SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS!
“LETTERE DAL FRONTE” DEL 21/09/15
Invio a seguire e/o in allegato le “Lettere
dal fronte”, cioè una raccolta di mail o messaggi in rete che, tra i tanti che
ricevo, hanno come tema comune la tutela della salute e della sicurezza dei
lavoratori e dei cittadini e la tutela del diritto e della dignità del lavoro.
Il mio vuole essere un contributo a
diffondere commenti, iniziative, appelli relativamente ai temi del diritto a un
lavoro dignitoso, sicuro e salubre.
Invito tutti i compagni e gli amici della
mia mailing list che riceveranno queste notizie a diffonderle in tutti i modi.
Marco Spezia
ingegnere e tecnico della salute e della
sicurezza sul lavoro
Medicina Democratica
Progetto “Sicurezza sul lavoro: Know Your
Rights!”
e-mail: sp-mail@libero.it
Web Medicina Democratica: http://www.medicinademocratica.org/wp/?cat=210
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INDICE
Franco Mugliari fmuglia@tin.it
PIERRE LORENT: PERCHE’ NULLA NASCE PER CASO
Rete Nazionale Sicurezza bastamortesullavoro@gmail.com
A TARANTO IL 20 OTTOBRE!
Movimento Femminista Proletario
Rivoluzionario Nazionale mfpr.naz@gmail.com
LA LETTERA NASCOSTA DELLE BRACCIANTI
PUGLIESI
Pubblicazioni Istituto Superiore Sanità pubblicazioni@iss.it
NUOVE PUBBLICAZIONI DELL'ISTITUTO SUPERIORE
DI SANITA’
Patrizia Gentilini patrizia.gentilini@villapacinotti.it
24 SETTEMBRE ROMA: INQUINAMENTO AMBIENTALE
E SALUTE: QUALE FUTURO PER L’INFANZIA?
Gino Carpentiero ginocarpentiero@teletu.it
26 SETTEMBRE FIRENZE: RIUNIONE PREPARATORIA
AL CONGRESSO DI MEDICINA DEMOCRATICA DI NOVEMBRE
Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
VOGLIAMO FARE FINALMENTE CHIAREZZA SUL
REALE NUMERO DI MORTI SUL LAVORO IN ITALIA?
Lino Balza medicinademocraticalinobalza@hotmail.com
IL CONTRIBUTO DI ALESSANDRIA AL CONGRESSO
DI MEDICINA DEMOCRATICA: IL LIBRO “AMBIENTE DELITTO PERFETTO”
Posta Resistenza posta@resistenze.org
SANITA’: SI GRATTA ANCORA DAL FONDO DEL
BARILE
Teoria & Prassi teoriaeprassi@yahoo.it
IL DIRITTO DI SCIOPERO SI DIFENDE
SCIOPERANDO!
Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
SUPERATI I 100 MORTI SCHIACCIATI DAL
TRATTORE DALL'INIZIO DELL'ANNO
PROCESSO SOLVAY: LE NOVITA’ DELLE ULTIME
UDIENZE
Voci della Memoria info@vocidellamemoria.org
LA SALUTE NON SI TAGLIA: MARTEDI’ 22
SETTEMBRE TUTTI AL TARTARA ALLE 21
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From: Franco Mugliari fmuglia@tin.it
To:
Sent: Friday, September 11, 2015 4:22 PM
Subject: PIERRE LORENT: PERCHE’ NULLA NASCE
PER CASO
Ho conosciuto Pierre Lorent a Bolzano alla
fine del 1992.
Dire che è stato un incontro che ha
cambiato la mia vita professionale non è
eccessivo. Da quell’incontro, infatti, sono nate, e si sono sviluppate
iniziative che hanno segnato la storia della sicurezza sul lavoro in Alto
Adige, in particolare per quanto riguarda la formazione.
L’occasione del primo incontro con Pierre
mi è stata offerta dalla Fiera di Bolzano
che allora occupava i padiglioni della sede storica di via Roma e
che stava organizzando la tradizionale
esposizione specializzata biennale per l’edilizia (Bauschau) .
Allora io coordinavo un’associazione che si
chiamava Risiko Null (traduzione: rischio zero) e collaboravo con il Comitato
paritetico per la sicurezza in edilizia di Bolzano. La Fiera di Bolzano mi
chiese di organizzare un seminario/convegno sul tema della sicurezza sul
lavoro. Da pochi mesi era stata emanata la Direttiva 92/57/CE, la cosiddetta
“Direttiva Cantieri”, e quello fu il tema che decidemmo di affrontare.
A Pierre Lorent, cui la Direzione Generale
5 della Commissione Europea aveva affidato l’incarico di favorire l’analisi e
il recepimento della Direttiva nei diversi Paesi europei in particolare
attraverso la partecipazione delle parti sociali, fu il principale relatore
del Convegno che si tenne nei primi mesi
del 1993, "Anno europeo della sicurezza, dell'igiene e della salute sul
luogo di lavoro".
Il convegno che rappresentò una delle prime
occasioni, se non la prima in assoluto nel nostro Paese ad affrontare le
problematiche poste dalla Direttiva, (ruolo del committente, coordinatore della sicurezza, documenti per
la pianificazione della sicurezza), ebbe un successo di partecipazione
inaspettato.
Ma le cose, come invece di solito accade al
termine di convegni e seminari, non finirono lì.
Pierre Lorent cercava un’occasione e una
sede favorevoli per “sperimentare”
l’applicazione della Direttiva 92/57/CE e Bolzano rappresentava una occasione
irripetibile.
Infatti Bolzano:
-
era
già sotto la lente di ingrandimento della Commissione Europea per il progetto
di costruzione del tunnel ferroviario del Brennero, una delle grandi opere
inserite nel Libro bianco di Jaques Delors;
-
la
Fiera di Bolzano, che aveva commissionato il progetto per la realizzazione
della nuova sede, si dichiarò disponibile a testare la Direttiva, attraverso il
coinvolgimento dello staff dei progettisti;
-
la
Provincia autonoma di Bolzano, che fin dal 1988
aveva legiferato in merito all’istituzione di un elenco di esperti della
sicurezza per la cui iscrizione era necessaria la frequenza di un corso di
almeno 120 ore, si dichiarò disponibile, per il tramite della Formazione professionale in lingua italiana,
a progettare ed organizzare un corso per “Esperti della sicurezza in edilizia”
(leggi Coordinatori della sicurezza)
sulla base delle Linee guida per
la formazione dei coordinatori,
elaborate nell’autunno di quello stesso anno a Pont Royal in Francia;
-
l’associazione
Risiko Null e il Comitato Paritetico Edile di Bolzano garantirono la
partecipazione delle parti sociali all’organizzazione di un seminario europeo
tenutosi nel novembre del 1994, al termine del quale vennero elaborate linee
guida per l’elaborazione dei piani di sicurezza e del fascicolo tecnico dal
titolo “Le priorità di Bolzano”.
Al Seminario europeo del 1994 di Bolzano ne
seguì un terzo, tenutosi a Lisbona nell’ambito della costruenda “EXPO”
internazionale. Dopo di allora fu tutto un susseguirsi di esperienze formative
nell’ambito di prestigiose sedi universitari: dal Politecnico di Milano, a
Liegi, a Barcellona.
A Bolzano, il primo corso per “Esperti
della sicurezza in edilizia” (coordinatori) venne inaugurato dallo stesso
Pierre Lorent, il 19 settembre 1994 (data di pubblicazione in Gazzetta
Ufficiale del D.Lgs. 626/94).
Poi tutto andò a regime e per qualche anno
la collaborazione con Pierre Lorent, che nel frattempo aveva concluso il suo
incarico per conto della Commissione Europea, si limitò alla predisposizione di
materiali informativi (soprattutto informatici) tesi a favorire modelli e buone
pratiche per l’elaborazione dei piani di sicurezza e per la formazione dei coordinatori.
Fu solo dopo qualche anno che si manifestò
la necessità di riflettere sui risultati raggiunti nell’applicazione della
direttiva cantieri nei diversi Paesi e fu la rete europea “Focus”, diretta da
Ramon Puig, a promuovere iniziative nell’ambito delle quali effettuare tale
confronto. Le sedi di tali confronti furono Barcellona nel 2008 e Madrid nel
mese di maggio del 2011. Fu l’ultima
volta che ho avuto occasione di incontrare Pierre Lorent. L’appuntamento per un
incontro successivo era già stato fissato, a Bolzano nel 2013 a 20 anni
dall’esperienza sopra descritta sempre per l’organizzazione della Fiera di
Bolzano.
Ma Pierre non avrebbe potuto esserci.
Resteranno le sue iniziative, i suoi documenti, il ricordo della sua passione e
dell’entusiasmo che riusciva a trasmettere agli altri. Sempre un po’ più avanti
di chiunque altro nell’individuare problemi e nell’indicare soluzioni
“condivise”.
Questa fu la sua caratteristica che io
ritengo fondamentale. Da battitore libero egli seppe coinvolgere, convincere,
far partecipare e far condividere le sue proposte anche ai soggetti portatori
di interessi apparentemente contrapposti. Un grande mediatore, un innovatore,
ma non un sognatore.
Al contrario egli ha saputo pazientemente
tessere una tela dentro la quale sono
rimasti “impigliati” tutti coloro i quali, ed io sono fra quelli, che si
mostrarono aperti e di animo libero
nell’accogliere le sue proposte e nel cercare di realizzarle.
Grazie Pierre di tutto questo. Per questo
non ti dimenticheremo facilmente.
Franco Mugliari
Per un profilo più completo di Pierre
Lorent vai al link:
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From: Rete Nazionale Sicurezza bastamortesullavoro@gmail.com
To:
Sent: Sunday, September 13, 2015 11:38 AM
Subject: A TARANTO IL 20 OTTOBRE!
APPELLO PER UN PRESIDIO/MANIFESTAZIONE
ALL'AVVIO DEL PROCESSO ILVA DI TARANTO, IL 20 OTTOBRE.
Il 20 ottobre comincia dopo una lunghissima
e combattuta udienza preliminare il vero e proprio processo alla famiglia di
padron Riva e a tutti i suoi complici che hanno reso tristemente famosa l'ILVA
come “fabbrica della morte” e Taranto come “capitale del popolo inquinato”.
Il processo ILVA mostra esemplarmente il
sistema del capitale ed è la “madre” di tutti i processi di questo tipo. Gli
imputati sono tutte le espressioni del sistema economico, politico,
istituzionale, dai grandi capitalisti ai loro agenti, dai rappresentanti delle
Istituzioni, parlamentari, regionali e locali, a esponenti della Digos e delle
Forze dell'Ordine, dai dirigenti degli Enti che dovevano controllare, fino a
preti vicino ai vertici della chiesa.
Mancano, ed è una grave lacuna del
processo, i vertici e i rappresentanti in fabbrica dei sindacati confederali. E
il quadro del sistema borghese sarebbe completo.
L'ILVA è al centro oggi della
contraddizione epocale tra gli interessi del capitale e gli interessi degli
operai e delle masse popolari, tra la logica del profitto e la salute, la vita
degli operai e delle masse popolari.
Ma il processo ILVA è oggi soprattutto
espressione dell'azione dei governi, e oggi in particolare del governo Renzi,
che in nome di salvare gli interessi dei padroni e gli interessi dell'economia
nazionale dei padroni legati alla produzione dell'ILVA, non hanno esitato e non
esitano ad agire contro il processo con Decreti e azioni ad hoc che ne vogliono
impedire lo svolgimento, mettere al riparo gli imputati e negare giustizia e
risarcimento a operai e masse popolari.
L'ILVA mostra in maniera esemplare come lo
Stato sia sempre e solo al servizio del capitale. La gestione attuale di Stato
e di governo dell'ILVA mostra che l'intervento dello Stato borghese serve solo
per socializzare le perdite e in futuro, nuovamente, privatizzare i profitti.
Per questo il processo ILVA è una grande
scadenza nazionale.
E' a questa scadenza nazionale che
chiamiamo come operai dell'ILVA, lavoratori del cimitero luogo di massima
concentrazione di inquinamento ai Tamburi, proletari e famiglie dei quartieri
Tamburi e Paolo VI, costituitisi parte civile autorganizzati al processo con
l'appoggio dello Slai Cobas per il Sindacato di Classe e la Rete nazionale per
la sicurezza e la salute sui posti di lavoro e territori, a un
presidio/manifestazione nazionale al Tribunale, alla fabbrica e al quartiere
Tamburi per il 20 ottobre.
Chiamiamo tutte le realtà collettive e
individuali, impegnate nella lotta anticapitalista e contro le devastazioni
ambientali e territoriali, a mandare l'adesione, a propagandare la scadenza in
tutte le forme e in tutti i luoghi di lavoro, territori, scuole, università,
ecc. e a partecipare con delegazione all'iniziativa.
Per informazioni
cellulare: 347
11 02 638
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From: Movimento Femminista Proletario
Rivoluzionario Nazionale mfpr.naz@gmail.com
To:
Sent: Sunday, September 13, 2015 04:55 PM
Subject: LA LETTERA NASCOSTA DELLE
BRACCIANTI PUGLIESI
LA LETTERA NASCOSTA DELLE BRACCIANTI
PUGLIESI
ORGANIZZIAMOCI: PREPARIAMO UN NUOVO
SCIOPERO DELLE DONNE, OPERAIE E LAVORATRICI PIÙ SFRUTTATE E OPPRESSE
“Ciò che rende insopportabile il lavoro nei
campi non è solo il caldo” - così scrivono le braccianti - “ma i vapori degli
antiparassitari che siamo costretti a respirare per intere giornate. Spesso
fanno i trattamenti la sera prima, il giorno dopo, quando lavoriamo l’aria è
irrespirabile, l’odore acre dei veleni ci entra nelle narici e nella gola,
impregna i vestiti e non se va neanche dopo una doccia. Non c’è, però, solo uva
da tavola, ogni coltura ha i suoi veleni, per buona parte dell’anno siamo
costrette a respirare e assumere questi odori, con quali conseguenze sulla
nostra salute non lo sappiamo. La cosa peggiore è quando i trattamenti sulle
colture sono eseguiti subito prima della raccolta, senza alcun rispetto dei
tempi di carenza, e finiscono, così sulle tavole di tutti, perché ciò che
raccogliamo va anche alla grande distribuzione. La gente non ha idea di ciò che
mangia”.
Quest'estate in Puglia ci sono stati 5
braccianti morti (italiani e immigrati), tra cui una donna, Paola Clemente.
Noi compagne del Movimento Femminista
Proletario Rivoluzionario (MFPR) di Taranto ci stiamo occupando del lavoro
delle braccianti nella nostra zona, abbiamo cominciato ad avviare un'inchiesta
diretta per poi fare anche delle iniziative con loro.
Questa attività è interna anche al lavoro
per un secondo sciopero delle donne a livello nazionale, che unisca la lotta
contro lo sfruttamento e l'oppressione nei suoi vari aspetti, compreso
chiaramente quello sessuale, che tra le braccianti è spesso connesso alle
condizioni schiavistiche di lavoro.
Dello sciopero delle donne vogliamo che
siano principali protagoniste le operaie e le lavoratrici più sfruttate:
appunto le braccianti, le immigrate, ecc.
L'indizione di questo sciopero pensiamo
debba essere frutto della combinazione della condizione sempre peggiore delle
donne lavoratrici, che rende necessario un grido di ribellione, di lotta
unitaria, dal basso e autorganizzata che dia coraggio, forza a una battaglia
chiaramente difficile, per le varie forme di
oppressione/ricatto/paure/ineluttabilità del sacrificio per la famiglia, ecc.,
che accompagnano la condizione delle donne e di un lavoro/legame con le realtà
lavorative concrete delle lavoratrici.
In questo senso preferiamo la
"strada" ad internet e nelle nostre realtà cerchiamo di farlo. E sicuramente
non pensiamo che lo sciopero delle donne si costruisce solo in internet.
Facciamo appello alle lavoratrici, alle
compagne, alle delegate sindacali a lavorare insieme per un questo nuovo
sciopero delle donne, da realizzarsi possibilmente entro l'anno.
Scambiamoci notizie sulle realtà di
lavoratrici, soprattutto operaie di fabbrica, lavoratrici precarie, braccianti,
immigrate, e, lì dove c'è, sul lavoro diretto, come per esempio è stato fatto a
Foggia quest'estate dalle compagne della Rete Campagne in Lotta.
Vogliamo riallacciare i contatti con le
fabbriche delle operaie di Bergamo, Bologna, con le delegate della Rete 28
aprile, oggi "Il sindacato è un'altra cosa", che nel 2013 fecero lo
sciopero delle donne. Noi da parte nostra in autunno riprenderemo l'intervento
tra le operaie della Fca Sata di Melfi.
Un forte saluto a tutte
Le lavoratrici disoccupate del MFPR di
Taranto
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From:
Pubblicazioni Istituto Superiore Sanità pubblicazioni@iss.it
To:
Sent: Monday, September 14, 2015 05:23 PM
Subject: NUOVE PUBBLICAZIONI DELL'ISTITUTO
SUPERIORE DI SANITA’
Il Settore Attività Editoriali
dell'Istituto Superiore di Sanità segnala che è disponibile online il documento
“Rapporto ISTISAN 15/26. Profilo di salute in Campania in relazione alla
problematica dei rifiuti e situazione ambientale (2011)” a cura di Stefania
Salmaso, Loredana Musmeci, Paola Luzi, Giada Minelli, Lucia Fazzo, Maria
Masocco e Silvia Rossi.
I riassunti e il testo completo sono
accessibili da:
E’ inoltre disponibile online il documento
“Rapporto ISTISAN 15/27. Mortalità, ospedalizzazione e incidenza tumorale nei
Comuni della Terra dei Fuochi in Campania (relazione ai sensi della Legge
6/2014)” a cura di Loredana Musmeci, Pietro Comba, Lucia Fazzo, Ivano Iavarone,
Stefania Salmaso, Susanna Conti, Valerio Manno, Giada Minelli
I riassunti e il testo completo sono
accessibili da:
Pubblicazioni Istituto Superiore di Sanità
Settore Attività Editoriali
viale Regina Elena, 299
00161 Roma
telefono
06 49 90 22 60
e-mail: pubblicazioni@iss.it
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From: Patrizia Gentilini patrizia.gentilini@villapacinotti.it
To:
Sent: Tuesday, September 15, 2015 12:35 AM
Subject: 24 SETTEMBRE ROMA: INQUINAMENTO
AMBIENTALE E SALUTE: QUALE FUTURO PER L’INFANZIA?
Segnalo che il 24 settembre ci sarà presso
l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) la
6° giornata in memoria di Lorenzo Tomatis promossa in collaborazione con ISDE
Italia (Medici per l’ambiente) dal titolo: “Inquinamento ambientale e salute:
quale futuro per l’infanzia?”
Si ricorda che i posti sono limitati e
verranno accettate le prime 120 iscrizioni che perverranno entro il 22
Settembre 2015.
La scheda di iscrizione, descrizione e
programma del convegno sono on line sia sul sito dell’ISS http://www.iss.it/form/?lang=1
che
sul sito dell'ISDE Italia
Saluti
Patrizia Gentilini
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From: Gino Carpentiero ginocarpentiero@teletu.it
To:
Sent: Tuesday, September 15, 2015 4:14 PM
Subject: 26 SETTEMBRE FIRENZE: RIUNIONE
PREPARATORIA AL CONGRESSO DI MEDICINA DEMOCRATICA DI NOVEMBRE
Cari amici di associazioni, comitati,
gruppi,singoli ecc.,
come alcuni di voi già sanno in via
ufficiosa quest'anno si terrà a Firenze dal 19 al 21 novembre l' VIII Congresso
Nazionale di Medicina Democratica.
Verrà organizzato con il Dipartimento di
Statistica dell'Università di Firenze (professor Annibale Biggeri)e avrà titolo
“Il rischio per la Salute: rischio statistico e rischio zero”.
Si spazierà a 360 gradi sulle problematiche
del Lavoro, dell'Ambiente, dell'Agricoltura e Alimentazione senza pesticidi, su
Donna e Salute e sulla Difesa e riqualificazione della Sanità Pubblica e
Diritto alla Salute.
Vogliamo fare un Congresso Aperto a
Movimenti, Associazioni, Esperti ecc. e arrivare a proposte concrete da portare
avanti nel tempo, anche con il confronto con forze politiche.
A tale proposito, vi informiamo che sabato
26 settembre, dalle 10 alle 17, a Firenze si terrà una una prima riunione
interregionale (Italia Centrale) presso il Dopolavoro Ferroviario di via
Alamanni 31, preparatoria al congresso di novembre.
In tale occasione si formeranno gruppi di
lavoro che lavoreranno in vista del Congresso di novembre a preparare una
proposta unitaria.
E' necessario unire le forze creando una
rete unitaria capace di battersi per il DIRITTO ALLA SALUTE sempre più messo in
discussione dai detentori del potere.
La lettera del Direttivo Nazionale di
Medicina Democratica che riportiamo a seguire contiene una prima bozza del
programma de Congresso di novembre, suscettibile di ulteriori modifiche.
Chiediamo a tutti coloro che pensano di
poter partecipare anche solo a una parte dei Lavori (mattina o pomeriggio) di
dare conferma.
Ognuno di voi può girare tale invito ad
altri comitati, gruppi, consiglieri regionali, ecc.
Saluti e a presto
Gino Carpentiero e Gianluca Garetti
* * * * *
Medicina Democratica terrà il suo congresso
nazionale, l’ottavo dalla sua costituzione nel 1976 (Bologna: 15-16 maggio),
dal 21 al 23 di novembre di quest’anno all’Università di Firenze.
ll Congresso è sempre stato per Medicina
Democratica un’occasione di riflessione e di dibattito sui temi della difesa e
promozione della salute, a partire dalla storia e dagli obiettivi del movimento
di lotta contro la nocività del lavoro e dell’ambiente di vita nato negli anni
’60 del secolo scorso, per arrivare alla difesa del sistema di Welfare e di
Sanità Pubblica oggi sottoposto all’attacco del fronte che si riconosce nel
pensiero unico ultraliberista affermatosi negli anni ’80 del secolo scorso con
la svolta reazionaria di Reagan e Teatcher, senza dimenticare. Pinochet; un
attacco oggi tanto più virulento in quanto non contrastato da una adeguata
risposta politica di Classe.
Il Congresso di Medicina Democratica non è
mai stato il mero adempimento burocratico di ciò che pure il nostro Statuto
prevede (rinnovo del Direttivo e delle cariche sociali), ma sempre occasione di
dibattito su contenuti di lotta.
Come già nelle passate edizioni oggi in
particolar modo, in considerazione dell’offensiva in atto contro le conquiste
del Movimento Operaio in tema di promozione della Salute e Prevenzione della
malattia, Medicina Democratica, “Movimento di Lotta per la Salute”, propone la
partecipazione qualificata al proprio Congresso a tutte le Associazioni che
condividano con noi valori, obiettivi e metodi di lotta. Lo scopo, attraverso
il confronto, è quello di contribuire a promuovere un processo di coordinamento
in rete che risulti efficace per favorire a livello nazionale ed europeo la
difesa attiva del diritto a una sanità pubblica universale, solidale,
partecipata e finanziata dalla fiscalità progressiva.
Affinché anche la Sanità, privatizzata, non
diventi la prossima bolla finanziaria di cui un Capitalismo Finanziario
socialmente irresponsabile e insaziabile sembra volersi alimentare, arrivando a
minare dalle fondamenta con l’attacco ai principi Costituzionali la nostra
convivenza civile e la democrazia stessa sacrificata all’efficienza
finanziaria, abbiamo stilato un programma che prevede varie occasioni di
dibattito plenario su povertà, lavoro, gestione dei rifiuti, energia,
agricoltura e alimentazione, e una serie di lavori di gruppo sugli stessi temi,
per favorire gli scambi di esperienze.
Il luogo, l’Università, indica una costante
di Medicina Democratica: la volontà di collaborare senza deleghe, ma
rivendicando il principio di Partecipazione, alla costruzione di una nuova
Cultura e di una nuova Scienza con al centro l’Uomo non il Consumatore, la
Persona come Soggetto e non Oggetto di ricerca, gli Ultimi e Deboli come coloro
con i cui bisogni Medicina, Epidemiologia, Ricerca, Servizi e Stato si devono
misurare.
Per chi volesse documentarsi sulle
posizioni di Medicina Democratica in merito ai temi proposti, esiste un nutrito
archivio delle pubblicazioni che Medicina Democratica ha prodotto, soprattutto
attraverso Convegni, Corsi di formazione e la Rivista che esce periodicamente
anche con dossier dedicati a temi specifici, particolarmente approfonditi con
il contributo di Tecnici, Ricercatori e di Movimenti di Lotta impegnati sul
Territorio e nei Luoghi di Lavoro.
Constatando che l’iniziativa per la difesa
del sistema sanitario, centrale per la difesa di tutto il sistema di Welfare,
creato con lotte, sacrifici e conquiste che risalgono alla Rivoluzione Francese
e alla nascita del Socialismo stesso, che coinvolge Movimenti di Lotta,
Associazioni Scientifiche, Culturali e professionali, Organismi di
rappresentanza sindacale e politica, Gruppi organizzati di Cittadini, Medici,
Studenti, Operatori Sanitari, Lavoratori è oggi particolarmente frazionata e
dispersa, offriamo il Congresso di Medicina Democratica come momento di
aggregazione e di organizzazione, di scambio di riflessioni e di analisi, per
giungere a una elaborazione comune (piattaforma) che formi il tessuto di connessione
della rete permanente che intendiamo collaborare a costruire, nel rispetto
delle specificità di ciascuno, con l’intento di potenziare l’efficacia di
intervento di tutti.
Chiediamo pertanto alle associazioni di
contribuire ai lavori con specifici contributi.
Gli argomenti individuati, da discutere
anche con i rappresentanti delle Associazioni che vorranno partecipare, sono
quelli dell’Ambiente (Inquinamento, Alimentazione, Agricoltura) Lavoro (le
diverse forme di nocività e le lotte per la promozione della salute) Sistema
Sanitario (difesa dei diritti con particolare attenzione alla salute della
donna, sostenibilità e lotte contro i tentativi di privatizzazione),
Emarginazione.
La proposta di Medicina Democratica ai
Gruppi, alle Associazioni o ai Movimenti che vorranno partecipare e contribuire
è quella di mettere a disposizione una specifica competenza di conoscenza, di
lotta e di presenza storica sui temi critici della partecipazione e della
prevenzione, impegnandosi a potenziare:
-
come
strumento di dibattito, divulgazione, proposta e organizzazione la Rivista
anche in sinergia ove e come possibile con “Epidemiologia & Prevenzione”;
-
come
presenza nel movimento di lotta il numero e le attività delle sezioni
territoriali, da meglio coordinare in modo permanente pur nella varietà dei
temi e dei modi organizzativi (Sportelli Salute e disagio lavorativo, Supporto
all’azione legale locale, Iniziative giudiziarie o legislative a livello
nazionale);
-
l’attività
di formazione e sensibilizzazione sul territorio attraverso Corsi organizzati
in tema di nocività del lavoro, identificazione e documentazione dei fattori di
rischio sul territorio anche con la promozione di ricerca epidemiologica di
base e la promozione di iniziative locali di lotta o di contrasto su specifici
temi;
-
l’iniziativa
di coordinamento nel sociale attraverso la costituzione di reti di relazioni
stabili con associazioni, gruppi e movimenti presenti sul territorio e attivi
in ambito socio-sanitario e politico;
-
l’iniziativa
di promozione di convegni su emarginazione, salute della donna, difesa dei
diritti, difesa dei beni comuni, per il lancio di iniziative anche legislative
per contrastare fonti di inquinamento fisico, chimico, ma anche culturale
(pensiero unico);
-
l’istituzione
di un Comitato Scientifico permanente di Consulenti – Garanti a cui chiedere un
impegno non continuativo di partecipazione, ma contributi mirati ad iniziative
di ampia risonanza nazionale e internazionale (Rodotà, Maciocco, Mattei,
Gallino, Casson, Tognoni, Ercolini,
Marescotti, Burgio).
Il Direttivo Nazionale di Medicina
Democratica
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From: Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
To:
Sent: Tuesday, September 15, 2015 9:30 PM
Subject: VOGLIAMO FARE FINALMENTE CHIAREZZA
SUL REALE NUMERO DI MORTI SUL LAVORO IN ITALIA?
L’Osservatorio Indipendente di Bologna è
l’unico in Italia a monitorare TUTTI i morti per infortuni sul lavoro, nessuno
escluso e indipendentemente dal lavoro che svolge la vittima, o che disponga o
meno di un’assicurazione.
I morti per infortuni sui luoghi di lavoro non sono mai stati così
tanti da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’osservatorio Indipendente
di Bologna morti sul lavoro.
Sono, dall’inizio dell’anno a oggi 15 settembre,
478 sui luoghi di lavoro (oltre 1.000 se si aggiungono tutti quelli che muoiono
in altri contesti). Erano 457 il 15 settembre del 2014 (+4,6%), erano 437 lo
stesso giorno del 2008 (+8,6%).
In questi anni nessun calo favoloso, ma
aumenti, nonostante che un numero enorme lavoratori abbia perso il lavoro da
quell’anno. I morti si sono solo trasferiti da categorie protette ad altre che
non lo sono o che hanno un’assicurazione diversa dall’INAIL.
Occorre sempre ricordare che, se si
aggiungono i lavoratori morti sulle strade e in itinere, i morti per lo
meno raddoppiano.
Ma queste vittime, se in regola sono
riconosciute dallo Stato come morti sul lavoro (e tante non lo sono) e
richiedono interventi diversi. Se si vuole fare prevenzione occorre tenere nettamente
separate queste morti da quelli che
muoiono sui luoghi di lavoro.
La Lombardia ha già 62 morti sui luoghi di
lavoro, ma se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere si superano i 120
morti, ma occorre ricordare che la Lombardia ha più del doppio degli abitanti di qualsiasi regione italiana, e se
si guarda il numero di abitanti è la Toscana che quest’anno, con 49 morti sui
luoghi di lavoro, detiene questo triste primato. L’indice occupazionale non ha
nessun valore statistico, a morire sono soprattutto lavoratori atipici, in
nero, Partite IVA e agricoltori.
E’ l’agricoltura con il 32% di tutte le
morti sul lavoro che rappresenta la vera emergenza del Paese. Seguono
l’edilizia col 21,2%, l’industria con il 10,04%, l’autotrasporto di tutte le categorie con il
7,3%. Gli altri morti sono nei servizi e in altre categorie che non stiamo a
elencare.
Sono già 67, giorno dell’inaugurazione
dell’EXPO i morti schiacciati dal trattore e 97 dall’inizio dell’anno, nel 2014
sono stati 152 e questo pur avvertendo nel febbraio 2014 e 2015 il Ministro
Martina, il Ministro Poletti e il Primo Ministro Renzi delle imminenti stragi
di agricoltori schiacciati dal trattore. Si chiedeva loro di fare almeno una
campagna informativa sulla pericolosità del mezzo.
Il 22% di tutte le morti per infortuni sul
lavoro ha più di 60 anni (quanto incide la legge Fornero?), il 28% ha dai 50 ai
59, il 24% ha dai 40 ai 49 anni.
Gli stranieri morti sui luoghi di lavoro
sono il 14,4% sul totale di tutte le morti per infortuni.
Occorre ricordare che l’INAIL monitora solo
i propri assicurati e che secondo tale ente l’anno scorso ci sono stati,
compreso gli infortuni in itinere, 662 morti.
Un osservatorio che elabora gli infortuni
mortali sul lavoro dell’INAIL scrive che le morti per infortuni sul lavoro sono
stati nei primi sette mesi del 2015 ben 643, compreso l’itinere, questo vuol
dire che se l’INAIL ha avuto “solo” 662 morti nell’intero 2014, assistiamo a un
aumento spaventoso.
Sarebbe ora di fare finalmente chiarezza su
queste tragedie e non giocare sui numeri e tirarli dalla parte che fa più
comodo.
Il Jobs Act non protegge dal licenziamento
neppure i lavoratori che si rifiutano di svolgere lavori pericolosi, che con
una scusa possono essere licenziati e questo farà aumentare ancora di più le
morti sul lavoro.
Carlo Soricelli
Osservatorio Indipendente di Bologna morti
sul lavoro
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From: Lino Balza medicinademocraticalinobalza@hotmail.com
To:
Sent: Wednesday, September 16, 2015 6:41 PM
Subject: IL CONTRIBUTO DI ALESSANDRIA AL
CONGRESSO DI MEDICINA DEMOCRATICA: IL LIBRO “AMBIENTE DELITTO PERFETTO”
Medicina Democratica di Alessandria
parteciperà al Congresso Nazionale di Firenze con un libro: “Ambiente Delitto
perfetto” Ambiente e salute nella morsa tra Giustizia e Movimenti. La giustizia
in campo ambientale è impossibile? La sconfitta epocale dei movimenti è
irreversibile?
Vi anticipiamo l’indice e l’introduzione.
INDICE
Personaggi e interpreti.
Introduzione.
La sconfitta del movimento operaio.
Ascesa e caduta dei movimenti ecopacifisti.
Nucleare Bosco Marengo. Uso politico della
giustizia.
No TAV. Resistere, resistere, resistere.
J’accuse. 40 anni di responsabilità
industriali, sindacali, politiche, giudiziarie, giornalistiche.
Processo Solvay. Scandalo industriale e
politico.
Processi amianto. Eternit, la vergogna.
Processo ThyssenKrupp. Giustizia di classe.
Processo smog Alessandria. Uso pilatesco
della giustizia.
Processo Michelin. Malagiustizia.
Finalmente… Legge Ecoreati.
Siparietti: Pollo alla Marengo.
Il mistero dei bidoni. Dramma in due atti.
Metti una sera a cena con Romano (e
Marcellino, Fabrizio, Bruno, senza Carlo)
Premi Attila. Ad imperitura memoria dei
nostri figli peggiori.
Marcellino Gavio
Fabrizio Palenzona
Bruno Binasco
Carlo Cogliati
INTRODUZIONE
Essendo uno dei pochi in Italia imperniato
sul reato di dolo ambientale, potrebbe aver fatto scuola proprio per i processi
dolenti Eternit e ILVA, eppure noi non riveliamo la sentenza del processo
Solvay-Montedison in Corte di Assise di Alessandria per non anticipare il
finale a chi vorrà leggere come fossero un romanzo le cronache delle udienze:
abbiamo mantenuto integra, a costo di incongruenze, la freschezza tipica di un
diario, speriamo coinvolgente.
A tratti farsa, a tratti dramma, centinaia
di personaggi, in carne e ossa o evocati, infatti affollano l’aula giudiziaria
per anni.
La prima ragione della scelta editoriale,
invece, è che questo processo si colloca in una fase storica caratterizzata
dalla crisi dei Movimenti ecopacifisti in parallelo a sentenze che hanno
scandalizzato il mondo ecologista e aperto in Italia un vasto dibattito sulla
Giustizia in materia ambientale culminato con la Legge sui delitti contro
l’ambiente, peraltro a sua volta criticata.
In questo inquietante contesto ha assunto
perciò importanza storica e giuridica la sentenza di Alessandria quale
possibile affermazione di una inversione di tendenza ai verdetti sui disastri
ambientali, assolutori per effetto della derubricazione del pesante reato di
dolo al lieve reato di colpa, ovvero delle prescrizioni: dal 2004 al 2013 sono
stati prescritti 80 mila reati ambientali, per 220 miliardi di danni che
nessuno pagherà.
Se del libro il processo Solvay è il nucleo
centrale, la sezione che necessariamente lo precede riguarda i Movimenti
popolari.
Il cenno obbligato al precursore di tutti i
fallimenti: quello del Movimento operaio negli anni ’80. L’analisi dello stato di salute dei
Movimenti ecopacifisti prima e dopo i referendum 2011. La tesi della loro
sconfitta epocale per responsabilità soprattutto del Forum per l’acqua pubblica
che, all’indomani della straordinaria vittoria referendaria, aveva tutte le
carte in mano (dimensione, autorevolezza e soldi dei rimborsi elettorali) per
attivare finalmente il processo di unificazione dei Movimenti. Rifiutando di
sciogliersi nei Movimenti, soprattutto con No TAV Valsusa, ha dissolto un
immenso, ma disperso patrimonio civile composto da mille vertenze sul
territorio, una forza politica straordinaria potenzialmente in grado di farsi
Soggetto politico di governo nazionale dei Beni Comuni. Una occasione storica
irripetibile: la vittoria clamorosa è stata irrimediabilmente buttata nel cesso
per egoismi e incapacità di analisi strategica di alcuni burocrati. Tesi dagli
stessi assai contestata.
Messaggio di pace e salute inviato a
destinatari da Lino Balza
Medicina Democratica Alessandria
via Dante, 86
15121 Alessandria
cellulare: 347 01 82 679
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From: Posta Resistenza posta@resistenze.org
To:
Sent: Thursday, September 17, 2015 3:09 AM
Subject: SANITA’: SI GRATTA ANCORA DAL
FONDO DEL BARILE
Diritto alla salute addio!
Come dire: morite prima così risparmiamo
anche sulle pensioni, e possiamo potenziare le spese militari per la guerra.
Nella calura estiva una vera e propria mazzata si è abbattuta sulla sanità
pubblica. Il Governo deve far quadrare i conti come richiede l'UE e le spese
sanitarie sono tra i primi tagli della spending review.
Non tagli agli sprechi o razionalizzazione
delle risorse, ma tagli lineari che colpiscono la salute. Il capolavoro del
deputato PD Gutgeld, fedele renziano, è una voragine di 10 miliardi che si
aggiunge a quella degli ultimi anni e che attacca la prescrizione degli esami.
Basta con analisi, TAC e risonanze magnetiche, visite specialistiche, stop a
quasi 200 prestazioni specialistiche e a oltre cento tipologie di ricoveri
ritenuti uno spreco miliardario.
Strutture sanitarie e medici avranno un
limite di prescrizione oltre al quale non potranno andare, vale a dire che i
pazienti saranno privati di diagnosi accurate se non a proprie spese, come se
già non bastasse il pagamento dei ticket. Introdotti con la giustificazione del
ripiano del deficit della spesa sanitaria accumulato in seguito a gestioni
clientelari, di corruzione, di tangenti, ruberie varie ecc. Un balzello per la
spesa sanitaria che si paga già attraverso il prelievo fiscale generale,
l'IRPEF e le assicurazioni auto.
Il Sistema sanitario nazionale, nato nel
1978 forte di una mobilitazione che si richiamava all'articolo 31 della
Costituzione, è un vago ricordo. Dal 1992 con De Lorenzo, allora Ministro della
sanità, a oggi una serie di controriforme, la riforma del titolo V, le
politiche della Commissione Europea, hanno cambiato completamente i principi
ispiratori e la sanità è diventata un'azienda che deve produrre profitto.
Anche con il governo Prodi e Rosi Bindi
Ministro, nel 1999, si è confermata l'aziendalizzazione e la regionalizzazione,
inoltre sono stati introdotti i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza).
L'attuale attacco durissimo alla sanità,
con differenze tra Regione e Regione per via del Patto Stato-Regioni, mette a
serio rischio il diritto alla salute. La riduzione di personale (sottoposto a
turni e orari massacranti per contratti firmati da quei sindacati che
dovrebbero difendere i lavoratori) mette in pericolo la salute stessa dei
dipendenti e abbassa il livello di qualità del servizio. E a sopperire vuoti e
posti vacanti sono chiamati a lavorare, gratis, i volontari (speranzosi in una
futura assunzione), perché l'Italia per numero di infermieri è sotto la media
OCSE: 6,4 per mille abitanti contro la media OCSE di 8,8: mancano quindi 60
mila infermieri.
Cosa sta accadendo nella sanità pubblica?
Depotenziamento, ridimensionamento e declassamento di interi ospedali obbligano
pazienti e parenti a scomodi e costosi spostamenti. Per evitare lunghe liste
d'attesa si dirigono i pazienti verso il cosiddetto volontariato, cioè verso il
terzo settore che alle Regioni costa più del servizio interno, si riducono i
posti letto (la media OCSE è 4,8 per mille abitanti mentre in Italia è a 3,4 e
12 anni fa era a 4,7), si limitano i giorni di degenza, si è introdotta
l'intramoenia (il sistema che permette agli specialisti l'uso privato della
struttura pubblica a pagamento). Si chiudono i reparti maternità là dove si
registrano meno di 1.000 parti all'anno costringendo le donne, stressate dal
travaglio, a lunghi percorsi su strade spesso dissestate, impervie, piene di
curve e l'uso dell'elicottero dalle isole, tempo permettendo.
Con l'imposizione del DRG (Diagnostic
Related Group), una sorta di prezzario delle prestazioni in uso negli Stati
Uniti ai pazienti non è garantita la necessaria assistenza e vengono dimessi
non completamente guariti. E mentre si eliminano i presidi di quartiere e gli
ospedali, se ne costruiscono altri con il sistema economico del “project financing”
per assicurare ulteriori profitti e speculazioni finanziarie ai privati e per
loro la sanità diventa un vero e proprio affare.
Lo scopo del Governo nazionale e regionale
tra chiacchiere e slogan smentite dalla realtà è chiaro: smantellare il servizio
pubblico sanitario, che è un diritto costituzionale, per orientarlo verso la
totale liberalizzazione e privatizzazione, con grande vantaggio dei pazienti
ricchi, delle cliniche private, delle compagnie assicurative (Unipol sta
spopolando), del terzo settore cosiddetto volontariato.
In piena sintonia con quanto richiesto
dall'imperialismo Usa attraverso il TTIP (Transatlantic Trade and Investment
Partnership), il trattato che l'UE sta firmando, e con il TISA (Trade In
Services Agreement), altro accordo che l'Italia sta negoziando su pressione di
grandi lobby e multinazionali attraverso la Commissione europea e che riguarda
la privatizzazione di tutti i servizi fondamentali ancora oggi pubblici
(istruzione, trasporti) compresa la sanità.
Sebbene in Italia ci siano 10 milioni di
cittadini che rinunciano alle cure mediche per le loro cattive condizioni
economiche e altri milioni si sacrificano per pagare i ticket, si ha la
percezione che l'antipopolare attacco al diritto alla salute e il futuro
"americanizzato" che ci aspetta, non sia recepito dai cittadini.
Forse la comunicazione del Governo, seppure
parziale e non veritiera è così convincente? La salute non è un tema che
interessa parlamentari e politicanti che sanno bene come stanno le cose, ma
hanno l'interesse di procedere verso una società sempre più elitaria eliminando
il welfare. Liberalizzazione e privatizzazione sono termini cari anche alle
forze di destra che difendono i servizi pubblici, ma solo a parole e
strumentalmente.
Tutti sanno che la spesa militare continua
ad aumentare, sanno che l'Italia spende 70 milioni al giorno per la
"difesa", che il governo Renzi (scavalcando il Parlamento) si è
impegnato a mantenere forze militari in Afghanistan e fornire a Kabul un aiuto
economico di 4 miliardi di dollari annui. Si è impegnato a sostenere lo
speciale fondo al governo di Kiev, candidato a entrare nella NATO e allargare
ulteriormente l'Alleanza atlantica ad est. Sanno quanto costa mantenere lo
staff dei quartieri generali attraverso i Ministeri degli esteri per coprire i
costi operativi e di mantenimento della struttura militare internazionale
(circa il 9% per "operazioni e missioni a guida NATO"). E quanto si
spende per le Basi USA e NATO sul nostro territorio? E per le esercitazioni militari?
E’ di questi mesi una delle più grandi esercitazioni NATO la TJ15 che vede
impegnate soprattutto in Italia, Spagna e Portogallo oltre 230 unità terrestri,
aeree e navali e forze per le operazioni speciali di oltre 30 paesi alleati (36
mila uomini, oltre 60 navi e 140 aerei da guerra).
Tutti impegni che non solo inquinano, non
solo trascinano l'Italia in nuove guerre, ma sottraggono enormi risorse alla
spesa sanitaria, alle pensioni, all'occupazione e alla solidarietà verso gli
immigrati. Tutti tacciono sullo spreco di denaro e sulle grandi spese (comprese
quelle per governo e parlamentari) e accettano i tagli della sanità.
Quindi per tornare all'argomento iniziale
non ci sono scorciatoie. La lotta e l'organizzazione, anche su argomenti
parziali come il rifiuto della speculazione sulla salute, su quel diritto che è
la condizione di benessere psico fisico come il diritto a rimanere sani con la
garanzia della prevenzione, oltre che dal non essere avvelenati
dall'inquinamento generale, compreso quello delle manovre militari e della
guerra, sono fondamentali.
Senza dimenticare che il problema di tutti
i nostri mali si chiama capitalismo, il sistema basato sulla ricerca del
massimo profitto, che calpesta pure la salute. Ed è questo sistema che va
abbattuto per costruirne uno che abbia al centro i lavoratori, le masse
popolari e le loro esigenze.
09/09/015
Nuova Unità
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From: Teoria & Prassi teoriaeprassi@yahoo.it
To:
Sent: Friday, September 18, 2015 9:01 PM
Subject: IL DIRITTO DI SCIOPERO SI DIFENDE
SCIOPERANDO!
Il governo reazionario e antioperaio di
Renzi ha varato oggi un Decreto Legge che restringe ulteriormente il diritto di
sciopero.
Con l’aiuto dei principali media e
avvalendosi dell’atteggiamento complice dei vertici sindacali
collaborazionista, il governo ha preparato da mesi questo provvedimento che
colpisce l’intero movimento operaio e sindacale.
Lo ha fatto dopo aver cancellato l’articolo
18 e introdotto misure di controllo a distanza dei lavoratori, dopo aver
tagliato ulteriormente i fondi dei servizi sociali, sanitari e culturali che
dice di voler “difendere” dagli scioperi.
Tutti i partiti di destra e di “sinistra” della
borghesia, in testa il PD neoliberista, partecipano alla carica contro i
lavoratori e le loro organizzazioni di massa.
Non passa giorno che i lavoratori si vedono
privati del diritto di assemblea, di sciopero, di espressione delle proprie
opinioni. I contratti collettivi nazionali di lavoro vengono negati. Gli operai
più combattivi vengono multati, sospesi e licenziati dai padroni. E in
fabbrica, nei cantieri, nei campi, i proletari vengono sacrificati sull’altare
del profitto come e più di prima.
Autoritarismo nei posti di lavoro e
autoritarismo politico, liquidazione delle libertà conquistate a caro prezzo
dalla classe operaia e controriforma della Costituzione democratico-borghese
fanno parte di un solo progetto reazionario ispirato dal grande capitale.
C’è un solo modo per far saltare questo
attacco reazionario che procede in varie forme in tutta l’UE imperialista:
sviluppare e organizzare la lotta di classe degli sfruttati!
Chiamiamo gli operai e gli altri lavoratori
sfruttati a riprendere la lotta più combattiva e compatta contro l'offensiva
del capitale e del suo governo.
Il fronte unico di lotta del proletariato,
e ancor più l’esistenza di un forte Partito comunista rivoluzionario, sono le
armi decisive che abbiamo per impedire alle forze reazionarie di portare a
termine il loro piano e per aprire la via a un Governo degli operai e degli
altri lavoratori sfruttati, che sorga dal movimento rivoluzionario delle masse
sfruttate e oppresse e si appoggi sui loro organismi.
Contro l’attacco ai diritti di assemblea e
di sciopero, assemblee e scioperi ovunque!
Rafforziamo e uniamo l’opposizione di
classe nei sindacati di massa!
Diamo vita a Comitati operai e popolari nei
posti di lavoro e sul territorio!
Organizziamo lo sciopero generale per
cacciare il governo Renzi!
Uniamoci, organizziamoci, lottiamo per
farla finita con un sistema moribondo, per l’alternativa di potere del
proletariato!
18 settembre 2015
Piattaforma Comunista per il Partito
Comunista del Proletariato d’Italia
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From: Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
To:
Sent: Saturday, September 19, 2015 7:20 AM
Subject: SUPERATI I 100 MORTI SCHIACCIATI
DAL TRATTORE DALL'INIZIO DELL'ANNO
Con la morte di Tiziano Zanardelli della
provincia di Brescia e Sergio Dragon di Cuneo siamo arrivati all'incredibile
numero di 102 morti schiacciati dal trattore dall'inizio dell'anno.
Se pur avvertiti per tempo nel febbraio
2014 e 2015, di fare una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo non
siamo riusciti neppure a far fare un twitter a Martina, Renzi, Poletti.
Carlo Soricelli
Osservatorio Indipendete di Bologna morti
sul lavoro
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From: MD Alessandria movimentodilottaperlasalute@medicinademocraticaalessandria.it
To:
Sent: Saturday, September 19, 2015 7:04 PM
Subject: PROCESSO SOLVAY: LE NOVITA’ DELLE
ULTIME UDIENZE
Riprende il 21 settembre 2015 il processo.
Nell’ultima udienza Solvay ha agito come un
killer in aula giudiziaria.
Denuncia il Pubblico Ministero al Consiglio
superiore della Magistratura. Si inventa un complotto ai propri danni: un
intrigo internazionale “dei poteri forti” ordito dai congiurati Ausimont, ARPA,
carabinieri NOE, Comune, Provincia, Regione, giunte di sinistra e di destra,
amministratori e funzionari, Montedison, Edison, Eridania, Coopsette,
Esselunga, associazioni ambientaliste. Tutti dediti a tangenti e mazzette. Il
Pubblico Ministero diventa il deus ex macchina dei congiurati. Una “denuncia”
che è una cazzata di fatto e in diritto ma che ha l’ambizione di inceppare i
meccanismi giudiziari.
In questi processi industriali sono in
gioco interessi enormi, basti pensare alle centinaia di milioni dei costi di
bonifica del disastro ambientale di Spinetta Marengo in caso di sentenza di
colpevolezza, dunque tutti i mezzi sono ammessi per la difesa, senza scrupoli.
Tra questi ci sta, a opera della Solvay, la
denuncia del Pubblico Ministero al Consiglio superiore della Magistratura.
Obbiettivo immediato dell’annuncio in aula
della Corte di Assise di Alessandria è aggredire i giudici popolari con una
cannonata: Solvay denuncia che il Pubblico Ministero Riccardo Ghio ha concorso
a un complotto contro la multinazionale belga, ha falsificato gli atti del
processo, ha commesso un serie gravissima di reati al fine della “concussione
ambientale”, cioè estorsione di soldi.
Più la spari grossa e più fai impressione,
se poi aspetti a sparare all’ultima udienza il botto che ti proponi è il
massimo. Il teorema dell’avvocato “best” Luca Santamaria è fantasioso, ma è
talmente pesante da diventare subdolo, teso a indurre il dubbio fra i giurati,
e il dubbio serve quando il confine è “al di là di ogni ragionevole dubbio”.
Non dovrebbero però avere dubbi i giudici dopo aver seguito decine di udienze
per anni, non dovrebbero lasciarsi abbacinare dal pirotecnico teorema.
L’annuncio è probabilmente un bluff,
petardo più che una bomba, non è così scontato che partirà la denuncia,
soprattutto in caso di condanna in Assise. Però una cosa è assolutamente certa:
se la Corte assolverà dal dolo gli otto imputati, Solvay procederà senza
esitazioni contro il Pubblico Ministero usando la carta assoluzione come
grimaldello nella denuncia.
Gli obbiettivi di prospettiva
diventerebbero allora più ambiziosi e concreti. Il polverone sollevato al
Consiglio Superiore della Magistratura servirebbe per altri due scopi. Uno, nel
ricorso in Appello: il boato della denuncia, proprio perché al limite del
ridicolo, sarebbe talmente clamoroso da fuorviare tutto il dibattimento e
trascinarlo per il largo e il lungo (prescrizione).
L’altro obbiettivo guarda al filone
processuale che si sta per aprire per le morti e le malattie provocate
dall’inquinamento soprattutto atmosferico. Questo secondo processo per Solvay è
ancora più pericoloso dell’attuale perché essa non può neppure attuare lo
scaricabarile su Ausimont.
Dunque le diventerebbe essenziale, tramite
la denuncia, fare della Procura di Alessandria “l’anatra zoppa” (l’Accusa sotto
accusa!!), sostituire il Pubblico Ministero, o chiedere addirittura lo
spostamento del processo in altra sede (tentativo fallito in precedenza).
Questa manovra contro il Pubblico Ministero
Riccardo Ghio (ignobile sul piano personale, tipica di chi passerebbe sul
cadavere della madre) è stata scelta per regia di Giorgio Carimati
nell’impossibilità di agire direttamente sulla Corte di Assise. Noi abbiamo
spesso criticato la Presidente Sandra Casacci perché agli avvocati difensori è
stato concesso di fare e dire qualunque cosa. Alla luce degli avvenimenti, ora
dobbiamo ammettere che la pazienza è così riuscita a non offrire il benché
minimo pretesto di killeraggio processuale.
A Chieti il presidente della Corte d’assise
Geremia Spiniello è stato ricusato da Montedison semplicemente per aver
dichiarato in una intervista l’ovvio impegno di rendere giustizia al territorio
e sostituito da Camillo Romandini. Le accuse di alcuni giurati per pressioni
indebite da parte del subentrato presidente sono al vaglio del Consiglio
superiore della Magistratura.
Ad Alessandria, nel 2008, all’impostazione
del processo (differente da Chieti), termini e capi di imputazione compresi,
Riccardo Ghio aveva lavorato sotto la guida del Procuratore Generale Michele Di
Lecce trasferitosi a Genova nel 2012 e sostituito da Mario D’Onofrio. A quel
tempo Solvay non se l’era sentita di attaccare Di Lecce, mentre ora
evidentemente reputa che Ghio sia isolato.
In conclusione, la denuncia della Solvay di
Spinetta al Consiglio superiore della Magistratura è una bolla, anzi una balla.
Si reggerebbe solo se riuscisse a dimostrare l’esistenza delle tangenti che,
afferma Solvay, sarebbero state pagate (collusione e concussione) da Ausimont
agli Enti locali (e non solo) per renderli complici nel nascondere gli
inquinamenti. Solvay dovrebbe portare le prove delle mazzette, che nella
contabilità aziendale non possono sfuggire. Se le ha e non le tira fuori è
perché rischierebbe di scoprire i propri altarini. Senza questa prova regina,
il teorema di Santamaria è ridicolo, un bluff, un polverone, una messa in scena
cinica. L’aveva già enunciato per sei ore nell’udienza del 17 novembre 2014.
Santamaria, senza prove sei solo un killer
prezzolato!
* * * * *
UDIENZA DEL 17 NOVEMBRE 2014
Solvay è innocente: vittima di un intrigo
internazionale ordito dai poteri forti della chimica, dei supermercati e della
politica, per impedirle di denunciare i veri colpevoli della catastrofe
ambientale di Spinetta Marengo, e per impedirle di bonificare l’altrui
avvelenamento doloso delle falde acquifere. Regista finale del complotto: il
Pubblico Ministero. Svelato il giallo in Corte di Assise di Alessandria: tutti
i nomi dei congiurati. Ombra della massoneria.
“Va
bene a tutti, anche all’amico Balza”: l’avvocato Luca Santamaria conclude
l’arringa difensiva in Corte di Assise di Alessandria. L’ironia storpiante su
“amico” è scontata: ormai è un ritornello additare Lino Balza come “nemico”,
numero due, distaccato di parecchie lunghezze dal nemico numero uno di Solvay,
il pubblico ministero Riccardo Ghio.
Invece, è assai nebulosa la conclusione del
romanzo giallo raccontato per sei ore dall’illustre legale, cioè l’intrigo
internazionale “dei poteri forti” che si materializzerebbe nell’assassinio di
Solvay ad opera di un folto gruppo di congiurati.
I quali sarebbero in ordine di
presentazione: Ausimont, Pubblico Ministero, ARPA, Crabinieri NOE, Comune,
Provincia, Regione, giunte di sinistra e di destra, amministratori e
funzionari, Montedison, Edison, Eridania, Coopsette, Esselunga, associazioni
ambientaliste ad eccezione di Medicina Democratica (bontà sua).
Non cita i sindacati. Dimentica il GUP
Stefano Moltrasio. Dice Santamaria: “Va bene a tutti” l’assassinio finalmente
ordito, cioè l’incriminazione di Solvay per avvelenamento doloso e dolosa
omessa bonifica, ex articolo 439 del Codice di Procedura Penale
“Va bene a tutti” i suddetti congiurati, e
anche all’ “amico” Balza che, pur non avendo compreso il complotto, è contento
lo stesso perché costituzionalmente nemico giurato di Solvay.
Santamaria avvince come giallista ma non
convince né come giallista né come difensore di Giorgio Carimati.
Avvince, che è un piacere ascoltarlo due
tre ore, quando scava nella dietrologia, quando dissemina indizi inquietanti su
ciascuno dei congiurati, ma poi quando dopo sei ore il mosaico dovrebbe
comporsi ti rendi conto che le tessere sono forzatamente assiemate, come
avviene per i giallisti neofiti.
L’ultimo capitolo rende oscura la trama.
Nessun giallo regge se non regge il movente. Non convince il garbuglio.
D’altronde è la prima volta che Santamaria si esercita in questa nuova veste di
romanziere. Per il resto è senza dubbio il leader dell’esorbitante staff
difensivo della multinazionale chimica, è preparatissimo, analitico fino alla
pignoleria, conosce a memoria tutti i risvolti processuali, segue e indirizza
Solvay ancora prima del processo come è evidente nelle intercettazioni
telefoniche, è attento e ascoltato consigliere di Carimati nel bene e nel male,
non è solo un impareggiabile giurista, ma anche uno sgobbone che sacrifica per
la causa le ore di sonno. In questa udienza si è presentato un po’ stanco, con
la barba lunga, a tratti emozionato probabilmente per una qualche presenza di
riguardo, ma pur sempre un leone indomito. Però come giallista...
Quando arrivi alla fine di un giallo e ti
rendi conto che non sei in grado di riassumere la trama: resti deluso.
Può essere colpa tua perché il genere
letterario non ti è confacente? Perché non possiedi neppure le veline
giornalistiche che potrebbero aiutarti come prefazione del romanzo? A questo
punto vai a comprare i giornali.
Trascriviamo quello che hanno capito loro
del complotto internazionale: “Metà dell’area ex zuccherificio di Spinetta
Marengo, vicina allo stabilimento, fu ceduta a Esselunga per fare un
supermercato, ma i “signorotti locali” [i politici] sostenitori di CoopSette
insorsero fino a che si decise di destinare l’altra metà a Coop7: un perfetto
inciucio in barba al Piano regolatore comunale. Sembravano “tutti felici e
contenti, ma Solvay va a rompere le scatole” perché, continua Santa Maria,
insiste per la messa in sicurezza di emergenza della propria area, dopo aver
scoperto che le perdite dalla fabbrica con relativo inquinamento sono più
cospicue di quelle che le aveva dato a bere Ausimont [la venditrice]
propinandole la bischerata di un piano di caratterizzazione falso. Basato su
documenti falsi alle Autorità compiacenti. Ma se Solvay scopre gli altarini,
viene fuori che anche l’ex zuccherificio è inquinato è salta l’inciucio
“supermercato”. Fine della trascrizione.
Dunque c’era il rischio che l’integerrima
Solvay facesse partire denunce penali contro Ausimont e soprattutto le Autorità
colluse e corrotte.
Allora ci chiediamo: perché in 7 anni
Solvay non ha fatto denunce? Perché parla di tangenti dell’Ausimont ai
politici, senza produrre prove? Non è che andando con gli zoppi si continua a
zoppicare?
Invece, nel racconto di Santamaria, Solvay
stava rompendo (sic) la continuità mafiosa vigente ad Alessandria [con quanta
discrezione! al punto di passare inosservata]. Il vento di Bussi (?) terrorizzò
i congiurati (siamo all’escalation della suspense del giallista) la paura corre
sul filo, il gioco del cerino acceso (sic) brucia Comune e ARPA, si salvi chi
può.
E’ la quadratura del cerchio: esclama
ispirato Santamaria.
Noi invece comprendiamo sempre meno il
garbuglio del giallo, i collegamenti logici e fattuali, che c’azzecca lo
zucchero col cromo esavalente, la lobby dei super mercati con la lobby della
chimica?
Ma è proprio a quel punto che scatta il
“coup de theatre” del romanzo. A quel punto (2008) entra in scena il complice
Riccardo Ghio. Il Pubblico Ministero che, senza prove, bluffando, anzi
falsificando le carte, individua come facile capro espiatorio (sic) l’innocente
Solvay e la incrimina per sviare l’attenzione politica e mediatica e penale
dall’ex zuccherificio, sotto il quale si cela il corpo del reato, cioè la
discarica abusiva su cui il complice Pubblico Ministero non vuole proprio
indagare: evidentemente contiene cromo e clorurati inquinanti la falda (che
fantasia: se si pensa che lavoravano barbabietole per produrre zucchero!).
Santamaria definisce il fraudolento
intervento di Ghio come “una vera e propria operazione di distrazione di massa”
volta a non scoperchiare il vaso di Pandora (sic) dell’ex zuccherificio e a
salvare il culo ai politici, gli stessi che impedivano (sic) a Solvay di
bonificare l’inquinamento, a questo punto non di origine chimica ma
zuccheriera.
Conclude Santamaria “Il Pubblico Ministero
inscena una realtà finta e marcia, una menzogna organizzata da alte stanze del
potere alessandrino, colluso da decenni con Montedison-Ausimont. Loro sono i
veri colpevoli dell’avvelenamento e non Solvay. Perciò chiedo l’assoluzione con
formula piena di Solvay e in particolare di Giorgio Carimati che dal 2003 al
2008 non poteva certo passare i sabati e le domeniche negli scantinati degli
archivi segreti”.
Fine del romanzo giallo.
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From: Voci della Memoria info@vocidellamemoria.org
To:
Sent: Monday, September 21, 2015 12:45 AM
Subject: LA SALUTE NON SI TAGLIA: MARTEDI’ 22
SETTEMBRE TUTTI AL TARTARA ALLE 21
Car* Tutt*,
come Voci della Memoria non possiamo non
essere al fianco di chi combatte per salvare la Sanità Pubblica in una
città come Casale Monferrato, devastata
dagli interessi privati di un'azienda che per 90 anni ha seminato dolore, malattia e morte.
Per questo vi aspettiamo tutt* martedì alle
21:00 all'assemblea pubblica “La salute non si taglia" al Salone Tartara
in piazza Castello a Casale Monferrato
per dire BASTA!
Ci opponiamo con decisione:
-
alla
soppressione della degenza oncologica decisione VERGOGNOSA per una città martoriata dal mesotelioma;
-
alla
chiusura del Punto Nascita premessa alla trasformazione dell'Ospedale in lungodegenza;
-
alla
soppressione dei reparti di Urologia e nefrologia e dialisi che diventerebbero succursali periferiche
dell'Ospedale di Novi Ligure.
Chiediamo con forza:
-
che
i risparmi derivanti dalla chiusura della Clinica S. Anna e dalla sede ASL AL vengano reinvestiti nell'Ospedale
al fine di ridurre entro limiti
accettabili le liste di attesa;
-
che
si provveda in tempi rapidi alla copertura dei numerosi posti vacanti di Primario (OTTO REPARTI
SCOPERTI!!!);
-
che
si potenzi il Punto Nascita con la copertura degli organici dei reparti di Ostetricia e Pediatria e con
l'istituzione del Servizio di parto
analgesia-
Partecipate, diffondete, passate parola e
condividete con tutti i vostri
conoscenti :
CASALE MONFERRATO HA GIA' DATO TROPPO, NON
CEDEREMO PIU' NULLA!
#RompiamoIlSilenzio
Associazione Voci della Memoria
Su Twitter: https://twitter.com/Voci_Memoria
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