Operai in cassa contro la mostra: “Si celebra la De
Agostini e noi siamo senza lavoro”
Lavoratori e
sindacati contestano l’evento organizzato dalla Provincia
11/07/2015
marcello
giordani
novara
La mostra sui cento anni di De Agostini organizzata
dalla Provincia per il mese di ottobre scatena le polemiche. Ex operai e
sindacalisti lamentano che la manifestazione cade proprio nel momento meno
opportuno vista la chiusura delle Officine grafiche e che il denaro poteva
essere impiegato per aiutare le maestranze rimaste senza il posto di
lavoro. La rassegna sulla grande cartografia dell’editrice novarese verrà
allestita nel mese di ottobre e costerà circa 27 mila euro. Ma non piacerà ai
lavoratori di Officine Grafiche e Legatoria del Verbano, le due aziende nate
nell’orbita dell’editrice e che solo negli ultimi anni si sono sganciate dalla
casa-madre. Un periodo coinciso coi problemi e il declino dei due
stabilimenti.
«Siamo senza via d’uscita»
«In questo momento ci troviamo in cassa integrazione -
dice Massimo Formaggia, delegato sindacale di Officine Grafiche - ma riceveremo
i soldi solo tra qualche mese. Sopravviviamo perché c’è l’anticipo da parte
della banca. Per noi non ci sono al momento spiragli o vie di uscita, quindi
non mi pare ci sia molto da festeggiare con una mostra. Forse il denaro si
poteva spendere in modo più utile, pensando anche a chi il lavoro lo ha perso».
Gianpaolo Gino è anche lui delegato sindacale ma è di diverso avviso:
«Sino a quando i Boroli, cioè De Agostini, hanno avuto il controllo delle
Officine e della Legatoria, tutto è filato liscio anche quando c’erano
difficoltà di mercato. Con la loro uscita è iniziato il disastro, ma con altre
società e dirigenti: questo bisogna ricordarlo e non fare di ogni erba un
fascio. La mostra? La facciano, andrò a vederla perché De Agostini è una parte
importante della mia vita professionale».
Anche i sindacalisti sono critici sull’evento:
«L’esposizione vuole celebrare la tradizione cartografica di De Agostini - dice
Clementino Villaraggia, della Cisl, con anni di esperienza lavorativa proprio
alle Officine - ma tre anni fa la cartografia è stata chiusa per metà e nel
gennaio di quest’anno si è smantellato il resto. Negli ultimi anni si è voluto
liquidare una tradizione straordinaria di cui oggi nello stabilimento non
rimane più traccia. Cosa si va a celebrare? Un patrimonio che si è voluto
azzerare».
«Una manifestazione inopportuna»
Stella Cepile, sindacalista Cgil, rincara la dose:
«Questo è proprio il momento meno opportuno per un’iniziativa simile. Le
Officine sono chiuse con 142 persone senza lavoro e se la Legatoria riaprirà a
breve, come speriamo, non lo si deve certo a De Agostini. Quando abbiamo
chiesto, come ha fatto anche l’imprenditore torinese che intende affittare
l’azienda, di mantenere le commesse della casa editrice ci è stato risposto che
De Agostini aveva già dato. Ci aspettavamo un atteggiamento di maggiore
collaborazione da parte di De Agostini». Matteo Besozzi, presidente della
Provincia di Novara, risponde che «l’iniziativa rientra nell’ambito della
valorizzazione del sistema cultuale. Il tema è quello geografico ed è quindi
legato a De Agostini, ma non solo alla casa editrice, e comunque questo
contributo si poteva utilizzare esclusivamente in questo contesto, ferma restando
la sensibilità e l’attenzione che la Provincia ha sempre manifestato sui
problemi sociali e del lavoro».
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