sabato 19 settembre 2015

19 settembre - Morto folgorato, cantiere nel mirino



Il cantiere della tragedia
Borghetto Borbera - Un’intera valle si è stretta attorno alla famiglia di Paolo Daglio, 39 anni, artigiano edile, morto folgorato in un cantiere a Borghetto Borbera. «Non abbiamo parole, non riusciamo ancora a crederci», dice uno dei fratelli, Alessandro. Lui è stato tra i primi, ieri pomeriggio dopo le 15, a raggiungere il luogo dell’incidente, in via Roma, dove sono in costruzione una serie di villette. Paolo aveva acquistato una di queste. Era quasi terminata. Avrebbe dovuto stabilirsi nella nuova casa a breve, insieme alla moglie Martina e al figlio di 7 anni, Tommaso. Il piccolo imprenditore stava lavorando alla sua abitazione e, contemporaneamente, a quella del vicino. Con due collaboratori stavano facendo una gettata di calcestruzzo per terminare il muro di cinta. «Avevano quasi finito, mancavano si e no due metri». Ora il cantiere e i macchinari sono sotto sequestro. La Procura della Repubblica di Alessandria ha infatti aperto un fascicolo. Al momento nessuno risulta indagato. I carabinieri hanno già ascoltato i due collaboratori, che erano presenti al momento dell’incidente e che hanno dato l’allarme, e il manovratore della pompa. Sempre ieri il medico legale, su disposizione del pubblico ministero Marcella Bosco, ha effettuato un primo esame all’obitorio dell’ospedale di Novi Ligure. Si attende in queste ore la decisione sulla necessità di eseguire la vera e propria autopsia, oppure il nulla osta per le esequie. Non sembrerebbero esserci dubbi, tuttavia, sul fatto che a provocare l’arresto cardiaco sia stata una scarica elettrica. Resta da capire cosa sia accaduto in quegli istanti. Dalla prima ricostruzione sembra che Daglio stesse impugnando la pompa. Il mezzo avrebbe accidentalmente calpestato o colpito un cavo di cantiere, dove la corrente passa a 380 volt. Lo stesso mezzo avrebbe quindi fatto da “conduttore” della scarica. Piovigginava e il clima era umido, circostanza che potrebbe aver aggravato la situazione. Il cantiere procedeva velocemente, proprio perchè c’era il timore che potesse iniziare a piovere più forte. Sul luogo dell’incidente sono giunti anche i tecnici dello Spresal, il servizio di prevenzione dell’Asl: resta da accertare se l’artigiano indossasse o no gli adeguati presidi. Dalle testimonianze emerge tuttavia come Daglio indossasse scarpe antifortunistiche. Ieri, davanti alle villette in costruzione, la madre Lucrezia e la moglie Martina erano sconvolte dal dolore. A Martina è toccato spiegare al piccolo Tommaso che il padre non tornerà più, che «è volato in cielo», magari in moto, una delle passioni che Paolo condivideva con la famiglia. Solo qualche giorno prima erano stati, insieme, ad assistere ad una delle prove di corsa su pista al Mugello. Nato a Buenos Aires, dove si era trasferito il nonno paterno, Paolo Daglio era tornato ancora piccolo in Italia, insieme ai genitori, Lucrezia e Alessandro, e i fratelli, Alessandro, Carolina e Annibale.

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