Amianto, una strage che l'Inail fa difficoltà a riconoscere. L'ultima
protesta ieri a Bologna
"Dopo
400 morti ci sentiamo ancora dire che lì non c'è stata una esposizione
all'amianto, però i morti ci sono e questa è la rabbia più grossa". E' lo
sfogo di Salvatore Fais, tecnico e delegato sindacale delle Ogr di Bologna (le
Officine Grandi Riparazioni delle Ferrovie), che ieri si è incatenato davanti
alla sede Inail del capoluogo emiliano. La protesta, durata un paio d'ore, è
stata fatta perché l'ente avrebbe respinto la richiesta di pensione anticipata
per gli operai delle officine che hanno lavorato in quegli anni, non
riconoscendo per loro l'esposizione all'eternit che ha ucciso molti loro
colleghi. Il paradosso è che mentre in Italia ci si avvicina al picco di
decessi per amianto, e la controprova arriva dalle decine di processi in corso
un po' dappertutto l'Inail riconosce sembre meno "cause di lavoro".
Come si legge nell'ultima relazione, in particolare, "sono stati 1.700 i
lavoratori con malattia absesto-correlata" (causata dall'amianto, n.d.r.).
"I lavoratori deceduti nel 2014 con riconoscimento di malattia
professionale sono stati 1.488 (il 26% in meno rispetto al 2010!).
"Ogni tanto qualche collega muore, per quelli che vivono è un vivere male, ti chiedi quando toccherà a te - ha detto ancora Fais in un'intervista all'emittente E'tv - Abbiamo un'aspettativa di vita inferiore ed è giusto che ci riconoscano i benefici di legge". Per Fais, quella per amianto è una strage negata: "E' come negare lo sterminio degli armeni o l'Olocausto, noi ci sentiamo in questa condizione". Dopo avere interrotto la protesta davanti all'Inail, Fais è stato ricevuto in Prefettura insieme a Silvano De Matteo, della Filt-Cgil regionale. "Tutte le cause penali e civili non sono bastate a far capire all'Inail che c'è stata esposizione all'amianto in quegli anni - ha detto De Matteo -. Bisogna che qualcuno intervenga per far capire all'Inail e a chi segue le difficoltà del mondo del lavoro che esiste un gruppo di persone che ha subito esposizione all'amianto, ed è giusto che ne tragga almeno i benefici pensionistici per poter andare a casa prima".
"Ogni tanto qualche collega muore, per quelli che vivono è un vivere male, ti chiedi quando toccherà a te - ha detto ancora Fais in un'intervista all'emittente E'tv - Abbiamo un'aspettativa di vita inferiore ed è giusto che ci riconoscano i benefici di legge". Per Fais, quella per amianto è una strage negata: "E' come negare lo sterminio degli armeni o l'Olocausto, noi ci sentiamo in questa condizione". Dopo avere interrotto la protesta davanti all'Inail, Fais è stato ricevuto in Prefettura insieme a Silvano De Matteo, della Filt-Cgil regionale. "Tutte le cause penali e civili non sono bastate a far capire all'Inail che c'è stata esposizione all'amianto in quegli anni - ha detto De Matteo -. Bisogna che qualcuno intervenga per far capire all'Inail e a chi segue le difficoltà del mondo del lavoro che esiste un gruppo di persone che ha subito esposizione all'amianto, ed è giusto che ne tragga almeno i benefici pensionistici per poter andare a casa prima".
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