E' con grande soddisfazione che i lavoratori, oggi addetti della selezione
della differenziata alla Pasquinelli di Taranto, apprendono la sentenza emessa
il 15 settembre dal Tribunale di Taranto, la quale parla chiaro: "tutti
assolti": lavoratori e i responsabili dello Slai cobas per il sindacato di
classe.
Stiamo parlando dei 14 lavoratori Slai cobas addetti alla raccolta
differenziata che all'epoca dei fatti, nel 2012, lavoravano presso la ditta
Castiglia la quale effettuando la raccolta nella zona Lama-SanVito
rappresentava lo Start-up di 6 mesi per poi passare nelle mani dell'Amiu.
Ma andiamo per gradi. Il processo, per poi arrivare alla sentenza di
assoluzione di ieri, ha origine nel giugno 2012 quando i lavoratori in vista
della fine dello start-up che era di soli 6 mesi (3 dei quali passati solamente
alla distribuzione dei kit per la raccolta le cosiddette
"pattumelle") e senza nessuna prospettiva positiva, visto che Comune
e Amiu non davano risposte certe su quello che sarebbe stato il passaggio di
consegne della raccolta dalla ditta Castiglia alla stessa Amiu e di conseguenza
sul futuro degli stessi, sviluppavano varie forme di protesta. Questi lavoratori
si erano conquistati con dure e lunghe lotte, iniziate dalla fine del 2009 con
i Disoccupati Organizzati, questo lavoro e non potevano certo perderlo!
Ebbene, in questo clima di sofferenza, di ansia e di incertezza i
lavoratori manifestavano con occupazioni legittime della stessa fabbrica
(Castiglia), così come l'occupazione altrettanto legittima del piazzale
antistante il Palazzo di città direttamente con i mezzi stessi per la raccolta
con cui lavoravano.
Inutile dire che le accuse di interruzione di pubblico servizio sono
cadute, lo stesso ingegnere della ditta Castiglia, ascoltato in tribunale, ha
confermato che per quello che riguardava la ditta stessa non c'era stata alcuna
interruzione, perciò erano accuse che non corrispondevano alla realtà; così come
è caduta l'accusa di manifestazione non autorizzata per i responsabili dello
Slai cobas sc.
In tutti questi anni di lotte per il lavoro, di denunce ne sono arrivate
tante e ad oggi ancora ne arrivano altre. Denunce mirate a colpire e a
reprimere chi osa alzare la testa, come i lavoratori e i coordinatori dello
Slai Cobas colpiti svariate volte da provvedimenti penali ingiusti e
illegittimi, perchè chi lotta per il lavoro non commette nessun reato!
Questa sentenza in un certo senso fa finalmente giustizia, perchè
rappresenta anzi sancisce il diritto al lavoro, diritto che non si può
condannare ne reprimere con attacchi verso chi rivendica il diritto a vivere
dignitosamente.
E sulla base anche di questi esempi, di questi stimoli che la lotta deve
andare avanti, deve continuare perchè la repressione non ferma ma
alimenta la ribellione e le lotte, e perciò non porta e non deve portare a
nessun un passo indietro!
Francesco - operaio della Pasquinelli
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