domenica 8 novembre 2015

8 novembre - Teleperformance Taranto: lavoratrice in malattia viene pedinata dall'azienda



Teleperformance - In malattia, esce e viene pedinata. SI tratta di fascismo padronale. Ma le organizzazioni sindacali interne non sono innocenti, sono sempre pronte a correre in aiuto all'azienda in questi anni, facendole ottenere da Governo, Regione, sostegni di ogni tipo. Mentre lì continua sempre come prima la dittatura padronale.
(dalla stampa locale) - Orario di uscita da scuola. Una mamma, dipendente di Teleperformance, va a prendere i suoi bambini. Si accorge di essere pedinata. Impaurita, decide di allertare le forze dell’ordine per capire chi fossero quei malintenzionati. La scoperta è ancora più sconvolgente: alle sue calcagna, c’erano investigatori privati assoldati dal suo datore di lavoro. La denuncia arriva dalla Slc Cgil e fa comprendere il clima teso che si è raggiunto in azienda. La multinazionale francese ha scelto una linea durissima contro assenteismo e cali di produttività. In questo caso valicando tutti i diritti e la dignità di una persona, secondo il duro attacco dei sindacati.
«Accade anche questo quando si lavora per Teleperformance a Taranto - contesta la nota della Slc Cgil - Dopo le bandierine per andare in bagno, le lettere di licenziamento per scarso rendimento e altre iniziative che hanno dell’incredibile, la multinazionale di call center ha deciso di utilizzare investigatori privati per controllare i dipendenti in malattia. La giovane lavoratrice, dopo essersi insospettita della presenza di un’auto fuori dalla sua abitazione, ha avuto seriamente paura in quanto il veicolo la seguiva nei suoi spostamenti. Qualche giorno dopo si è ritrovata destinataria di un provvedimento disciplinare per una presunta infrazione commessa dopo il termine dell’orario di reperibilità per la malattia». Secondo il sindacato, la donna era al di fuori dell’orario di visita fiscale. Quindi, sostanzialmente, in regola. Non è tutto perché il seguito amaro sta nella replica dell’azienda. Dopo essere stata informata dell’accaduto, Teleperformance ha risposto alla giovane mamma di aver preso atto “di quanto comunicato in ordine alla richiesta di intervento della Polizia, riservandoci ogni azione a tutela dei nostri diritti, ove da ciò derivassero conseguenze pregiudizievoli per nostra società”. «Riteniamo tutto questo fuori legge e contrario alla normativa vigente, oltre che lesivo della privacy e della dignità della lavoratrice – ha tuonato Andrea Lumino, segretario della Slc Cgil Taranto – e, ritenendo questa modalità con cui Teleperformance controlla i dipendenti che sono in malattia assolutamente vessatoria, abbiamo deciso di denunciare tutta la vicenda prima alla Procura della Repubblica e poi all’intera opinione pubblica»
Teleperformance ammette che la notizia è vera

In una nota, Teleperformance chiarisce che «in seguito alle notizie riportate oggi (ieri - ndr) da alcuni organi di stampa, la Società precisa che tutte le azioni svolte a favore di una migliore organizzazione aziendale sono sempre state effettuate nel pieno rispetto della Legge, seguendo pertanto le disposizioni previste dalla normativa in materia». Frasi sibilline che non chiariscono del tutto la vicenda e lasciano ampie zone d’ombra sul caso. Ma per avere un background di questa storia, è forse utile fare un passo indietro. Le parole dell’amministratore delegato della multinazionale, Gabriele Piva, erano state premonitrici. Nel pieno di una trattativa complicatissima che portò, quest’estate, al ritiro in extremis della societarizzazione, il dirigente ammonì: «Abbiamo raggiunto un assenteismo pari all’8%, a Roma è il 3% e questo ci costa 200 mila euro in più al mese. Abbiamo anche scritto ai medici più propensi alla firma: ci sono malattie strategiche prima dei week end o in occasione delle feste e dei ponti. Non vedo iniziative sindacali che evidenzino questi comportamenti. Bisogna capire che, così, un’azienda non può sopravvivere».
Una campagna aziendale contro le donne lavoratrici
L’assenteismo è stato da sempre uno dei fattori negativi che proprio non scende giù all’azienda. Il problema ha però diverse sfaccettature e generalizzare diventa un problema. Una delle spiegazioni sta in una percentuale: il 75% dei dipendenti di Teleperformance è costituito da donne. Meglio ancora, da mamme. Nelle ultime settimane si sono poi ripetute azioni che hanno indispettito sindacati e lavoratori. Alle bandierine esposte per poter andare in bagno sono susseguite lettere di licenziamento o di richiamo per scarsa produttività. Decine di avvisi senza aver condiviso criteri oggettivi, protestarono i rappresentanti sindacali. Una vicenda estremamente delicata, quindi, che ha fatto alzare il livello della tensione nella sede tarantina della multinazionale. Ora, si è giunti agli 007. Stavolta, però nessuna finzione scenica e Taranto non è un set cinematografico. È tutto reale.   


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