COMUNICATO
STAMPA: MA QUALE APPROPRIATEZZA?
E’ stata definita dal Ministro della Sanità una lista
di 208 esami medici a rischio di inappropriatezza, con delle sanzioni per quei
medici che non rispetteranno la norma.
E’ vero che nella pratica corrente molte visite,
esami, farmaci e persino interventi chirurgici non rispondono a un
evidente beneficio per la salute e possono a buon conto definirsi
inappropriati. Queste prestazioni, a volte dettate dalla cosidetta medicina
difensiva altre da interessi o da imperizia hanno dei costi economici evidenti,
dei costi clinici, perchè ciò che non è utile è spesso dannoso, dei costi
organizzativi in quanto vanno ad intasare liste d’attesa già lunghe. Noi non
crediamo che la correzione di queste anomalie passi semplicemente attraverso un
intervento normativo. Un conto è introdurre e promuovere delle linee guida
condivise per la gestione dei casi clinici, altro è introdurre delle norme
restrittive:senza voler enfatizzare più di tanto la libera scelta dei medici
bisogna anche considerare che un tale tipo di norma ha come risultato di
omologare i disturbi, le malattie e i malati come se ogni caso non avesse una
propria storia clinica e ognuno non avesse diritto alla propria soggettività. Quella
che va ad essere approvata ci sembra una scorciatoia che, lontano dal risolvere
il problema, allontanerà i cittadini dal Servizio Sanitario Nazionale
spingendoli verso prestazioni private e forme di sanità integrativa. E’ anche
evidente, visto il contesto e le misure che sono state prese negli ultimi anni
che si tratta di una scelta di taglio della spesa
(Il fine immediato parrebbe
essere essenzialmente quello di trovare una copertura per una effimera
riduzione della tassazione generale) e non di salvaguardia della salute,
altrimenti si andrebbe in altra direzione: pensiamo alla modalità di pagamento
a prestazione in atto dalla metà degli anni 90 prevalentemente negli ospedali
(i cosiddetti DRG) e per le prestazioni ambulatoriali che, nonostante le
proposte alternative fatte da molte organizzazioni, (compresa MD) provocano a
catena prestazioni cliniche ingiustificate. Si sono verificati interventi della
magistratura in proposito che hanno mostrato la punta dell’iceberg, senza
peraltro provocare nell’autorità sanitaria la necessità di andare a rivedere il
sistema che continua a pagare la malattia, invece di pagare la salute. Come
afferma SLOW MEDICINE, rete di professionisti e di cittadini che si riconosce
in una medicina sobria, rispettosa e giusta: “bisogna spendere meglio, non
spendere meno, nella sanità italiana. Si concorda pienamente sulla necessità di
aumentare l’appropriatezza clinica e di ridurre l’eccessivo ricorso a molti
esami e trattamenti, ma si dissente sul fatto che questo venga imposto per
decreto con l’unico fine del risparmio economico e attraverso meccanismi
sanzionatori per i medici”. Ci vuole un’azione tesa a fare sì che i medici
assumano una forte responsabilità condividendo le scelte con i pazienti che devono
necessariamente essere informati in modo completo. Non serve scontrarsi con i
medici e con le loro organizzazioni. Nella Sanità, come nella scuola non si
possono fare riforme o prendere misure senza il coinvolgimento dei soggetti
interessati, ovvero senza gli operatori sanitari e i cittadini organizzati in
associazioni e movimenti per il diritto alla salute. E’ questo che auspichiamo
come Medicina Democratica: costruire una ampia Rete che lotti contro tutte le
misure controriformatrici per mantenere e affermare il diritto alla salute,
costituzionalmente garantito, universale, gratuito (comprese le cure
odontoiatriche), partecipato. Anche di questo discuteremo nel nostro
prossimo congresso nazionale che si terrà a Firenze i prossimi 19-20-21 novembre.
Milano 24 settembre 2015
Medicina Democratica Onlus
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