Guariniello:
"Abbiamo trovato altre 94 vittime, la Consulta darà ragione a noi"
Il pm Guariniello: "I decessi per amianto non si fermano, ci sono casi anche a Bagnoli e in Svizzera"
Il procuratore Raffaele Guariniello non si rassegna mai. Il processo Eternit, cui ha dedicato quindici anni di lavoro, si ferma per l'ennesima volta. Ma lui non perde l'ottimismo: "Stiamo cercando di cambiare la giurisprudenza in questo Paese perché un fatto come quello di Casale Monferrato non si verifichi mai più. È normale incontrare delle difficoltà. Ma io sono ancora fiducioso. Alla fine i parenti avranno giustizia".
Il tribunale di Torino ha mandato gli atti alla Corte Costituzionale per
verificare che non siano lesi i diritti dell'imputato. I parenti delle vittime
invece aspettano un verdetto definitivo da quindici anni. Come si fa a essere
ancora ottimisti?
"Fa parte della scommessa che abbiamo fatto iniziando il secondo
processo sui morti dell'Eternit. Eravamo preparati a questa possibilità e in
fin dei conti è meglio che si sgombri ogni dubbio adesso, perché gli avvocati
di Schmidheiny avrebbero sollevato la stessa eccezione anche più avanti. In
ogni caso, comunque si pronuncerà la Consulta, si chiarirà una questione
importante per tutti i processi di questo genere".
Cosa significa esattamente "ne bis in idem" e perché viene
invocato in questo caso?
"Nel codice di procedura penale del nostro Paese è scritto che l'imputato prosciolto o condannato con sentenza irrevocabile non può essere di nuovo sottoposto a procedimento penale per il medesimo " fatto" anche se questo viene diversamente considerato per il titolo, per il grado, o per le circostanze. Secondo noi, non ci troviamo in presenza dello stesso fatto. Ma per i difensori la definizione del fatto come interpretata dalla legge italiana non tutela a sufficienza il diritto dell'imputato. E si appella all'interpretazione che ne dà la Corte europea dei diritti dell'uomo che, secondo loro, è più garantista". Quindi dalla decisione della Corte costituzionale potrebbe derivare anche una modifica della norma italiana? "Se i giudici dovessero accogliere l'eccezione dell'Eternit dove si applica l'articolo 649, anche solo parzialmente, dovrebbero dichiarare incostituzionale la legge o parte di essa".
"Nel codice di procedura penale del nostro Paese è scritto che l'imputato prosciolto o condannato con sentenza irrevocabile non può essere di nuovo sottoposto a procedimento penale per il medesimo " fatto" anche se questo viene diversamente considerato per il titolo, per il grado, o per le circostanze. Secondo noi, non ci troviamo in presenza dello stesso fatto. Ma per i difensori la definizione del fatto come interpretata dalla legge italiana non tutela a sufficienza il diritto dell'imputato. E si appella all'interpretazione che ne dà la Corte europea dei diritti dell'uomo che, secondo loro, è più garantista". Quindi dalla decisione della Corte costituzionale potrebbe derivare anche una modifica della norma italiana? "Se i giudici dovessero accogliere l'eccezione dell'Eternit dove si applica l'articolo 649, anche solo parzialmente, dovrebbero dichiarare incostituzionale la legge o parte di essa".
"Qualche mese, io non credo moltissimo tempo. Dipende se la Corte
vorrà accelerare sulla questione oppure no". E cosa può dare nuovo impulso
a questo processo ora che si ferma di nuovo?
"Noi in realtà non ci siamo mai fermati. Abbiamo continuato a raccogliere casi nuovi, perché la drammatica verità è che a Casale si continua ancora a morire. Sarei soddisfatto se ai 258 casi di decessi già presenti si potessero aggiungere i 94 nuovi per i quali abbiamo concluso le perizie".
Sono vittime che non erano state comprese nel primo Eternit? Sono sempre di Casale?
"No, non erano nel primo Eternit. Come non lo erano una buona parte dei 258. Sono persone che sono state esposte all'Eternit sia a Casale che a Bagnoli. Ma ne arrivano sempre di nuovi. Adesso stiamo preparando anche il fascicolo delle vittime della fabbrica in Svizzera".
Lo scorso anno la Cassazione ha annullato l'intero processo sostenendo che il reato di disastro era prescritto. Ora la Corte Costituzionale passa al vaglio questo secondo Eternit con il rischio che possa accogliere l'eccezione della difesa. Come possono ritrovare la speranza i parenti delle vittime?
"Noi in realtà non ci siamo mai fermati. Abbiamo continuato a raccogliere casi nuovi, perché la drammatica verità è che a Casale si continua ancora a morire. Sarei soddisfatto se ai 258 casi di decessi già presenti si potessero aggiungere i 94 nuovi per i quali abbiamo concluso le perizie".
Sono vittime che non erano state comprese nel primo Eternit? Sono sempre di Casale?
"No, non erano nel primo Eternit. Come non lo erano una buona parte dei 258. Sono persone che sono state esposte all'Eternit sia a Casale che a Bagnoli. Ma ne arrivano sempre di nuovi. Adesso stiamo preparando anche il fascicolo delle vittime della fabbrica in Svizzera".
Lo scorso anno la Cassazione ha annullato l'intero processo sostenendo che il reato di disastro era prescritto. Ora la Corte Costituzionale passa al vaglio questo secondo Eternit con il rischio che possa accogliere l'eccezione della difesa. Come possono ritrovare la speranza i parenti delle vittime?
"Loro sono provati, è chiaro, da questa eterna attesa. Ma io l'ho
detto, sono fiducioso che alla fine avranno giustizia. Anche perché se fosse
annullato il processo significherebbe che per tutte le morti che verranno non
si potrà mai trovare alcun responsabile".
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