e concussione) da Ausimont agli Enti locali (e non solo) per renderli complici nel nascondere gli inquinamenti. Solvay dovrebbe portare le prove delle mazzette, che nella contabilità aziendale non possono sfuggire. Se le ha e non le tira fuori è perché rischierebbe di scoprire i propri altarini. Senza questa prova regina, il teorema di Santamaria è ridicolo, un bluff, un polverone, una messa in scena cinica. L’aveva già enunciato per sei ore nell’udienza del 17 novembre 2014.
Santamaria, senza prove sei solo un killer prezzolato!

* * * * *

UDIENZA DEL 17 NOVEMBRE 2014
Solvay è innocente: vittima di un intrigo internazionale ordito dai poteri forti della chimica, dei supermercati e della politica, per impedirle di denunciare i veri colpevoli della catastrofe ambientale di Spinetta Marengo, e per impedirle di bonificare l’altrui avvelenamento doloso delle falde acquifere. Regista finale del complotto: il Pubblico Ministero. Svelato il giallo in Corte di Assise di Alessandria: tutti i nomi dei congiurati. Ombra della massoneria.
 “Va bene a tutti, anche all’amico Balza”: l’avvocato Luca Santamaria conclude l’arringa difensiva in Corte di Assise di Alessandria. L’ironia storpiante su “amico” è scontata: ormai è un ritornello additare Lino Balza come “nemico”, numero due, distaccato di parecchie lunghezze dal nemico numero uno di Solvay, il pubblico ministero Riccardo Ghio.
Invece, è assai nebulosa la conclusione del romanzo giallo raccontato per sei ore dall’illustre legale, cioè l’intrigo internazionale “dei poteri forti” che si materializzerebbe nell’assassinio di Solvay ad opera di un folto gruppo di congiurati.
I quali sarebbero in ordine di presentazione: Ausimont, Pubblico Ministero, ARPA, Crabinieri NOE, Comune, Provincia, Regione, giunte di sinistra e di destra, amministratori e funzionari, Montedison, Edison, Eridania, Coopsette, Esselunga, associazioni ambientaliste ad eccezione di Medicina Democratica (bontà sua).
Non cita i sindacati. Dimentica il GUP Stefano Moltrasio. Dice Santamaria: “Va bene a tutti” l’assassinio finalmente ordito, cioè l’incriminazione di Solvay per avvelenamento doloso e dolosa omessa bonifica, ex articolo 439 del Codice di Procedura Penale
“Va bene a tutti” i suddetti congiurati, e anche all’ “amico” Balza che, pur non avendo compreso il complotto, è contento lo stesso perché costituzionalmente nemico giurato di Solvay.
Santamaria avvince come giallista ma non convince né come giallista né come difensore di Giorgio Carimati.
Avvince, che è un piacere ascoltarlo due tre ore, quando scava nella dietrologia, quando dissemina indizi inquietanti su ciascuno dei congiurati, ma poi quando dopo sei ore il mosaico dovrebbe comporsi ti rendi conto che le tessere sono forzatamente assiemate, come avviene per i giallisti neofiti.
L’ultimo capitolo rende oscura la trama. Nessun giallo regge se non regge il movente. Non convince il garbuglio. D’altronde è la prima volta che Santamaria si esercita in questa nuova veste di romanziere. Per il resto è senza dubbio il leader dell’esorbitante staff difensivo della multinazionale chimica, è preparatissimo, analitico fino alla pignoleria, conosce a memoria tutti i risvolti processuali, segue e indirizza Solvay ancora prima del processo come è evidente nelle intercettazioni telefoniche, è attento e ascoltato consigliere di Carimati nel bene e nel male, non è solo un impareggiabile giurista, ma anche uno sgobbone che sacrifica per la causa le ore di sonno. In questa udienza si è presentato un po’ stanco, con la barba lunga, a tratti emozionato probabilmente per una qualche presenza di riguardo, ma pur sempre un leone indomito. Però come giallista...
Quando arrivi alla fine di un giallo e ti rendi conto che non sei in grado di riassumere la trama: resti deluso.
Può essere colpa tua perché il genere letterario non ti è confacente? Perché non possiedi neppure le veline giornalistiche che potrebbero aiutarti come prefazione del romanzo? A questo punto vai a comprare i giornali.
Trascriviamo quello che hanno capito loro del complotto internazionale: “Metà dell’area ex zuccherificio di Spinetta Marengo, vicina allo stabilimento, fu ceduta a Esselunga per fare un supermercato, ma i “signorotti locali” [i politici] sostenitori di CoopSette insorsero fino a che si decise di destinare l’altra metà a Coop7: un perfetto inciucio in barba al Piano regolatore comunale. Sembravano “tutti felici e contenti, ma Solvay va a rompere le scatole” perché, continua Santa Maria, insiste per la messa in sicurezza di emergenza della propria area, dopo aver scoperto che le perdite dalla fabbrica con relativo inquinamento sono più cospicue di quelle che le aveva dato a bere Ausimont [la venditrice] propinandole la bischerata di un piano di caratterizzazione falso. Basato su documenti falsi alle Autorità compiacenti. Ma se Solvay scopre gli altarini, viene fuori che anche l’ex zuccherificio è inquinato è salta l’inciucio “supermercato”. Fine della trascrizione.
Dunque c’era il rischio che l’integerrima Solvay facesse partire denunce penali contro Ausimont e soprattutto le Autorità colluse e corrotte.
Allora ci chiediamo: perché in 7 anni Solvay non ha fatto denunce? Perché parla di tangenti dell’Ausimont ai politici, senza produrre prove? Non è che andando con gli zoppi si continua a zoppicare?
Invece, nel racconto di Santamaria, Solvay stava rompendo (sic) la continuità mafiosa vigente ad Alessandria [con quanta discrezione! al punto di passare inosservata]. Il vento di Bussi (?) terrorizzò i congiurati (siamo all’escalation della suspense del giallista) la paura corre sul filo, il gioco del cerino acceso (sic) brucia Comune e ARPA, si salvi chi può.
E’ la quadratura del cerchio: esclama ispirato Santamaria.
Noi invece comprendiamo sempre meno il garbuglio del giallo, i collegamenti logici e fattuali, che c’azzecca lo zucchero col cromo esavalente, la lobby dei super mercati con la lobby della chimica?
Ma è proprio a quel punto che scatta il “coup de theatre” del romanzo. A quel punto (2008) entra in scena il complice Riccardo Ghio. Il Pubblico Ministero che, senza prove, bluffando, anzi falsificando le carte, individua come facile capro espiatorio (sic) l’innocente Solvay e la incrimina per sviare l’attenzione politica e mediatica e penale dall’ex zuccherificio, sotto il quale si cela il corpo del reato, cioè la discarica abusiva su cui il complice Pubblico Ministero non vuole proprio indagare: evidentemente contiene cromo e clorurati inquinanti la falda (che fantasia: se si pensa che lavoravano barbabietole per produrre zucchero!).
Santamaria definisce il fraudolento intervento di Ghio come “una vera e propria operazione di distrazione di massa” volta a non scoperchiare il vaso di Pandora (sic) dell’ex zuccherificio e a salvare il culo ai politici, gli stessi che impedivano (sic) a Solvay di bonificare l’inquinamento, a questo punto non di origine chimica ma zuccheriera.
Conclude Santamaria “Il Pubblico Ministero inscena una realtà finta e marcia, una menzogna organizzata da alte stanze del potere alessandrino, colluso da decenni con Montedison-Ausimont. Loro sono i veri colpevoli dell’avvelenamento e non Solvay. Perciò chiedo l’assoluzione con formula piena di Solvay e in particolare di Giorgio Carimati che dal 2003 al 2008 non poteva certo passare i sabati e le domeniche negli scantinati degli archivi segreti”.
Fine del romanzo giallo.
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From: Voci della Memoria info@vocidellamemoria.org
To:
Sent: Monday, September 21, 2015 12:45 AM
Subject: LA SALUTE NON SI TAGLIA: MARTEDI’ 22 SETTEMBRE TUTTI AL TARTARA ALLE 21

Car* Tutt*,
come Voci della Memoria non possiamo non essere al fianco di chi   combatte per salvare la Sanità Pubblica in una città come Casale  Monferrato, devastata dagli interessi privati di un'azienda che per 90  anni ha seminato dolore, malattia e morte.
Per questo vi aspettiamo tutt* martedì alle 21:00 all'assemblea pubblica “La salute non si taglia" al Salone Tartara in  piazza Castello a Casale Monferrato per dire BASTA!
Ci opponiamo con decisione:
-         alla soppressione della degenza oncologica decisione VERGOGNOSA per  una città martoriata dal mesotelioma;
-         alla chiusura del Punto Nascita premessa alla trasformazione  dell'Ospedale in lungodegenza;
-         alla soppressione dei reparti di Urologia e nefrologia e dialisi che  diventerebbero succursali periferiche dell'Ospedale di Novi Ligure.
Chiediamo con forza:
-         che i risparmi derivanti dalla chiusura della Clinica S. Anna e dalla  sede ASL AL vengano reinvestiti nell'Ospedale al fine di ridurre entro  limiti accettabili le liste di attesa;
-         che si provveda in tempi rapidi alla copertura dei numerosi posti  vacanti di Primario (OTTO REPARTI SCOPERTI!!!);
-         che si potenzi il Punto Nascita con la copertura degli organici dei  reparti di Ostetricia e Pediatria e con l'istituzione del Servizio di  parto analgesia-
Partecipate, diffondete, passate parola e condividete con tutti i  vostri conoscenti :
CASALE MONFERRATO HA GIA' DATO TROPPO, NON CEDEREMO PIU' NULLA!
#RompiamoIlSilenzio

Associazione Voci della Memoria

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