Nuova commessa ma niente
scioperi: bufera sui Cantieri navali di Palermo
Nuova nave
in riparazione a patto che i lavoratori rinuncino ad azioni di protesta durante
la commessa. La Fiom e la Cgil accusano l'azienda: "E' uno scandalo"
25 settembre
2015
Una nuova
nave, con piccole riparazioni da fare, per lo stabilimento Fincantieri di
Palermo a condizione che i dipendenti rinuncino a promuovere azioni di
tutela dei diritti dei lavoratori. Ovvero: non dichiarino scioperi durante il
periodo della lavorazione, per non subire ritardi. Sul caso che sta mettendo in
subbuglio lo stabilimento di Palermo è arrivata prima la presa di posizione del
coordinamento nazionale Fiom di Fincantieri e della segreteria nazionale Fiom,
ora la Fiom e la Cgil di Palermo. Il sindacato, che non ha firmato la
rinuncia al diritto di sciopero, grida allo scandalo: "Questa, a detta di
Fincantieri, è la richiesta avanzata dall’armatore. Ciò che Fincantieri
sta facendo al Cantiere navale di Palermo è un atto gravissimo, che lede un
diritto fondamentale dei lavoratori sancito costituzionalmente",
dichiarano la segretaria della Fiom Cgil di Palermo Angela Biondi e il
segretario della Cgil di Palermo Enzo Campo. Aggiunge Angela Biondi: "Dopo
il diniego delle nostre Rsu, di firmare un documento che impegna i lavoratori a
non far valere nel prossimo futuro i propri diritti, Fincantieri, che è
un’azienda pubblica, si rivolge direttamente ai singoli lavoratori
chiedendo di firmare un impegno a non scioperare per garantire i tempi di
consegna della piattaforma petrolifera". Secondo la Fiom e la Cgil di
Palermo, il nuovo terreno di scontro scelto dall’azienda nasconde la volontà di
scaricare sui lavoratori la colpa delle inefficienze aziendali. "E’
un'azione di irresponsabilità gestionale. La verità, a nostro avviso, è che
Fincantieri sta cercando di strumentalizzare questa vicenda in quanto ha da
tempo deciso di depotenziare il cantiere di Palermo e ora sta addossando la
responsabilità di questa scelta alla Fiom e ai lavoratori che rappresenta -
aggiungono Angela Biondi ed Enzo Campo – Si propone ai lavoratori uno scambio
vergognoso. La provocazione appare ancora più evidente se si considera che
questa commessa avrà un impatto dalla durata breve, appena 50
giorni di lavoro per una cinquantina di lavoratori, rispetto al migliaio di
lavoratori coinvolti. All’indomani dell’approvazione all’Ars del finanziamento
per il bacino da 80 mila tonnellate, provano a cambiare il terreno di scontro e
a scaricare sui lavoratori".
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