COMUNICATO STAMPA:
processo per amianto Montefibre di Verbania
luglio
21, 2015 -
La Corte d’Appello del Tribunale di Torino presieduta dal dott. Luciano
Grasso ha riformato sostanzialmente la sentenza di primo grado pronunciata dal
Tribunale di Verbania che aveva assolto i dirigenti della Montefibre di
Verbania (Bordogna e altri) accusati di omicidio colposo e lesioni a riguardo
di una trentina di operai che impunemente erano stati esposti all’amianto in
fabbrica durante il loro periodo lavorativo. Per i dirigenti deceduti vi è
stata la dichiarazione di non luogo a procedere; inoltre per alcuni altri è
stata dichiarata la prescrizione, ma per tutti gli altri è stata pronunciata
una condanna da pochi mesi fino a un un massimo di due anni e 8 mesi. La condanna
era stata richiesta dal PG (procuratore generale) GianFranco Colace e dalle
parti civili, fra cui Medicina Democratica e Associazione Italiana Esposti
Amianto, difesi dall’avv. Laura Mara. Sono stati previsti risarcimenti per le
vittime con definizione di una provvisionale e il pagamento delle spese e degli
avvocati di parte civile a carico degli imputati e del responsabile civile
(Montefibre).Anche le associazioni e i sindacati potranno chiedere i
risarcimenti davanti al giudice civile. E’ la seconda condanna cui assistiamo
nel giro di pochi giorni (la prima riguardava la Pirelli di Milano), cui
prendiamo atto con soddisfazione. Anche la magistratura ordinaria si allinea
con la Corte di Cassazione. Vedremo le motivazioni della sentenza (previste
entro 90 giorni), ma ciò significa che le ragioni dei consulenti dell’azienda
(fra cui il prof. Carlo La Vecchia) non sono state ritenute valide. I processi
e le sentenze sull’amianto richiamo al grande problema della presenza di
amianto e delle misure sanitarie, previdenziali e di prevenzione ambientale che
non sono ancora state prese in maniera esaustiva. In particolare il Piano
Nazionale Amianto, uscito dalla conferenza governativa del 2012 è rimasto sulla
carta. E’ scritto, ma non è stato approvato per mancanza di quattrini. Ma si
tratta di una scusa e di mancanza di volontà politica. Per quanti anni ancora
resteranno le migliaia di tonnellate di amianto sul territorio e si continuerà
a contare i morti per malattie da amianto che a tutt’oggi assommano a circa 4.000
l’anno?
Le
associazioni riunite nel coordinamento nazionale amianto e in relazione con i
sindacati sono impegnate per raggiungere in tempi brevi quanto, una serie di
proposte di legge, a partire dal ddl Casson, stabiliscono: eliminazione
dell’amianto dal territorio a partire dai luoghi più vulnerabili (in primis le
scuole); patrocinio gratuito per le vittime e i loro famigliari che vogliono
fare riconoscere i loro diritti; controlli sanitari efficaci per gli ex esposti
e ricerca scientifica per trovare soluzione alle più gravi malattie da amianto;
riconoscimento delle malattie correlate all’amianto e risarcimenti per le
vittime a partire dalla precisa richiesta di modifica dell’atteggiamento
restrittivo degli enti previdenziali a partire dall’INAIL.
Per MD e AIEA
Fulvio Aurora (3392516050)
fulvio.aurora@gmail.com
Fulvio Aurora (3392516050)
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