La rivincita della prof: fa
causa al ministero per nove anni da precaria e viene risarcita
Da Torino
una sentenza del giudice del lavoro che può fare giurisprudenza. Il sindacato
Anief: "Lo Stato ha risparmiato 2,5 miliardi sulla pelle degli
insegnanti"
di STEFANO
PAROLA
11 luglio
2015
Dopo nove
anni di precariato, un'insegnante torinese cinquantenne si è presa la
rivincita: ha fatto causa al ministero e ha ottenuto più di 20 mila euro di
risarcimento. Il tribunale di Torino le ha infatti riconosciuto il diritto a
"ricostruire" la sua carriera in modo completo e non solo in parte,
come invece prevedrebbero le regole. E la sentenza potrebbe (è il caso di
dirlo) fare scuola e spalancare la porta dei rimborsi a migliaia di altri ex
precari. La docente è stata assistita dall'Anief, rampante sindacato che negli
ultimi anni ha ottenuto un successo crescente grazie alla sua capacità di
ricorrere alla giustizia su pressoché qualsiasi tema scolastico. L'insegnante
era stata assunta nell'anno 2007-2008 dopo ben nove anni di precariato. In quel
momento la carriera le era stata "ricostruita", cioè lo Stato le
aveva riconosciuto l'anzianità di servizio e in questo modo le aveva permesso
di ottenere gli scatti di stipendio previsti dal contratto nazionale. Solo che
una normativa interna prevede pure il "raffreddamento" della
carriera: "Il riconoscimento per intero avviene solo nei primi quattro
anni, per il resto vengono considerati validi solo i due terzi del periodo di
servizio pre-ruolo", spiega il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico. Per
il sindacato questa norma contrasta con una direttiva europea (la 70 del 1999),
che prevede invece un principio di non discriminazione. Insomma, l'anzianità di
servizio va riconosciuta tutta e non solo in parte. Di qui, il motivo del
ricorso, che il giudice ha ritenuto fondato. La sentenza ha infatti
riconosciuto all'insegnante 20 mila euro di arretrati: 13.458 per il periodo in
cui avrebbe dovuto maturare il primo scatto e 7.622 euro per il secondo scatto.
In più, spiega Pacifico, "da questo momento in più passa al gradino
superiore, dunque guadagnerà 200 euro in più al mese". Quello torinese è
uno dei primi ricorsi presentati dall'Anief su questo tema ed è anche il primo
che è arrivato a sentenza. Il sindacato è convinto che la decisione del giudice
diventerà un grimaldello per consentire a una marea di insegnanti di recuperare
il denaro negato in passato: i possibili ricorrenti sarebbero infatti 400 mila,
tra i 300 mila percari assunti dal 1999 in poi e i futuri 100 mila che verranno
stabilizzati grazie alla riforma della Buona scuola. Il danno per il ministero
sarebbe enorme: "Con questo sistema - accusa Pacifico
- lo Stato ha risparmiato più di 2,5 miliardi sulla pelle dei lavoratori"
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