Invio a seguire e/o in allegato le “Lettere
dal fronte”, cioè una raccolta di mail o messaggi in rete che, tra i tanti che
ricevo, hanno come tema comune la tutela della salute e della sicurezza dei
lavoratori e dei cittadini e la tutela del diritto e della dignità del lavoro.
Il mio vuole essere un contributo a
diffondere commenti, iniziative, appelli relativamente ai temi del diritto a un
lavoro dignitoso, sicuro e salubre.
Invito tutti i compagni e gli amici della
mia mailing list che riceveranno queste notizie a diffonderle in tutti i modi.
Marco Spezia
ingegnere e tecnico della salute e della
sicurezza sul lavoro
Medicina Democratica
Progetto “Sicurezza sul lavoro: Know Your
Rights!”
e-mail: sp-mail@libero.it
Web Medicina Democratica: http://www.medicinademocratica.org/wp/?cat=210
---------------------
INDICE
Lavoro & Politica lavoro&politica@partito-lavoro.it
QUELLI CHE LAVORANO A FERRAGOSTO E CHE
PAGHERANNO LE RIFORME
Cobas Pisa confcobaspisa@alice.it
TRASLOCHI: GLI RLS SCRIVONO ALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI PISA
Silvia Cortesi sylvyacort@gmail.com
ROVATO (BS) 12 SETTEMBRE 2015: IN NOME DEL
POPOLO AVVELENATO
Franco Mugliari muglialafuria@gmail.com
MUGLIA LA FURIA: IL RITORNO
Voci della Memoria info@vocidellamemoria.org
RIPARTIAMO DA ISOVERDE
Cobas Pisa confcobaspisa@alice.it
NEL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE INFORTUNI SUL
LAVORO E INCIDENTI SONO ALL'ORDINE DEL GIORNO
Cobas Pisa confcobaspisa@alice.it
INCIDENTE A BUS IN VERSILIA: COMUNICATO
STAMPA
Federazione Toscana CARC federazionetoscana@gmail.com
COSTRUIRE OVUNQUE COMITATI PER LA DIFESA E
IL MIGLIORAMENTO DELLA SALUTE PUBBLICA!
Mario Murgia info@associazioneespostiamiantovalbasento.it
COMUNICATO STAMPA: LA BATTAGLIA DI AIEA PER
UN GRUPPO DI LAVORATORI ESPOSTI AMIANTO DEL SITO INDUSTRIALE DI OTTANA
Assemblea 29 Giugno assemblea29giugno@gmail.com
NO ALLA PRESCRIZIONE PER VIAREGGIO !!!
Tommaso Grassi staff@tommasograssi.it
AMBIENTE: UN MESE DI BATTAGLIE DELLA
SINISTRA FIORENTINA.
Fulvio Aurora fulvio.aurora@gmail.com
PROCESSO MORTI PER AMIANTO CONTRO PIRELLI
Cobas Pisa confcobaspisa@alice.it
LA SEMPLIFICAZIONE DI RENZI? LA RESA IN
MATERIA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO
CUB Savona cub.savona@gmail.com
CARBONE E BITUME: COMUNICATO STAMPA DELLA
CUB DI SAVONA
---------------------
From: Lavoro & Politica lavoro&politica@partito-lavoro.it
To:
Sent: Friday, September 04, 2015 10:47 AM
Subject: QUELLI CHE LAVORANO A FERRAGOSTO E
CHE PAGHERANNO LE RIFORME
di Tonino D’Orazio
Il giorno di ferragosto una sessantina di
operai sono andati a lavorare alla Electrolux di Susegana (Treviso). Hanno
lavorato 12 ore per produrre intorno a 400 frigoriferi. Su richiesta
dell’azienda, contrari i sindacati. Hanno percepito in più 70 euro lordi (35 se
li mangia l’appaltatore “Stato” che magari, in un modo o nell’altro, ne ridarà
un po’ all’impresa stessa).
Hanno detto: una pacchia in tempi di fame.
Spiritosi, hanno anche detto che pensavano
di cuore a tutti quelli che purtroppo non potevano lavorare. Ovviamente questa
multinazionale, che nel tempo si è mangiata nel mondo circa 200 grandi
fabbriche concorrenti, aveva assolutamente bisogno, nelle 12 ore, di un numero
così spropositato di indispensabili frigoriferi. Sono i civilissimi svedesi.
Quelli che in patria pagano il salario di cittadinanza. Certo, sempre con i
soldi dei lavoratori.
Sono gli stessi padroni che a Forlì
cercarono di svuotate la fabbrica il giorno della festa del santo patrono. L’azienda
si giustifica così: “Anche se era un giorno di festa, nel resto d’Italia si
lavora e i magazzini devono restare sempre attivi”. Mentre ci spiegano l’alto
valore sociale e umanitario delle imprese, magari con spirito cristiano.
Perché stupirsi se si “prende” ai
lavoratori e si ridistribuisce, in parte, ad altri lavoratori? Tutto il nostro
sistema sociale funziona così. Tutta la ripartizione mondiale del lavoro
funziona così. I poveri che sono tanti pagano gli altri più poveri. I padroni
“accumulano” per vincere la concorrenza tra loro in una specie di Risiko sempre
più veloce e vorace. Al foto finish, magari lasciando un po’ di macelleria
sociale in giro. Ma questo è un problema dei politici, loro fanno solo normali
affari.
Saranno di nuovo e sempre i lavoratori, in
un giro di cassa, a pagare tutte le “nuovissime” riforme. L’idea banale di
Padoan, oltre a continuare a svendere il poco che rimane degli apparati
produttivi italiani con una “spinta vigorosa alle privatizzazioni”, per coprire
falsamente le riforme del mercato del lavoro e degli ammortizzatori, punta a
“riconsiderare gli strumenti esistenti, utilizzando anche risorse che già
vengono impiegate all’interno del sistema di welfare”. E quali altre,
altrimenti?
Dice di voler “concentrare tutto l’intervento
per lo sviluppo in una direzione”, “tutto sulle imprese, e quindi IRAP e oneri
sociali, oppure tutto sui lavoratori, attraverso l’IRPEF”.
Dal cuneo di Prodi, che aveva dato tutto
alle imprese e niente a lavoratori e pensionati, ve lo immaginate che un
rappresentante della troika neoliberista e galoppino di Goldman Sachs possa
utilizzare il cuneo “tutto per i lavoratori”? E che qualcuno possa crederci?
Magari anche aprire un altro tavolo di trattativa?
Il problema è che ci fanno credere che i
soldi li “mette” il governo. Prendendoli invece ai lavoratori e ai pensionati.
Gli altri non pagano tasse (vedi dati ISTAT). Oppure che, per esempio in
Europa, gli 86 miliardi di euro servono ad “aiutare il popolo greco”, e non ad
andare direttamente nelle casse bancarie tedesche, francesi e magari italiane.
Lo stesso D’Alema ha ironizzato e spiegato che non era vero, non era un aiuto
al “popolo greco”. Chissà dov’era in questi anni. Oppure i norvegesi che non
vedono l’ora di mettere le mani sul Partenone di Atene, essendosi già prenotati
da tempo.
Aspettando l’Italia. Per quel che ci
rimane, le nostre opere d’arte, i tedeschi, i francesi e gli inglesi mandano
già i loro dirigenti a registrare il menù, con tanto di intellettuali italiani
tromboni a battere i piattelli. Anche se bisogna ammettere che da noi la
meritocrazia è un’altra di quelle grandi balle alle quali crediamo ancora.
Quasi quasi conviene non spingere su una
nuova “riforma” delle pensioni. Dal 1995 (Dini) non ne è venuto nulla di buono
per i lavoratori. Non si capisce perché con una nuova “riforma” non dovrebbero
ulteriormente arretrare nei loro diritti e nei loro soldi. Dopo cinque
“riforme” e il sedere per terra perché non si potrebbero ancora raschiare
ulteriormente il barile? Magari tra un finto dare e una ulteriore rapina. A
colpi di Decreti e voto di fiducia. Come sempre in questi anni di ricatto
continuo, e prevedere significa in gran parte solo ben ricordare. E’ solo la
legge sperimentale di Bacone e di Galileo di qualche secolo fa.
Qualche lavoratore ricorda cosa significa
risparmiare? Da Ciampi in poi (1993) i banchieri e gli imprenditori in politica
hanno preso il potere e ci hanno gestiti, come le loro banche o imprese. Al
fallimento condiviso. Politico e, oggi, anche amministrativo, facendoci
addirittura passare, oggi, per soci muti nelle banche che falliscono e
facendoci rapinare legalmente i soldi che abbiamo affidato loro.
Mentre ci occupavano tutti giorni con
“l’invasione” degli immigrati, le imbecillità di Salvini o la stupidaggine Casamonica
(visto che la vera mafia sta dappertutto non basta più indicare un capro
espiatorio, anche se fortemente mediatizzato).
E’ la penultima estorsione dell’Europa
delle banche. Europa che abbiamo e dovremmo tenerci perché a dire di quelli che
ci hanno portato al baratro, e continuano a spingere, “non c’è alternativa”.
Eppure il FMI lo consiglia da mesi di rubare qualche percentuale sui nostri
conti correnti.
E’ già stato sperimentato a Cipro. Bastava
di nuovo un bel termine tecnico inglese, (bail-in) lingua universale che tutti
gli italiani capiscono. Lo stato non interverrà più con i nostri soldi di
contribuenti per salvare le banche (che pacchia!); queste possono prenderseli
direttamente sui nostri conti correnti. E’ giusto e “snello”. Perché mantenere
in piedi un giro di cassa? E perché i banchieri dovrebbero ancora chiedere
soldi ai politici quando possono ormai fare tutto da soli? La trappola sta nel
fatto che i soldi da fame che abbiamo non possiamo portarli in nessuna altra
banca europea.
Se controllate sono tutte sull’orlo del
fallimento, soprattutto quelle tedesche.
A guardar bene è bastata una spintarella
della cattiva Cina per sollevare di nuovo il velo sul marciume finanziario.
Altro che Grecia...
---------------------
From: Cobas Pisa confcobaspisa@alice.it
To:
Sent: Friday, September 04, 2015 1:49 PM
Subject: TRASLOCHI: GLI RLS SCRIVONO ALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI PISA
GLI RLS SCRIVONO ALL’AMMINISTRAZIONE
COMUNALE DI PISA E ALLA ASL IN MERITO A SEGNALAZIONI URGENTI SUI TRASLOCHI
A seguito dell'incontro odierno alla
presenza della RSPP e della dirigente Ballantini e a seguito della nostra nota
informativa, siamo stati contattati da alcuni dipendenti che hanno esposto le
prime e macroscopiche criticità in merito ai traslochi avviati a Giugno e
ancora oggi in atto.
Dal confronto con i colleghi e da alcune
e-mail ricevute a seguito dell'odierno incontro, si evince:
-
che
in numerosi casi il personale non si è limitato solo all'impacchettamento del
materiale cartaceo, ma ha provveduto da solo a movimentare scatole e a
svuotarle: ci chiediamo la ragione del mancato supporto da parte della ditta
esterna o di dipendenti comunali addetti alla movimentazione dei carichi;
-
nella
ex stanza del cerimoniale ove oggi c'è la segreteria di Giunta urge rivedere il
microclima e gli impianti di illuminazione, nonché verificare le condizioni del
pavimento;
-
nell'ex
stanza dell'emeroteca, oggi ufficio elettorale, si riscontrano numerose
criticità che vanno affrontate e risolte a prescindere dalla collocazione del
demanio;
-
nella
Sede dell'elettorale mancano gli oscuranti sui vetri e il personale sta
operando in situazioni di grave disagio soprattutto nelle postazioni adibite ad
uso PC, il funzionario opera su un tavolo inadeguato e sotto la parete a vetri,
luogo assolutamente inadeguato, parte degli arredi sono dislocati un corridoio
di altro ufficio e trattasi di documenti contenenti dati sensibili secondo la
normativa sulla privacy.
Infine si richiede una riunione in merito
alla sorveglianza dei Palazzi Comunali e al servizio portierato dopo le
richieste pressanti provenienti da più uffici ubicati in diversi palazzi
comunali.
Si chiede pertanto alla dottoressa
Ballantini di predisporre gli interventi necessari e alla ASL di verificare i tempi e le
modalità degli stessi al fine di non creare disagi e pericoli per la salute del
personale comunale.
RLS Comune di Pisa
Maria Borsò 348 01 96 722
Stefania Corucci 333 61 85 377
Federico Giusti 349 84 94 727
Fabrizio Terreni 340 66 26 2345
---------------------
From: Silvia Cortesi sylvyacort@gmail.com
To:
Sent: Friday, September 04, 2015 10:57 PM
Subject: ROVATO (BS) 12 SETTEMBRE 2015: IN
NOME DEL POPOLO AVVELENATO
Buonasera,
inoltro link di questa iniziativa a Brescia
il 12 settembre 2015 per chi fosse interessato:
Saluti
Silvia Cortesi
IN NOME DEL POPOLO AVVELENATO: BRESCIA,
TARANTO, TERRA DEI FUOCHI, VAL SUSA, VIAREGGIO, CASALE MONFERATO...ITALIA
LOTTE PER LA VITA, LA SALUTE E L'AMBIENTE A
CONFRONTO.
Sabato 12 settembre 2015 alle ore 10 in
viale Europa 54 Rovato (BS) si terrà il seminario con argomenti lotte per la
vita e la salute e l'ambiente a confronto.
Partecipano militanti dei movimenti,
sindacalisti, giuristi, operatori per la salute.
Promosso da Forum Diritti Lavoro
---------------------
From: Franco Mugliari muglialafuria@gmail.com
To:
Sent: Saturday, September 05, 2015 7:15 AM
Subject: MUGLIA LA FURIA: IL RITORNO
Eccomi qui!
Come promesso vi ho lasciati in pace per
tutto il mese di agosto senza l’invio di segnalazioni sui post pubblicati.
Post che però ho continuato a scrivere e
che potrete leggere sul mio blog, se ne avrete voglia.
“L’infortunio in itinere questo
sconosciuto” è il titolo del post di questa settimana:
Si tratta di una analisi delle
problematiche legate a quegli incidenti stradali che possono essere
classificati, e riconosciuti come infortuni sul lavoro sotto il profilo del
risarcimento. In particolare mi concentro su quelli accaduti con l’uso della
bicicletta più problematici di altri.
Tra le cose pubblicate nell’ultimo mese vi
segnalo poi un commento alle “Statistiche degli Infortuni” nei primi sei mesi
del 2015:
e la pubblicazione della prima serie di
vignette “Senza Parole”:
E’ proseguita anche la pubblicazione del
“Salvatutto” (strumento valido per la soluzione di ogni problema) in diverse
lingue e dialetti. Avete voglia di provarci anche voi? Andate al link:
E infine, le solite raccomandazioni.
Diventate lettori assidui del blog iscrivendovi attraverso il sito.
A ogni destinatario è assicurato il diritto di “opposizione” (ai sensi dell’articolo 7,
comma 4, del D.Lgs 196/03) e di essere
pertanto cancellato dalla mailing list. In tal caso basta segnalare tale
volontà con un semplice “No Newsletter” dall’indirizzo da rimuovere.
I dati sono trattati nel rispetto delle
vigenti norme sulla riservatezza. Tutti i destinatari delle mail sono in copia
nascosta.
Grazie
Muglia La Furia
--------------------
From: Voci della Memoria info@vocidellamemoria.org
To:
Sent: Sunday, September 06, 2015 7:08 AM
Subject: RIPARTIAMO DA ISOVERDE
Car* Tutt*,
Finalmente c’è stata prima riunione del
direttivo di Voci dopo l'estate, non
ancora a ranghi completi perché c'è chi (per sua fortuna!) non ha ancora terminato le meritate vacanze, chi ha
ancora alcune cose da mettere a posto e
chi invece alle prese con le prime magagne di
salute, ma finalmente si è ripartiti!
Siamo nelle fase delle idee, delle proposte,
e dei progetti per cercare di combinare
qualcosa di utile e carne al fuoco, com'era
immaginabile, non ne manca.
I tavoli sui quali Voci dovrebbe e vorrebbe
giocare nei mesi a venire sono tre:
progettualità, incontri pubblici e strade, ma il bello è che praticamente lo dovrebbe fare (il
condizionale è sempre d'obbligo) con
altre forze sociali che spingono dal basso, come da sempre facciamo.
Il primo appuntamento è per venerdì
prossimo a Isoverde, in quella Liguria
che non vedrete mai in cartolina ma, ahinoi, nelle pagine di cronaca.
L'assordante silenzio di media, partiti e
associazioni sui fatti di Crevasco in
agosto ci impone di schierarci al fianco delle popolazioni della Valverde convinte che, giustamente, chi
viene da Casale si ricordi che l'amianto
va combattuto sempre e non solo a parole in favor di telecamera.
Quello lo lasciamo fare a chi cerca voti,
noi continuiamo a cercar Giustizia,
quella vera, quella sociale.
Al link:
la locandina della manifestazione.
Associazione Voci della Memoria
Twitter: https://twitter.com/Voci_Memoria
---------------------
From: Cobas Pisa confcobaspisa@alice.it
To:
Sent: Sunday, September 06, 2015 6:36 PM
Subject: NEL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE
INFORTUNI SUL LAVORO E INCIDENTI SONO ALL'ORDINE DEL GIORNO
Quello del trasporto pubblico è un settore
in stato di abbandono. Per esempio in Toscana la gara regionale per il
trasporto pubblico locale è stata preceduta dalla disdetta di numerosi accordi
sindacali e dalla contrazione dei servizi e a farne la spesa sono pendolari, studenti, lavoratori, categorie meno
abbienti.
Nel corso degli anni lo stress correlato al
lavoro di un autoferrotranviere è aumentato ed è sicuramente a livelli di
guardia.
Basti ricordare:
-
l'aumento
dei tempi di guida e la riduzione delle pause;
-
i
turni spezzati che spesso costringono l'autista a stare fuori casa per 12 ore;
-
le
tratte sempre più intricate e complesse;
-
le
turnazioni selvagge;
-
la
scarsa manutenzione delle strade; mezzi vecchi e fatiscenti che
necessiterebbero non solo di ordinaria manutenzione, ma di controlli maggiori e
in molti casi di esser sostituiti.
Probabilmente l'autista di Viareggio,
coinvolto nel recente incidente, avrà avuto un semplice malore, ma il
deterioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei tranvieri è sempre più
forte e presente e sancisce pericolo per la sicurezza degli autisti e della
stessa cittadinanza.
---------------------
From: Cobas Pisa confcobaspisa@alice.it
To:
Sent: Monday, September 07, 2015 1:43 AM
Subject: INCIDENTE A BUS IN VERSILIA: COMUNICATO STAMPA
L’incidente avvenuto pochi giorni fa ad
un’autista della Vaibus a Viareggio di fronte al Comune, sebbene probabilmente
si tratti di un semplice malore, a nostro avviso deve rappresentare un campanello
d’allarme: è necessario fare luce sulle dinamiche che hanno preso corpo negli
ultimi anni all’interno dei trasporti pubblici, che hanno comportato il deterioramento delle condizioni di vita e
di lavoro dei tranvieri che è sempre più forte e presente e sancisce un
pericolo per la sicurezza degli autisti e della stessa cittadinanza.
Infatti nel trasporto pubblico locale
infortuni sul lavoro e incidenti sono ormai all'ordine del giorno. E questo è
specchio di un settore in stato di abbandono, martoriato dalle politiche di
privatizzazione. Per esempio in Toscana la gara regionale per il trasporto
pubblico locale è stata preceduta dalla disdetta di numerosi accordi sindacali
e dalla contrazione dei servizi e a farne la spesa sono pendolari,
studenti,lavoratori e categorie meno abbienti.
Nel corso degli anni lo stress correlato al
lavoro di un autoferrotranviere è aumentato ed è sicuramente arrivato a livelli
di guardia: basti ricordare l'aumento dei tempi di guida e la riduzione delle
pause, i turni spezzati che spesso costringono l'autista a stare fuori casa per
12 ore, le tratte sempre più intricate e complesse, le turnazioni selvagge, A
cui si aggiunge la scarsa manutenzione delle strade e mezzi vecchi e fatiscenti
che necessiterebbero non solo di ordinaria manutenzione ma di controlli
maggiori e in molti casi di esser sostituiti.
Tutto ciò è frutto di politiche che tendono
a ridurre i servizi in nome dell’austerity, generando condizioni di lavoro
sempre più precarie e difficili, colpendo lavoratori e cittadini.
La sicurezza dei lavoratori e dei cittadini
non può essere sacrificata in nome del profitto o del pareggio di bilancio.
Per il Cobas Lavoro Privato
Davide Banti
---------------------
From: Federazione Toscana CARC federazionetoscana@gmail.com
To:
Sent: Monday, September 07, 2015 11:12 AM
Subject: COSTRUIRE OVUNQUE COMITATI PER LA
DIFESA E IL MIGLIORAMENTO DELLA SALUTE PUBBLICA!
Il 16 agosto all'interno della Festa della
Riscossa Popolare a Marina di Massa si è tenuto un tavolo tematico dal titolo
“Costruire ovunque Comitati per la difesa e il miglioramento della Salute
Pubblica”. Questo tavolo aveva l’obiettivo di discutere e confrontarsi su
quello che deve essere oggi il ruolo dei tanti comitati nati in difesa della
sanità e del territorio, il valore delle battaglie e delle campagne portate
avanti, l'importanza delle singole esperienze di lotta. La cornice di tutto ciò
è la difesa e la tutela del diritto alla salute inteso come diritto complessivo
a garantire l'integrità psico-fisica-sociale dell'essere umano, a partire da
quella che è la tutela dell'ambiente e del territorio, la prevenzione in ogni
suo aspetto e l'educazione ad essa, la salute sui posti di lavoro, la cura e
l'assistenza fino all'accompagnamento alla morte.
Emerge dal dibattito che ciò che più mette
in crisi oggi la salute delle masse popolari non è il caso, il destino, ma è la
classe dominante che sempre più devasta e saccheggia i territori, privatizza la
sanità pubblica, sfrutta e sfianca i lavoratori per trarre maggiore profitto
dai propri investimenti a discapito della vita di milioni di persone. Come
possiamo quindi affidarci a quella che è la classe dominante per vedere
garantito il nostro diritto alla salute? Ed ecco che la discussione si è
concentrata su quelle che sono state le esperienze di ogni partecipante al
dibattito, che hanno messo in luce come alla base ci deve essere la volontà di
prendere in mano l'iniziativa e di non lasciarla ai Renzi e Rossi di turno, pedine
in mano a speculatori ed affaristi. Importante è prendere l'iniziativa e
rilanciare quello che la storia e le tradizioni del territorio Toscano ci
insegnano: dare seguito al protagonismo popolare e seguire i passi della
Resistenza, delle lotte operaie degli anni ‘70, essere partigiani di un modello
nuovo di gestione della società che metta al bando il profitto individuale in
nome dell'interesse collettivo.
E' centrale quindi creare e organizzare
comitati, organizzazioni popolari, nelle aziende sanitarie e nei territori, nei
quartieri, che decidono di affermare il diritto alla salute mettendo in campo
le misure necessarie per far fronte agli effetti della crisi. Riqualificare
quartieri dal degrado, costruire sportelli salute autorganizzati nelle aziende volti
a garantire la sicurezza sul lavoro, organizzarsi negli ospedali per riaprire
gli ambulatori e i reparti chiusi o in dismissione: insomma muoversi d'attacco
promuovendo un nuovo modello di gestione delle risorse collettive e della
società, imparare a farlo coordinandosi con tutti gli altri comitati, aziendali
e territoriali, che lottano contro lo stesso nemico, e che in un modo o
nell'altro aspirano a costruire una società diversa da quella attuale. Dal mese
di settembre inoltre si avvierà la raccolta firme per il referendum abrogativo
della Legge Regionale Toscana 28/15: è un’occasione ottima per diffondere la
parola d'ordine di organizzarsi in ogni posto di lavoro, in ogni città e in
ogni paese per costruire comitati dal basso, è uno strumento utile per colpire
la borghesia e il sistema di clientele e carriere di Rossi e del PD in Toscana
e per favorire quelle che sono le esperienze di autorganizzazione! Come è stato
più volte detto nel corso dell'iniziativa, è necessario mandare a casa il PD e
tutti gli scagnozzi che per conto dei padroni, degli speculatori e degli
affaristi governano il nostro Paese, ma è allo stesso tempo fondamentale
costruire dal basso una nuova governabilità, fatta dal coordinamento e dalla
gestione collettiva della società di Organismi Operai e Popolari decisi a farla
finita con i poteri forti, che imparano da subito a gestire parti crescenti
della società senza l'aiuto e l'appoggio dei padroni. E' quello che definiamo
Governo di Blocco Popolare: un governo che, composto da persone che godono
della fiducia delle masse popolari organizzate, metta al centro gli interessi
collettivi, un lavoro utile e dignitoso per tutti, e che attraverso la
partecipazione attiva dei comitati e degli organismi operai si dia i mezzi
della propria politica!
Firenze, 02 settembre 2015
Commissione Salute
Federazione Toscana del Partito dei CARC
---------------------
From: Mario Murgia info@associazioneespostiamiantovalbasento.it
To:
Sent: Monday, September 07, 2015 12:52 PM
Subject: COMUNICATO STAMPA: LA BATTAGLIA DI
AIEA PER UN GRUPPO DI LAVORATORI ESPOSTI AMIANTO DEL SITO INDUSTRIALE DI OTTANA
Da Associaizione Italiana Esposti Amianto
AIEA Sardegna
Cagliari, 25 agosto 2015
COMUNICATO STAMPA
E' arrivata in Corte d'Appello a Sassari la
battaglia di AIEA Sardegna contro la giustizia “bifronte” per un gruppo di
lavoratori esposti amianto del sito industriale di Ottana. La denuncia per
l'insostenibile condizione dei lavoratori costretti anche a pagare di tasca
propria visite ed esami specialistici.
E' arrivata in Corte di Appello a Sassari
la battaglia di AIEA Sardegna contro le gravi discriminazioni che colpiscono in
vario modo i lavoratori sardi, che hanno subito l'esposizione al micidiale
amianto nel corso della loro attività lavorativa, con pesanti conseguenze sulla
salute e sulla vita: qui sono stati infatti depositati la scorsa settimana altri
due appelli a sostegno dei lavoratori del sito industriale di Ottana, oggetto
di un inverosimile caso di giustizia “bifronte” e che si aggiungono a quelli
presentati a luglio.
Si tratta, infatti, di un gruppo di
lavoratori che si è visto respingere il ricorso contro l'INPS per il
riconoscimento dei diritti di legge.
“Abbiamo deciso di ricorrere in
appello, che per competenza spetta a
Sassari” - ha detto Sabina Contu, presidente di AIEA Sardegna - “e andremo fino
in fondo per l'ottenimento di una giustizia piena per i nostri lavoratori, non
solo a Ottana, ma anche ad Assemini e a Porto Torres: dobbiamo capovolgere uno
stato di cose che di fatto li ha resi figli di un Dio minore, per le scelte e
le non scelte che negli anni si sono consumate ai danni della nostra isola”!
Il caso dei lavoratori di Ottana è
emblematico di quella che a tutti gli effetti può definirsi una "giustizia
bifronte": come più volte denunciato da AIEA Sardegna e da AIEA nazionale,
l'esclusione dei siti industriali sardi dagli atti di indirizzo ministeriale,
per l'individuazione dei siti contaminati dall'amianto, ha messo i lavoratori
delle industrie sarde in una condizione di grave discriminazione e pesante
disagio rispetto a quella di tutti gli altri lavoratori italiani.
Ciò è tanto più incomprensibile considerato
che fra il 1998 e il 2002 sono stati individuati nel resto d'Italia ben 550
siti industriali contaminati da amianto! "Una situazione insostenibile che
non ci stancheremo di denunciare di fronte all'opinione pubblica e alle
autorità competenti" - ha
dichiarato Mario Murgia, Vicepresidente Nazionale dell'AIEA - “Basti pensare
che NESSUNA delle 285 domande,
presentate a termini di legge dai lavoratori ex Enichem di Ottana, è stata
accolta dall'INAIL di Nuoro, mentre le 450 domande, presentate dagli addetti alla manutenzione del sito
"gemello" di Pisticci, sono state TUTTE accolte in via amministrativa
dall'INAIL di Matera! Ma va anche denunciato il fatto che solo un esiguo numero
di lavoratori presentò domanda, a suo tempo, su un totale complessivo di circa
6.000 lavoratori diretti e indiretti del sito industriale di Ottana, perche
tagliati fuori anche dai canali informativi di tipo istituzionale".
Questa sorta di “negazionismo” di Stato ha impedito ai
lavoratori sardi di poter usufruire agevolmente dei diritti di legge,
costringendoli allo stillicidio penoso e umiliante di continui “respingimenti”
da parte di quegli Enti che invece dovrebbero tutelarli. Per cui, nella
stragrande maggioranza dei casi sono costretti a pagare di tasca propria
onerosi esami e visite specialistiche e
ad affrontare una vera e propria odissea di domande, richieste, certificazioni,
visite, esami specialistici, documentazioni che, si ripetono all'infinito, fra INAIL, INPS, ASL e adesso anche da un tribunale
all'altro.
"Siamo di fronte a una situazione di
duplice discriminazione” - ha aggiunto Sabina Contu - “perché nel resto del
nostro Paese i lavoratori dei siti riconosciuti in quanto contaminati da
amianto, vengono sottoposti gratuitamente e annualmente alla sorveglianza
sanitaria: in Sardegna, invece il protocollo di sorveglianza sanitaria per i
lavoratori dei siti industriali è inadeguato, rispetto alla evoluzione della
moderna letteratura scientifica e medica internazionale. Stiamo cercando di seguire
tutti i casi di cui veniamo a conoscenza e che, anche grazie alla nostra azione
di denuncia e sostegno, stanno emergendo dalla sofferenza e dalla solitudine,
in cui spessso purtroppo molti
lavoratori, fiaccati nel corpo e nello spirito, vivono"
Carmina Conte
Ufficio Stampa AIEA Sardegna
cellulare 393 13 77 616
* * * * *
A seguire link ad articoli sul comunicato
stampa del 25 agosto.
Amianto, appello in tribunale per i
lavoratori di Ottana
Contro la “giustizia bifronte” presentato
appello per lavoratori esposti all’amianto del sito industriale di Ottana
Amianto, la causa dei lavoratori di Ottana
arriva in Corte d’Appello a Sassari
In Appello le vittime dell’amianto
Amianto, appello in tribunale per i
lavoratori di Ottana
Articoli e rassegne stampa con comunicato
AIEA
Pagina Google con link ad articoli e
rassegne stampa con comunicato AIEA
---------------------
From: Assemblea 29 Giugno assemblea29giugno@gmail.com
To:
Sent: Monday, September 07, 2015 4:20 PM
Subject: NO ALLA PRESCRIZIONE PER VIAREGGIO
!!!
E disumano che questo Stato non voglia la
verità; è inaccettabile che siano prescritti reati del processo per il disastro
ferroviario del 29 Giugno 2009, trasformatosi in una strage con 32 vittime e
feriti gravissimi. Ma dove la devono cercare la giustizia e la verità, i
familiari delle vittime, se non in un processo?
Sotto accusa per la strage finiscono 9
società e 33 persone, tra cui i manager del gruppo FS e i dirigenti e
dipendenti di tre aziende: la proprietaria del carro, Gatx Rail Austria e
Germania; l'officina tedesca Jungenthal che lo revisionò; e la Cima riparazioni
che lo montò.
Alcuni reati come VIOLAZIONE DELLE NORME
PER LA SICUREZZA SUL LAVORO non sono entrati neppure nel processo poiché
prescritti prima di cominciare.
Altri come L’INCENDIO COLPOSO E LESIONI
COLPOSE sono a rischio.
Come si può pensare che il 29 giugno non
sia successo nulla, di cosa sono morti 32 innocenti?
Per questo l'Associazione dei familiari “Il
mondo che vorrei” e Assemblea 29 giugno (nata in seguito alla strage) hanno
deciso di essere giovedì 17 settembre di fronte a Montecitorio per una protesta
forte e chiara (da Viareggio partirà almeno un pullman), per dire che non si
può scherzare, che non si può giocare, su questa immane tragedia.
I familiari, per tre anni, hanno chiesto un
incontro al precedente capo dello Stato, Napolitano, che si è sempre rifiutato;
hanno nuovamente chiesto un incontro al nuovo capo dello Stato, Mattarella, che
ha risposto di non poterli incontrare perché c'è un processo in corso. Lo
stesso Mattarella, che in questi mesi ha incontrato più volte il cavalier
Moretti, principale imputato nel processo, si rifiuta di guardare negli occhi i
familiari delle 32 Vittime.
Coerenti, Napolitano e Mattarella, con il
fatto che lo Stato non si è costituito parte civile nel processo, che i governi
Berlusconi e Letta hanno rinnovato la nomina a Moretti di Amministratore
Delegato delle Ferrovie e che il governo Renzi lo ha addirittura promosso
Amministratore Delegato in Finmeccanica con una retribuzione milionaria (si
parla di euro, naturalmente).
E per questo che il 17 andremo noi al
Quirinale per (tentare di) essere ricevuti da Mattarella.
La strage ferroviaria, ovviamente, riguarda
la mancanza di sicurezza o, meglio, una politica di abbandono sulla sicurezza.
Il cavalier Moretti ha sempre dichiarato che non vi è un problema sicurezza e
che “Viareggio” è stato uno “spiacevolissimo episodio”. Non ha avuto neppure il
coraggio di definirlo incidente.
Invece, proprio sulla sicurezza, accadono
incidenti gravi e gravissimi:
-
20
luglio, una porta di salita del treno regionale Firenze-Arezzo si è staccata ed
è volata via;
-
4
agosto, a La Spezia, durante le manovre di un convoglio merci, Antonio Brino,
28 anni, dipendente della società SerFer, è rimasto schiacciato tra il
convoglio e i respingenti del binario, morendo poco dopo (dal 2006, sui binari
delle ferrovie hanno perso la vita 56 lavoratori: Una statistica drammatica ed
impressionante!);
-
5
agosto, a Napoli, un treno di pendolari e viaggiatori va in fiamme;
-
29
agosto, l’ultimo vagone di un treno con 150 passeggeri è uscito dai binari alla
stazione di Piombino Marittima (LI).
Solo per citare gli ultimi fatti di cui
siamo a conoscenza.
Per maggiori informazioni
Assemblea 29 Giugno: assemblea29giugno@gmail.com
Associazione il Mondo che vorrei. socioedonazioni@ilmondochevorrei.it
Cellulare. 338 68 85 950
---------------------
From: Tommaso Grassi staff@tommasograssi.it
To:
Sent: Tuesday, September 08, 2015 12:35 AM
Subject: AMBIENTE: UN MESE DI BATTAGLIE
DELLA SINISTRA FIORENTINA.
TROMBI, GRASSI E VERDI “AMIANTO: IL
CONSIGLIO COMUNALE APPROVA UNA IMPORTANTE RISOLUZIONE DEL GRUPPO FIRENZE
RIPARTE A SINISTRA”
Nella risoluzione si chiede di approvare il
piano regionale per la tutela dell’amianto, come previsto dall’inapplicata
Legge Regionale 51/13 e di avviare a livello nazionale il censimento e il piano
di bonifica delle scuole dall’amianto.
Secondo ARPAT nel 2007 c’erano ancora 806
edifici pubblici, 111 impianti industriali e 50 impianti dismessi contaminati
da amianto, e l’elenco era incompleto e non comprendeva per altro gli edifici
privati e le centinaia di coperture di medie e piccole attività nella nostra
regione.
La Regione Toscana ha poi approvato una
legge, la prima a livello nazionale, che norma in maniera organica la materia,
proposta in Consiglio dalla sinistra, prima firma Mauro Romanelli, ma l’ha poi
lasciata clamorosamente inapplicata.
Per non parlare del governo, che ha più
volte promesso di intervenire ma che di fatto non si è attivato.
Approvando questa risoluzione, il consiglio
comunale ha invitato il sindaco ad attivarsi, presso la Regione e presso il
Governo, perché agiscano per risolvere un problema grave, diffuso e pericoloso
per la nostra salute.
* * * * *
INCENERITORE, GRASSI, VERDI E TROMBI:
“ASCOLTARSI E’ GIA’ UN PASSO IN AVANTI, MA NON CONFONDIAMO LO SCAMBIO DI
OPINIONI CON LA CONDIVISIONE PARTECIPATA”
Certo, non si erano mai visti politici,
tecnici e rappresentanti delle aziende a favore e contro l’inceneritore nella
stessa sala, sopratutto non era mai accaduto che nel Salone dei Duegento
andasse in scena un confronto come quello di stamani: una vittoria del comitato
Mamme No Inceneritore e di tutti coloro che da decenni si battono contro
l’impianto di Case Passerini e una dimostrazione di voler almeno ascoltare da
parte di chi governa la Firenze e la Città metropolitana. Ascoltarsi è già un
passo in avanti, ma non confondiamo lo scambio di opinioni con la condivisione
partecipata di una scelta amministrativa come quella della costruzione di un
inceneritore.
Speriamo che quanto stamani è accaduto in
Comune sia solo un primo passo e un segnale che anche l’Amministrazione
fiorentina inizia a vacillare davanti alle reali, circoscritte e documentate
critiche che da ogni parte arrivano alla operazione economica e
infrastrutturale dell’inceneritore di Case Passerini. Saremmo di fronte ad una
politica vigliacca e falsa se invece tutto quanto fosse orchestrato da chi vuol
dimostrarsi disponibile al confronto solo per avere la scusa di poter dire di
fronte alle proteste, che siamo certi non subiranno alcun arresto, che il
dialogo c’è stato.
Ecco se dialogo deve essere diciamo subito
che le modalità con cui si è svolta la riunione stamani non sono ancora
sufficienti: il periodo di vacanze, il fatto che si sia svolto in centro
durante una mattina lavorativa, che gli interventi a favore siano stati tutti
quanti proiettati sulla difesa d’ufficio e sulla esposizione della propria tesi
senza aver modo di confutare e dimostrare la veridicità di quanto affermato,
solo per enunciare gli aspetti di maggior peso.
Per noi l’inceneritore di Case Passerini
così come qualsiasi altro impianto obsoleto, estremamente costoso e inquinante
deve essere cancellato a favore di un sistema integrato di raccolta
differenziata che non renda gli enti locali dipendenti dai rifiuti da bruciare
e che non si arrivi al paradosso che pur di far funzionare gli impianti “di
casa” di fronte ad una raccolta differenziata spinta si sia costretti a
importare e per far guadagnare i partner fior fiori di denaro, rifiuti da aree
lontane: costruito un impianto quello deve bruciare rifiuti e non può bruciarne
di meno. Se andrà avanti non avrà senso incentivare la raccolta porta a porta o
metodi di raccolta spinte che creano lavoro e costano meno degli impianti.
* * * * *
TAV, GRASSI: “TALPA PRONTA PER FIRENZE. MA
LE TERRE DI SCAVO DOVE FINIRANNO?” L’AFFONDO DALL’ESPONENTE POLITICO DELLA
SINISTRA FIORENTINA: “BASTA CON QUEST’OPERA INUTILE, PERICOLOSA, DANNOSA E
COSTOSISSIMA”
Sembra tutto pronto per riprendere i lavori
a Campo di Marte, con la nuova fresa che è in viaggio dalla Germania verso
Firenze, e qualcuno già forse sente la talpa muovere i primi passi. Ma ancora
non è chiaro dove verrà portata la terra di scavo e questo è un ulteriore
elemento di preoccupazione.
Il capogruppo dell’opposizione di sinistra
a Palazzo Vecchio, a Firenze, punta il dito contro un’opera che definisce senza
esitazione “inutile, pericolosa, dannosa e costosissima.
“La destinazione delle terre di scavo,
sulla carta” - spiega Grassi - “sarebbe l’ex cava di Cavriglia, in provincia di
Arezzo. Ma stando così la normativa, le terre scavate con l’aggiunta di fanghi
bentonitici fa sì che siano classificate come rifiuti speciali da conferire in
discarica. Già in tanti hanno provato a trasformare, con qualche modifica alla
norma, i rifiuti in terra pulita. Ma anche a colpi di decreto, ad oggi, hanno
fallito”.
“Le proteste proseguono” - aggiunge Grassi
- “e con esse anche le interrogazioni per avere informazioni e dati sui
controlli e i monitoraggi ambientali; così come le mozioni di indirizzo per
bloccare i lavori fiorentini e invitare il Governo a ripensare all’opera. La
contrarietà della cittadinanza, persino troppo silenziosa, se si pensa ai
rischi per gli edifici e la popolazione, finirà solo quando si dirà basta a
quest’opera inutile, pericolosa, dannosa e costosissima”.
* * * * *
BELLA MANIFESTAZIONE “MAMME NO
INCENERITORE” PREMIATE DAL RINVIO DELLA CONFERENZA DEI SERVIZI
GRASSI: “SI SMETTA CON QUESTI TENTATIVI
RIDICOLI DI REALIZZARE UN’OPERA CHE NON DEVE ESSERE FATTA”
“E’ stata una manifestazione davvero
partecipata, colorata e animata dalle Mamme No Inceneritore, reduci dall’aver
organizzato il concerto alle Piagge, evento che ha dato una dimostrazione
concreta della contrarietà all’inceneritore da parte di tutti i cittadini. Un
evento che ha dato voce alla battaglia che da anni i comitati della Piana
stanno portando avanti incessantemente. E una temporanea vittoria del presidio
e del corteo c’è stata: la Conferenza dei servizi e stata rinviata di un mese
per motivi tecnici e per la mancanza della documentazione necessaria a superare
le prescrizioni di alcuni enti”.
E’ questo il commento di Tommaso Grassi,
capogruppo di “Firenze riparte a sinistra” con SEL, FAS e PRC, che interviene
sulla manifestazione delle Mamme No Inceneritore.
Il capogruppo dell’opposizione di sinistra
in Palazzo Vecchio ha le idee chiare: “Anche un bambino si sarebbe reso conto,
dopo 10 anni che gli enti stanno cercando di realizzare il termovalorizzatore,
come lo chiamano loro, che non è altro che un inceneritore, che questo impianto
non si deve e non si può fare in una zona altamente inquinante. Non si può realizzare
senza un reale impegno per creare posti di lavoro, ridurre al minimo il residuo
non riciclabile e differenziare, utilizzando una tecnologia obsoleta e
costosissima che non potrà mai recuperare il costo se non bruciando qualsiasi
cosa garantendo un approvvigionamento ai massimi livelli. E che ben presto
porterà pur di alimentarlo a bruciare anche le materie precedentemente
differenziate o ad importare da tutto il mondo rifiuti da incenerire”.
Grassi è certo della sua posizione e sul
tema inceneritore non intende arretrare di un passo: “Ribadisco ancora una
volta, perché ce n’è sempre bisogno, il mio no convinto a un’opera di cui si
può fare a meno, investendo invece le centinaia di milioni di euro che
costerebbe in altri impianti di raccolta differenziata meccanica, in incentivi
alla popolazione con l’applicazione della tariffa puntuale. Bisogna uscire
dalla fase sperimentale della raccolta porta a porta e rendere questo il metodo
standard su tutta la città e questa sarebbe una scelta che creerebbe posti di
lavoro con aziende del settore dell’innovazione tecnologica. Questo
consentirebbe l’avvio di imprese che usano le materie raccolte in modo
differenziato per produrre oggetti di uso comune. Perché, allora, preferire un
metodo che guarda indietro e che in molti Paesi si sta abbandonando a favore di
nuove strategie, anche sulla gestione dei rifiuti, con l’obiettivo di arrivare
ben presto ai rifiuti zero?”.
---------------------
From: Fulvio Aurora fulvio.aurora@gmail.com
To:
Sent: Tuesday, September 08, 2015 8:32 AM
Subject: PROCESSO MORTI PER AMIANTO CONTRO PIRELLI
Giriamo il comunicato del Comitato per la
difesa della salute nei luoghi di lavoro
sul territorio di Sesto San Giovanni
in merito all'udienza che si è svolta ieri presso il Tribunale di Milano
contro 11 dirigenti della Pirelli SpA di Milano.
Il Comitato che è parte civile difeso dallo
stesso nostro avvocato Laura Mara bene sintetizza lo svolgimento della
requisitoria del Pubblico Ministero. Aggiungo solo che da questa requisitoria
che ha raccolto le testimonianze dei lavoratori ex esposti dello stesso
stabilimento sono emerse le condizioni di lavoro terrificanti e di esposizione
a sostanza cancerogene dall'amianto, alle ammine aromatiche, alla betanaftilamina
al nero fumo.
Alcuni lavoratori l'anno sottolineato:
"le condizioni di lavoro erano terribili, ma noi dovevamo lavorare".
Un ricatto che nemmeno oggi è finito,
soprattutto dopo le misure controriformatrici del Governo a modifica dell'articolo
18 della Statuto dei Lavoratori. La sentenza è prevista verso la fine
dell'anno.
Nei prossimi mesi Medicina Democratica e
Associazione Italiana Esposti Amianto sono impegnati in una serie di altre
udienze, a partire da un'altra sempre contro Pirelli, questa volta di Settimo
Torinese, presso il tribunale di Torino.
Fulvio Aurora
COMUNICATO STAMPA
PROCESSO PIRELLI PER AMIANTO BIS: IL
PUBBLICO MINISTERO CHIEDE CONDANNE PER 7 DEI 10 MANAGER IMPUTATI CON PENE CHE
VANNO DAI 9 ANNI AI 4 ANNI E 6 MESI DI
RECLUSIONE
Al termine della sua lunga requisitoria,
nel tardo pomeriggio di oggi 7 settembre, il Pubblico Ministero del Tribunale
di Milano Maurizio Ascione, dopo aver puntualmente ripercorso tutte fasi del
processo e la responsabilità dei vertici dell’azienda Pirelli degli
stabilimenti di Viale Sarca di Milano e via Ripamonti nella la morte di decine
di lavoratori avvenuta fra il 1979 e il 1989, ha chiesto alla dottoressa Anna
Maria Gatto, Presidente della V Sezione penale, le seguenti condanne:
-
9
anni di reclusione per Grandi Ludovico;
-
7
anni per Sierra Piero (presidente sino a pochi mesi fa dell’Istituto Nazionale
di Ricerca sul Cancro e tuttora nel direttivo);
-
6
anni per Bellingeri Gianfranco;
-
5
anni e 6 mesi ciascuno per Liberati Omar e Veronesi Guido;
-
4
anni e 6 mesi ciascuno per Manca Gavino e Moroni Armando.
Il Pubblico Ministero ha inoltre chiesto
l’assoluzione per Battaglioli Gabriele, Pedone Carlo e Picco Roberto in
considerazione dell’esiguo “periodo temporale” in cui sono stati nel Consiglio
di Amministrazione dell’azienda e per “coerenza” con quanto aveva già chiesto
nel precedente primo processo per l’omicidio colposo plurimo di decine di
operai, svoltosi davanti al giudice dottor Martorelli della VI Sezione e
conclusosi il 15 luglio 2015 con condanne a tutti gli stessi imputati da 3 anni
a 7 anni e 8 mesi.
Nella requisitoria il Pubblico Ministero ha
evidenziato, come emerso nel processo, che gli imputati non hanno mai informato
i lavoratori sui rischi amianto, non hanno rispettato le minime misure di
igiene e sicurezza non fornendo mascherine, aspiratori e altri dispositivi di
protezione individuali e collettivi che già esistevano e che, come previsto
dalla legge del 1956 sulle polveri, l’azienda doveva applicare.
Ha ricordato che nel processo lavorativo
venivano usate altri cancerogeni, come le amine aromatiche, il talco
contaminato d’amianto, il nerofumo e altri ancora, ricordando infine che lo
IARC (Istituto Internazionale di Ricerca sul Cancro) considera l’industria
stessa della gomma come cancerogena. Come si è accertato nel processo, negli
stabilimenti di Milano in cui si producevano cavi, gomma, e articoli vari, i
lavoratori sono stati esposti a diverse sostanze cancerogene, in particolare
fibre d’amianto in modo diretto, indiretto e ambientale. Per il Pubblico
Ministero l’istruttoria dibattimentale ha dimostrato la netta responsabilità
dei sette manager per il quale egli ha chiesto le condanne.
Nella requisitoria il Pubblico Ministero
esaminando i casi dei 28 lavoratori parte offesa nel processo ha chiesto
l’esclusione a vario titolo di 16 lavoratori,
morti di mesotelioma, tumore polmonare, tumore all’esofago e ammalati di
altre malattie professionali perché, anche se è certo che sono morti per amianto
o amine aromatiche, il dibattimento non è riuscito ha dimostrare la
responsabilità dei singoli dirigenti: cioè c’è stata una “mancanza di
informazioni” certe sulle responsabilità.
Per altri 12 casi di lavoratori morti di
mesotelioma, tumore polmonare e uno di tumore alla vescica ha chiesto la
condanna dei manager.
Anche in questo processo i dirigenti
Pirelli si sono comprati molte parti civili: anche le istituzioni che si erano
prima costituite parti civili hanno raggiunto accordi economici con la Pirelli
per uscire dal processo. L’ultimo episodio si è verificato ancora oggi:
all’apertura dell’udienza l’avvocatessa dell’ASL di Milano ha comunicato al
giudice di aver raggiunto un accordo con i dirigenti Pirelli.
Nella prossima udienza del 5 ottobre
interverranno le poche parti civili rimaste che non si sono fatte affascinare e
comprare dai soldi del padrone. Interverrà l’avvocato Laura Mara, legale delle
parti civili del nostro Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di
Lavoro e nel Territorio, di Medicina Democratica e dell’Associazione Italiana
Esposti Amianto.
Noi come sempre saremo presenti in aula per
affermare la nostra voglia di giustizia.
Milano 7 settembre 2015
Comitato per la Difesa della Salute nei
Luoghi di Lavoro e nel Territorio
cellulare: 335 78 50 799
c/o Centro di Iniziativa Proletaria “G.
Tagarelli”
via Magenta 88 20099 Sesto San Giovanni
(MI)
telefono e fax: 0226224099
e-mail: cip.mi@tiscali.it
---------------------
From: Cobas Pisa confcobaspisa@alice.it
To:
Sent: Tuesday, September 08, 2015 12:25 PM
Subject: LA SEMPLIFICAZIONE DI RENZI? LA RESA IN MATERIA DI SALUTE E
SICUREZZA SUL LAVORO
JOBS ACT E SICUREZZA
I Decreti attuativi riguardano anche le
normative in materia di sicurezza che vengono alleggerite a uso e beneficio dei
soli datori di lavoro.
Alcuni siti
e newsletter specializzate (Know Your Rights, Punto Sicuro...) hanno già
analizzato meglio di noi gli interventi del legislatore che all'indomani della
approvazione, nel 2008, del Testo Unico, sono stati finalizzati ad attenuare le
responsabilità padronali (indistintamente del padrone pubblico o privato) in
materia di sicurezza, quindi ci limiteremo all'essenziale.
Ma prima vorremmo ricordare che ancora una
volta gli accordi sindacali hanno preceduto la mattanza del Jobs Act, per
esempio autorizzando, in deroga allo statuto dei lavoratori, l'uso dei GPS a
bordo di mezzi aziendali o anche nei dispositivi cerca persone.
Quando gli RLS si limitano a far parte
della filiera della sicurezza senza distinguere un ruolo conflittuale da quello
delle figure espressione dei datori di lavoro può succedere di tutto e di più,
incluso sottoscrivere accordi che non tutelano la nostra salute e sicurezza
rendendola una variabile dipendente dai profitti.
Parlavamo all'inizio della revisione delle
sanzioni in materia di lavoro e legislazione sociale.
Fino ad oggi esisteva una sorta di
maxisanzione per il lavoro nero, oggi non esiste più e al suo posto arrivano
sanzioni "a fasce". La regolarizzazione è vincolata al mantenimento al lavoro del personale in
nero per un determinato periodo di tempo.
Viene modificato il provvedimento di
sospensione dell’attività imprenditoriale, da una parte si vuole eliminare la
condotta illecita ma scatta una sorta di premialità per i datori che si
vogliano mettere in regola. In altre parole una vera e propria ancora di
salvataggio ai padroni.
Sono alleggerite le sanzioni in materia di
consegna del prospetto paga e in caso di mancata registrazione sul libro unico
del lavoro.
Si cancella l'articolo 4 dello Statuto dei
Lavoratori in materia di videosorveglianza dei dipendenti dando ai padroni
un'arma da utilizzare nei provvedimenti disciplinari che saranno lo strumento
con cui licenziare la forza lavoro scomoda e più riluttante a subire
l'organizzazione del lavoro capitalistica.
Con la prossima revisione Costituzionale e
modificando i poteri e le competenze di Stato e Regioni, anche il ruolo delle
ASL in materia di salute e sicurezza verrà presto rimesso in discussione.
La istituzione dell'Ispettorato Nazionale
del Lavoro rischia di essere uno strumento inefficace e burocratizzato che lede
l'autonomia dei singoli ispettorati e il loro intervento in sede locale.
Il Governo Renzi quando parla di
semplificazione intende non porre fine agli orpelli burocratici, ma favorire i
padroni offrendo loro scappatoie di vario genere qualora operino senza rispetto
della salute e sicurezza.
Semplificazione non si traduce in
interventi rapidi a tutela di salute e sicurezza, ma nell'esatto contrario come
dimostrato dai primi decreti attuativi del Jobs Act che hanno previsto il
demansionamento dei lavoratori.
---------------------
From: CUB Savona cub.savona@gmail.com
To:
Sent: Wednesday, September 09, 2015 10:19 AM
Subject: CARBONE E BITUME: COMUNICATO STAMPA DELLA CUB DI SAVONA
QUANDO LA PROPOSTA DI LAVORO E’ UN FRUTTO
AVVELENATO, SINDACATI E SOCIETA’ CIVILE HANNO IL DOVERE DI RIFIUTARLO
Lavoro, certo, ma non a qualunque prezzo,
soprattutto quando a pagare questo prezzo sono i cittadini, l’ambiente e
soprattutto i bambini.
La CUB savonese, che non ha esitato in
passato a schierarsi contro l’utilizzo del carbone per produrre energia,
ribadisce la propria posizione e prende le distanze dalle posizioni espresse
dalla Segretaria Provinciale della CGIL Giulia Stella nell’intervista odierna
al Secolo XIX.
Sicuramente la tecnologia potrebbe essere
in grado di garantire produzione e salute, ma poi subentra l’interesse
economico e di fronte ai costi di questa tecnologia le aziende tendono a usare
qualunque metodo pur di risparmiare.
La pratica, e soprattutto la recente
vicenda Tirreno Power, ci hanno mostrato chiaramente come la fantasia aziendale
sia in grado di superare la più pessimistica delle realtà che saremmo stati in
grado di immaginare: autocertificazioni sulle emissioni (durate anni) smentite
dalle misurazioni effettuate dai Consulenti dei Magistrati, mancato rispetto
delle prescrizioni di legge contenute nelle varie autorizzazioni,
apparecchiature non tarate o posizionate dove avrebbero restituito dati più
confortanti, collegamenti diretti con tecnici e dirigenti regionali che
avrebbero dovuto (sic) avere un ruolo super partes, scambi di intese con il
mondo dei media (per garantirsi un’informazione più favorevole?) tanto per
citare le sorprese contenute nell’inchiesta che ha portato al sequestro e alla
chiusura dei gruppi a carbone.
Come potremmo fidarci di questa classe
dirigente, di questa imprenditoria, di queste istituzioni che tutto fanno meno
che garantire la salute dei cittadini?
CARBONE E BITUME?
NO GRAZIE. L’AMBIENTE DISASTRATO, I MALATI
ED I MORTI CHE ABBIAMO AVUTO SONO PIÙ CHE SUFFICIENTI.
Per la Confederazione Unitaria di Base di
Savona
Loschi Maurizio 347 45 96 046
Eraldo Mattarocci 348 60 39
Nessun commento:
Posta un commento