Cgil, la Fiom vota contro il documento conclusivo
della conferenza di organizzazione
"Non è vero che con queste nuove regole si allarghi la partecipazione
e la democrazia nel sindacato". H motivato così,Maurizio Landini il suo no
al documento che formalizza le nuove regole organizzative, uscite dalla
Conferenza di organizzazione. "Al prossimo congresso, così, non
consegneremo una discussione ma solo un capitolo chiuso. È una forzatura",
spiega sottolineando come alla base del suo no ci sia anche la mancata difesa
della Fiom che nella partita Fiat è stata discriminata non solo dall'azienda ma
anche da Fim e Uilm. "E ancora si parla di unità sindacale senza aver
speso una parola su quanto accaduto", accusa. L'assemblea dei delegati
della conferenza di organizzazione della Cgil ha approvato il documento
conclusivo a maggioranza con 587 voti favorevoli e 151 contrari.
"A Maurizio dico che invece di frenarci fra noi - aveva detto la leader della Cgil nelle conclusioni - sarebbe meglio provare a ingaggiarci insieme nella sfida di cambiare e risperimentarci, ma senza travolgere noi stessi e la nostra storia". "Non dobbiamo avvitarci su discussioni al nostro interno- aveva proseguito - noi rimaniamo una grande organizzazione sindacale e la nostra stella polare si chiama lavoro e occupazione: le nostre azioni devono essere giudicate su questo". Abbastanza poco, quindi, rispetto alle numerose critiche sostanziali mosse da Landini nel suo intervento di ieri. “La democrazia – aveva detto Landini – è lo strumento per cambiare il sindacato”. Landini ha in mente non solo l’elezione diretta del segretario nazionale ma anche la democrazia referendaria nel vaglio dei contratti. Landini aveva chiesto anche una decisa ripresa delle iniziative di lotta. E Camusso ha risposto che sarà il tema delle pensioni, in un quadro unitario, il centro dell’azione dei sindacati.
"A Maurizio dico che invece di frenarci fra noi - aveva detto la leader della Cgil nelle conclusioni - sarebbe meglio provare a ingaggiarci insieme nella sfida di cambiare e risperimentarci, ma senza travolgere noi stessi e la nostra storia". "Non dobbiamo avvitarci su discussioni al nostro interno- aveva proseguito - noi rimaniamo una grande organizzazione sindacale e la nostra stella polare si chiama lavoro e occupazione: le nostre azioni devono essere giudicate su questo". Abbastanza poco, quindi, rispetto alle numerose critiche sostanziali mosse da Landini nel suo intervento di ieri. “La democrazia – aveva detto Landini – è lo strumento per cambiare il sindacato”. Landini ha in mente non solo l’elezione diretta del segretario nazionale ma anche la democrazia referendaria nel vaglio dei contratti. Landini aveva chiesto anche una decisa ripresa delle iniziative di lotta. E Camusso ha risposto che sarà il tema delle pensioni, in un quadro unitario, il centro dell’azione dei sindacati.
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