Il cantiere della
tragedia
Borghetto Borbera - Un’intera valle si è
stretta attorno alla famiglia di Paolo Daglio, 39 anni, artigiano edile,
morto folgorato in un cantiere a Borghetto Borbera. «Non abbiamo parole, non
riusciamo ancora a crederci», dice uno dei fratelli, Alessandro. Lui è stato
tra i primi, ieri pomeriggio dopo le 15, a raggiungere il luogo dell’incidente,
in via Roma, dove sono in costruzione una serie di villette. Paolo aveva
acquistato una di queste. Era quasi terminata. Avrebbe dovuto stabilirsi nella
nuova casa a breve, insieme alla moglie Martina e al figlio di 7 anni, Tommaso.
Il piccolo imprenditore stava lavorando alla sua abitazione e,
contemporaneamente, a quella del vicino. Con due collaboratori stavano
facendo una gettata di calcestruzzo per terminare il muro di cinta. «Avevano
quasi finito, mancavano si e no due metri». Ora il cantiere e i macchinari sono
sotto sequestro. La Procura della Repubblica di Alessandria ha infatti aperto
un fascicolo. Al momento nessuno risulta indagato. I carabinieri hanno già
ascoltato i due collaboratori, che erano presenti al momento dell’incidente e
che hanno dato l’allarme, e il manovratore della pompa. Sempre ieri il medico
legale, su disposizione del pubblico ministero Marcella Bosco, ha effettuato un
primo esame all’obitorio dell’ospedale di Novi Ligure. Si attende in queste ore
la decisione sulla necessità di eseguire la vera e propria autopsia, oppure il
nulla osta per le esequie. Non sembrerebbero esserci dubbi, tuttavia, sul
fatto che a provocare l’arresto cardiaco sia stata una scarica elettrica.
Resta da capire cosa sia accaduto in quegli istanti. Dalla prima ricostruzione
sembra che Daglio stesse impugnando la pompa. Il mezzo avrebbe accidentalmente
calpestato o colpito un cavo di cantiere, dove la corrente passa a 380 volt. Lo
stesso mezzo avrebbe quindi fatto da “conduttore” della scarica. Piovigginava e il clima era umido,
circostanza che potrebbe aver aggravato la situazione. Il cantiere procedeva
velocemente, proprio perchè c’era il timore che potesse iniziare a piovere più
forte. Sul luogo dell’incidente sono giunti anche i tecnici dello Spresal,
il servizio di prevenzione dell’Asl: resta da accertare se l’artigiano
indossasse o no gli adeguati presidi. Dalle testimonianze emerge tuttavia come
Daglio indossasse scarpe antifortunistiche. Ieri, davanti alle villette in
costruzione, la madre Lucrezia e la moglie Martina erano sconvolte dal dolore.
A Martina è toccato spiegare al piccolo Tommaso che il padre non tornerà più,
che «è volato in cielo», magari in moto, una delle passioni che Paolo
condivideva con la famiglia. Solo qualche giorno prima erano stati, insieme, ad
assistere ad una delle prove di corsa su pista al Mugello. Nato a Buenos Aires,
dove si era trasferito il nonno paterno, Paolo Daglio era tornato ancora
piccolo in Italia, insieme ai genitori, Lucrezia e Alessandro, e i fratelli,
Alessandro, Carolina e Annibale.
Nessun commento:
Posta un commento