Delrio "nomina" Sacconi e Ichino come
plenipotenziari in Parlamento!
Governo sempre più determinato a rivedere dalle fondamenta il diritto di
sciopero. Così determinato che tutto quello che accade nella pubblica
amministrazione, fino agli enti locali, viene strumentalizzato come un
argomento a favore di una stretta ulteriore. E così il neoministro delle
Infrastrutture Graziano Delrio passa il suo tempo a “monitorare” le proteste al
sito archeologico di Pompei, piuttosto che all’Atac. Il quadro che ne trae così
come quello del presidente del Consiglio Renzi, è impietoso, per lui. "Una
cosa e' chiedere un contratto collettivo che non venga rinnovato ogni dieci
anni senza dover aspettare la Corte costituzionale, un'altra e' timbrare il
cartellino e poi non lavorare come il contratto impone. Chi non rispetta le
regole non sta protestando ma sta facendo un atto di sabotaggio, di spregio
verso il bene pubblico. Con loro si deve essere molto duri, nessuna
timidezza". Insomma, non pago di aver praticamente annullato gli scioperi
a Milano con la scusa dell’Expo ora si scaglia contro tutto, il resto degli
altri settori, e tutti, i lavoratori: per proclamare una astensione dal lavoro,
laddove sarà ancora possibile considerato che tutto verrà “spammato” attraverso
la definizione di “servizio pubblico essenziale” ci vorrà il referendum. Non ha
fretta l’ex braccio destro di Renzi. Aspetta la legge. E nomina come suoi
plenipotenziari, pensate un po’, due “paladini” della difesa dei diritti dei
lavoratori Ichino e Sacconi. In un intervista comparsa oggi sul Corriere della
Sera sfoga tutto il suo odio di classe contro i lavoratori e mostra i denti a
chi intende portare avanti le sue rivendicazioni attraverso una qualche forma
di mobilitazione. Ma ancora non basta, a quanto pare. Una causalità la
contemporanea espulsione dalla Cisl del delegato a capo della rivolta a Pompei?
Roma e a Pompei che c'azzeccano? "Possono sembrare molto diversi fra loro.
Ma hanno anche qualcosa che le mette sullo stesso piano, sono beni comuni, appartengono
alla collettivita'. E quindi credo sia giusto far rientrare la fruizione dei
beni culturali tra i servizi pubblici essenziali". In questa prospettiva
il cosiddetto “sciopero selvaggio” (che non lo è nei fatti) diventa
inammissibile, anche se Delrio non ritiene opportuno un intervento diretto del
governo su questa delicata materia: "Lo sciopero e' un diritto tutelato
dalla Costituzione e quindi credo sia meglio evitare un intervento diretto del
governo. In Parlamento ci sono gia' diverse proposte di legge, come quella dei
senatori Maurizio Sacconi e Pietro Ichino, ad esempio, e c'e' anche una
proposta di iniziativa popolare". Proposte in cui si ammette lo sciopero
solo se proclamato dal 50% piu' uno dei lavoratori e per Delrio si deve partire
da qui, come anche "sono convinto- dice- che il referendum preventivo fra
i lavoratori sia una buona idea"
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