Brindisi, l’Arpa accusa: “Incremento di benzene nell’aria
al petrolchimico”
Le sfiammate della torcia dello
stabilimento, spesso miste a fumo nero visibile fino a chilometri di distanza,
potrebbero non essere innocue. La notte del 15 giugno una stazione di rilevamento
installata in centro città rileva un valore massimo di concentrazione
oraria di 63,8 microgrammi per metro cubo
di Andrea Tundo |
24 luglio 2015
Mancato rispetto di due prescrizioni
inserite nell’Aia e incrementi notevoli rispetto ai normali trend
delle concentrazioni orarie di benzene e idrocarburi policiclici aromatici. Le
relazioni dell’Arpa Puglia sollevano molte criticità riguardo l’accensione
delle torce di emergenza del petrolchimico di Brindisi, dove opera Eni
Versalis, durante lo scorso mese di maggio e i primi quindici giorni di
giugno. Un tema che è stato anche affrontato in consiglio comunale il 13 luglio
grazie a un ordine del giorno, bocciato, presentato dal consigliere di
minoranza Riccardo Rossi (Brindisi Bene Comune). E denuncia ora il suo
gruppo: “Tutti i rapporti sono state ricevuti dal comune il 9 luglio, quattro giorni
prima della discussione, chiedendosi “il sindaco ne era a conoscenza?”.
No. A parte l’impiegato dell’ufficio protocollo, i destinatari, me compreso, ne sono venuti a conoscenza il 23 luglio. Una volta letti i rapporti dell’Arpa, se sussistono i presupposti, non escludo azioni clamorose”, replica il sindaco Cosimo Consales. Quelle sfiammate, spesso miste a fumo nero visibile fino a chilometri di distanza, infatti, potrebbero non essere innocue. Lo mette per iscritto anche l’Arpa, poiché tra i valori più alti cristallizzati dalle centraline installate nel capoluogo pugliese cèquello del benzene, un cancerogeno di classe 1. La notte del 15 giugno, in concomitanza con l’accensione della torcia, una stazione di rilevamento installata in centro città rileva un valore massimo di concentrazione oraria di 63,8 microgrammi per metro cubo. Nulla che infranga la legge perché la normativa italiana vigente non prevede valori limite orari o giornalieri, ma solo una media annuale. Tuttavia la direzione scientifica di Arpa Puglia scrive nel suo rapporto: “Si ritiene utile a scopo cautelativo di riportare i riferimenti internazionali più restrittivi disponibili in letteratura che indicano, per le soglie di esposizione, il valore di 27 nanogrammi per metro cubo come livello orario massimo di concentrazione e il valore di 8 nanogrammi per metro cubo come valore limite medio sulle 8 ore”. Continua quindi l’Agenzia regionale per la protezione ambientale: “Possono esserci situazioni di rischio alle quali può essere esposta la popolazione nei casi in cui la media del benzene in aria nelle 8 ore superi i 3 nanogrammi.
Ciò si è verificato in sei casi con valori superiori e in quattro
casi con valore pari a 3. Sono stati registrati 5 valori orari superiori alla
soglia di 27 nanogrammi per metro cuboâ. Con quel picco di 63,8 la notte del
15 giugno: quasi tre volte in più di quanto, dicono gli studiosi,
potrebbe bastare a provocare effetti acuti a breve termine. Ma non finisce qui,
perché il dipartimento provinciale di Brindisi dell’Arpa Puglia sollecita il
ministero dell’Ambiente attraverso una nota, inviata anche al sindaco di
Brindisi Cosimo Consales e al prefetto Nicola Prete. Durante la sfiammata del 2
luglio, di cui ilfattoquotidiano.it aveva già parlato, non sarebbe stata
ottemperata la prescrizione n.13 dell’Autorizzazione integrata ambientale che
prevede l’uso delle torce “senza generare emissioni visibili (fumo),
indice di elevato contenuto di particolato, mediante l’uso di vapore, ovvero
nelle migliori condizioni smokeless consentite dalla tecnologia”. E invece
sottolineano i tecnici “l’evento si è sviluppato con significativa presenza di
emissione di fumo nero” visibile fino a
venti chilometri di distanza. Con una seconda nota l’Arpa ha portato ministero
e sindaco a conoscenza di un’altra presunta violazione dell’Aia, il 27 giugno,
per il superamento dei limiti nelle emissioni di composti organici volatili.”Tutte
queste relazioni evidenziano un quadro preoccupante in occasione delle
accensioni delle torce, alla luce del quale risulta incomprensibile la scelta
della maggioranza nell’ultimo consiglio comunale di bocciare un documento da
noi presentato per avviare una commissione di inchiesta ed iniziare a prendere
provvedimenti a tutela della salute dei cittadini”, scrive Brindisi Bene Comune
in una nota. Ma il sindaco, sottolineando diessere venuto a conoscenza del
rapporto solo pochi giorni fa, risponde: “Mi riservo di verificare ogni
possibile azione, anche clamorosa. Ma è bene agire di cervello e non di pancia
davanti a situazioni così delicate” dice a ilfattoquotidiano.it. “Senza
attendere i dati, è bene ricordare che ho già chiesto due volte la riapertura
dell’Aia e nei prossimi giorni solleciterà il gruppo industriale affinché
aumenti le opere di ambientalizzazione, secondo la miglior tecnologia possibile,
come già avvenuto altrove”.No. A parte l’impiegato dell’ufficio protocollo, i destinatari, me compreso, ne sono venuti a conoscenza il 23 luglio. Una volta letti i rapporti dell’Arpa, se sussistono i presupposti, non escludo azioni clamorose”, replica il sindaco Cosimo Consales. Quelle sfiammate, spesso miste a fumo nero visibile fino a chilometri di distanza, infatti, potrebbero non essere innocue. Lo mette per iscritto anche l’Arpa, poiché tra i valori più alti cristallizzati dalle centraline installate nel capoluogo pugliese cèquello del benzene, un cancerogeno di classe 1. La notte del 15 giugno, in concomitanza con l’accensione della torcia, una stazione di rilevamento installata in centro città rileva un valore massimo di concentrazione oraria di 63,8 microgrammi per metro cubo. Nulla che infranga la legge perché la normativa italiana vigente non prevede valori limite orari o giornalieri, ma solo una media annuale. Tuttavia la direzione scientifica di Arpa Puglia scrive nel suo rapporto: “Si ritiene utile a scopo cautelativo di riportare i riferimenti internazionali più restrittivi disponibili in letteratura che indicano, per le soglie di esposizione, il valore di 27 nanogrammi per metro cubo come livello orario massimo di concentrazione e il valore di 8 nanogrammi per metro cubo come valore limite medio sulle 8 ore”. Continua quindi l’Agenzia regionale per la protezione ambientale: “Possono esserci situazioni di rischio alle quali può essere esposta la popolazione nei casi in cui la media del benzene in aria nelle 8 ore superi i 3 nanogrammi.
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